L’età sperimentale, disponibile in esclusiva su RaiPlay, è un cortometraggio intenso e poetico di circa 26 minuti. Scritto, interpretato e narrato dallo scrittore Erri De Luca e diretto da MarcoZingaretti, è stato presentato in anteprima nella sezione Proiezioni Speciali del 72° Trento Film Festival nel 2024, suscitando immediatamente l’interesse di pubblico e critica per la sua forza introspettiva e la sua originale visione della vecchiaia. Il film non è solo un documentario, ma un vero e proprio manifesto filosofico che ridefinisce la vecchiaia da “tramonto” a “nuova frontiera”.
Noto per i suoi romanzi di grande successo come Non ora, non qui e Il peso della farfalla, Erri De Luca è anche un alpinista appassionato e una voce culturale di forte impatto. Con L’età sperimentale, affronta la tematica della vecchiaia, spesso trascurata dai media mainstream, che vede come fase vitale di esplorazione e sperimentazione, piuttosto che come semplice ritiro dalla vita attiva o perdita di capacità.
Il fulcro dell’opera risiede proprio nel concetto che dà il titolo al film. Oggi, per la prima volta nella storia, l’anzianità è vissuta come un’età sperimentale. Grazie all’allungamento della vita media, suggerisce De Luca, le generazioni attuali si trovano a esplorare un territorio che i loro antenati raramente raggiungevano con lo stesso vigore.
Lo scrittore apre il film con la frase provocatoria: “Nessuno è stato vecchio prima di me”. Da lì, le sue parole guidano lo spettatore in una sorta di esplorazione filosofica della vecchiaia. Oggi, essere anziani significa doversi inventare un nuovo modo di stare al mondo, senza la guida di mappe predefinite. Ogni individuo vive la propria età avanzata come un esperimento unico, un cammino solitario che richiede coraggio e curiosità.
La metafora della scalata
L’immagine centrale del cortometraggio è la scalata. Erri De Luca viene ripreso mentre affronta una parete rocciosa, in quella che lui definisce una “s-cordata”. Non si tratta di una ricerca del pericolo fine a sé stessa, ma di una potente metafora della vita.
L’età avanzata viene paragonata alla risalita in un bosco di conifere. All’inizio penetra poca luce, tuttavia, man mano che si procede, gli alberi si diradano e si aprono radure illuminate, che offrono una vista ampia e profonda sul mondo e sul tempo che verrà. Questa potente immagine esprime la concezione della vecchiaia come età sperimentale. È un periodo che offre la possibilità di mettere alla prova il corpo e lo spirito, scoprire nuove possibilità e guardare oltre l’immediato presente.
Forma e tecnica
Dal punto di vista visivo, il corto si distingue per una scelta stilistica rigorosa. Girato in 4K CinemaScope, il film utilizza un lungo piano sequenza che accompagna De Luca nella scalata. La natura maestosa e silenziosa dell’Abruzzo non serve solo come sfondo, ma diventa co-protagonista e dialoga con i pensieri dell’autore.
Anche la colonna sonora gioca un ruolo fondamentale. L’uso di strumenti antichi o dimenticati sottolinea e attua l’idea di un recupero del passato che si fa presente. Una melodia che accompagna la “manutenzione” necessaria a chi non smette di camminare e andare avanti, nonostante l’età.
Un invito alla resistenza
L’età sperimentale è un’opera che parla a tutte le generazioni. Agli anziani offre dignità e una prospettiva di scoperta, ai giovani regala una visione della vecchiaia non come peso, ma come opportunità di libertà assoluta. L’opera invita lo spettatore a interrogarsi sulla propria esperienza del tempo, sulla cura del proprio corpo e della propria mente e sulla relazione con la natura e gli altri. Un’esortazione a non arrendersi all’inerzia, a mantenere vivo il motore del desiderio e a guardare alla vetta non come a una fine, ma come al punto di vista più alto e privilegiato.