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‘Opopomoz’ la favola per Natale di Enzo D’Alò

Una favola napoletana ambientata in un tipico presepio, per accogliere una nuova vita.

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Il 5 dicembre del 2003, Opopomoz, il film d’animazione diretto da Enzo D’Alò, esce al cinema con Mikado Film. Il lungometraggio, scritto dal regista, insieme a Furio e Giacomo Scarpelli, è ora disponibile su Prime Video. Con le voci di Silvio Orlando, Peppe Barra, Vincenzo Salemme, John Turturro e le musiche di Pino Daniele

Una favola napoletana ambientata in un tipico presepio, per accogliere una nuova vita.

Opopomoz: il Natale del piccolo Rocco

Si avvicina il Natale e Sua Profondità, dall’abissale Regno degli Inferi, ha un piano diabolico da compiere urgentemente: impedire la nascita di Gesù Bambino. Ingaggia tre diavoletti – Farfaricchio, Scarapino e Astarotte – per portare a termine questa missione. Le tre pedine, piuttosto maldestre e tutt’altro che terrificanti, devono riuscire a tentare qualcuno dai pensieri malvagi, che li aiuti a fermare la nascita del Bambinello. Proprio a Napoli, città simbolo del presepe e natività, vedono il prescelto in Rocco.

L’omaggio a Natale in casa Cupiello

Quando viene il Natale se non faccio il presepio mi sembra un cattivo augurio. Mio padre lo faceva per me e mio fratello, quando eravamo piccoli.”

Con questa battuta, Enzo D’Alò, conosciuto al grande pubblico per La gabbianella e il gatto, Nastro d’argento nel 1999, rende il suo personale omaggio al grande drammaturgo napoletano Eduardo De Filippo. Le stesse parole, infatti, sono usate da Luca in Natale in casa Cupiello, dove il presepio diventa il giocattolo ideale e metafora di vita di una famiglia che consuma la propria tragedia durante la vigilia di Natale.

Il Maestro dell’animazione italiana fa tesoro del testo eduardiano e realizza Opopomoz, un piccolo capolavoro da gustare in famiglia durante il periodo natalizio. Luca vorrebbe entrare in quel mondo di cartapesta che, con tanta dedizione, costruisce durante il Natale. Sogno proibito dal suo autore per obbligarlo ad aprire gli occhi dinnanzi alla tragedia della sua famiglia.

Enzo D’Alò, invece, concede questa possibilità che diventa il magico incantesimo natalizio per il piccolo Rocco (Ciro Ricci), preoccupato di perdere l’amore dei propri genitori perché presto gli nascerà un fratellino.

Tra i vicoli di Napoli

È questo il cuore pulsante della storia di un film ambientato interamente a Napoli, tra i suoi vicoli, dove risuonano le zampogne, le urla dei venditori ambulanti e il frastuono dei fuochi d’artificio. Qui, tra l’inferno del Vesuvio e il paradiso del mare, il Natale diventa magia, minacciata da sua Profondità (Peppe Barra) che vuole impedire la nascita di Gesù bambino, o bambniello, come viene chiamato dai napoletani, che ne sanno sempre una più del diavolo.

Ed è attraverso il cratere del Vesuvio che i tre diavoletti Farfaricchio, Scarapino e Astarotte giungono a Napoli, con la missione di impedire la natività, usando il povero Rocco, per rubargli l’amore della propria famiglia e quello del fratellino che, come Gesù bambino, dovrebbe nascere la notte tra il 24 e il 25 dicembre.

Ogni volta che nasce un bambino, nasce Gesù.”

Enzo D’Alò, dunque, prendendo spunto da Natale in Casa Cupiello, realizza una favola per festeggiare il Natale in famiglia che, al contrario della tragicomica opera teatrale, diventa un nido protetto d’amore e speranza. Allo stesso tempo, con questo suo film, (il quarto per il regista che nasce proprio a Napoli nel 1953) omaggia la sua città. Il lungometraggio – dopo un intro dedicato al malefico, come avviene nella favola per eccellenza, Biancaneve e i sette nani – si sposta su Rocco e la sua famiglia tra i vicoli di Napoli. È una cartolina animata, con semplicità e suggestione, della città partenopea, adagiata, come una sirena sul mare.

Il presepio che prende vita

Un ritratto d’effetto che fa vivere allo spettatore quella magia unica. Sembra di sentire il profumo delle gustose pietanze napoletane, mentre Peppino (Silvio Orlando), padre di Rocco, acquista la statuetta del bue per il suo presepio, un altro riferimento ad Eduardo.

Il tutto scivola piacevolmente, senza intoppi, peccato per il piccolo Rocco, geloso di suo fratello che deve ancora venire alla luce. A un certo punto ecco l’incantesimo, anzi, il maleficio, che prende il suo avvio enunciando la formula che dà il titolo al film. Opopomoz, un suono giocoso, un’onomatopea che trascina Rocco nel presepio che il padre ha messo su con tanto amore, proprio come Luca Cupiello.

Rocco è proiettato in mezzo ai pastori che si animano, danzano e cantano in una Betlemme tutta napoletana. Ben presto il maleficio diventa incantesimo e l’intervento di un angelo apre il cuore di Rocco a riceve l’amore del suo fratellino, perché:

Un bambino che nasce porta con sé il bene che gli si vorrà, non ruba il bene, i bambini non rubano.”

Il contributo di Furio Scarpelli

Con questo film, che Prime video rende disponibile grazie all’intervento di Luce Cinecittà, Enzo D’Alò ci regala una bellissima favola senza tempo. Una storia scritta dal regista che si avvale di una coppia di sceneggiatori formata da un figlio e un padre: Giacomo e Furio Scarpelli, quest’ultimo, venuto a mancare nel 2010, è stato l’autore di film simbolo del cinema italiano, come La grande guerra e I soliti ignoti.

L’impronta di Furio Scarpelli è ben visibile nella disinvoltura dei dialoghi e nella profondità dei personaggi. Insieme al figlio e, ovviamente al regista, Furio Scarpelli costruisce dei quadri d’insieme di grande impatto realistico che nulla hanno a che fare con il semplice abbozzo, spesso usato nel cinema d’animazione, dove, purtroppo, spesso si preferisce prediligere la bellezza visiva al fascino dell’intreccio.

In questo caso, invece, si verifica l’inverso ed è vero che l’animazione appare un tantino semplicistica, ma d’altronde D’Alò, l’inventore della graziosa e simpatica cagnolina Pimpa, non è mai stato interessato all’impatto visivo, piuttosto a creare storie affascinanti, per un pubblico eterogeneo, fatto di grandi e piccoli, creando, come in questo caso, un arguto parallelismo tra Gesù bambino e Pinocchio, la favola italiana più conosciuta al mondo.

Il film è disponibile su Prime video

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