Questa sera, 27 dicembre alle 23:45 andrà in onda in prima visione il docufilm Fiumicino 1985: attacco all’aeroporto, diretto da Simone Manetti. In seconda visione sarà possibile recuperare il documentario su Rai Play a partire da stanotte. Scopriamo insieme la trama di un lavoro corale ed emotivamente delicato.
Memorie dal sottosuolo
‘Era una bellissima giornata di dicembre, piena di sole, e le persone erano in festa, pronte a partire’. Sembra l’epilogo di una storia di Natale, imbevuta di realtà. I volti, i rumori, tutto parla di un giorno felice, che consuma la dolcezza delle feste nel luogo per eccellenza della felicità: l’aeroporto. Milioni di famiglie, specialmente negli Anni 80′ lo vedono quello come luogo votato all’allegria.
L’aria è elettrizzante e avvolge d’entusiasmo tutti i futuri passeggeri dei gate assolati. Purtroppo però, come raccontano in prima persona i testimoni nel documentario, quella è solo l’epigrafe di una delle più terribili stragi terroristiche del secolo. Il documentario, con commosse testimonianze e fotografie reali, ricostruisce la strage del 27 dicembre 1985 all’aeroporto di Roma Fiumicino, quando un commando palestinese di Abu Nidal aprì il fuoco e lanciò granate tra i passeggeri in partenza. L’ attentato trasformò un giorno di festa in tragedia, intrecciando i destini di cittadini comuni e giovanissimi addestrati alla guerra.
La produzione del docufilm Rai
Il documentario è prodotto da Giovanni Stabilini e Martino Benvenuti, in collaborazione con Rai Documentari, è scritto da Luca Lancise e diretto da Simone Manetti, il produttore creativo è Emanuele Cava. È realizzato con il contributo del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo.
L’incontro per la prima visione ufficiale di Fiumicino 1985 è stato moderato da Piero Corsini, vicedirettore di Rai Documentari, e ha visto la presenza di alcune delle voci del documentario: i giornalisti Massimo Lugli ed Eric Salerno, il fotoreporter Massimo Piccirilli e la storica Giordana Terracina, oltre all’autore Luca Lancise, al regista Simone Manetti e al produttore creativo, Emanuele Cava. Sono intervenuti anche il Vicepresidente della Camera dei deputati Giorgio Mulè, l’On. Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura, l’Ambasciatore d’Israele in Italia S.E. Jonathan Peled, il Vicepresidente della Comunità ebraica di Roma Alessandro Luzon, Rav Riccardo Di Segni, Rabbino capo della Comunità ebraica di Roma.
Le parole del Presidente della Commissione Cultura
Parla Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura: “Per me è un onore presentare il documentario Rai. (…) Quell’attacco è stato un attacco a Israele e agli Stati Uniti, una sfida alla sovranità italiana. (…) Per le vittime (13 morti e 80 feriti), per la sicurezza dei nostri figli, non faremo un passo indietro per questa operazione immaginaria di ricostruzione storica della guerra. Una guerra fredda italiana che è ancora tutta da scoprire e da vedere”. E conclude: “Se ancora molti film non sono stati visti o girati, iniziamo a chiederci perché”. Queste sono le parole del Presidente in occasione della proiezione stampa alla Sala della Regina di Montecitorio.
La regia di Simone Manetti e la sceneggiatura di Luca Lancise
“L’operazione principale per noi è stata quella di raccontare come questo tipo di attentato si introduca in Basilicata, ma finisca per sabotare la parte palestinese che stava cercando una mediazione”- Così precisa sin da subito lo sceneggiatoredi Fiumicino1985, Luca Lanciare, in occasione della proiezione stampa. “Un altro elemento è stato il profilo degli attentatori. Abbiamo cercato di disegnare le loro figure, non solo come killer, ma anche come giovani ragazzi manipolati dai propri capi. Mandati a morire, e quindi pedine attive di un disegno criminale enorme che si erge alle loro spalle. Queste due operazioni sono state alla base del documentario”.
ANSA / ELIO VERGATI
Interviene poi il regista, Simone Manetti: “Volevamo creare una sorta di macchina del tempo che riportasse lo spettatore a quei giorni. Fotografia e narrazione per raccontare ciò che resta. É stato importante per noi analizzare l’impianto geopolitico, ma anche capire la parte di ogni personalità che è stata in qualche modo spezzata quel giorno. Il film è uno specchio diretto dell’oggi. Raccontare per cercare di condannare l’odio. Cosa possiamo fare per spezzare le fila del Male?”. Conclude così il regista, che, con il suo docufilm, orchestra sapientemente le immagini per un racconto empatico, corroborato da uno studio storico e sociologico ineccepibile.
Un docufilm sulle radici del Male
Da Fiumicino parte una riga di sangue che arriva fino ai giorni nostri. Nel documentario, che illumina l’anima calpestata di chi ha visto la morte in faccia, la riflessione più amara è quella sul presente. L’odio terroristico affonda le sue radici in un passato lontano, ma trova sempre il modo efferato di raggiungerci. Il cinema parte da un’operazione semplice, quella di guardarlo in faccia, di capirlo, narrarlo e non averne paura. Fiumicino 1985: attacco all’aeroporto è un documentario che sconvolge l’animo, non solo per il grande lavoro documentaristico, ma anche perché parla all’uomo del Male che aleggia nel mondo da secoli.