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“Delicatessen”: l’intramontabile e folle cult degli anni 90′

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Delicatessen è ambientato in un mondo post-apocalittico; gli inquilini di un appartamento sopra la macelleria ricevono occasionalmente delle prelibatezze a base di carne, un bene ormai scarso.

Un giovane appena arrivato in città si innamora della figlia del macellaio, causando conflitti nella sua famiglia, che ha bisogno del giovane per altri scopi legati al proprio business.

Il cult della coppia Jean-Pierre Jeunet e Marc Caro è uno dei quei film unici, delle pietre miliari del cinema francese e che hanno lasciato un segno nell’immaginario collettivo.

A metà tra l’onirico di Lynch e la spettacolarità di Powell e Pressburger, Delicatessen è un film ancora oggi divertente e che lascia senza parole.

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Delicatessen di Jeunet e Caro: il film cult che unisce humour nero, atmosfera post-apocalittica e un’estetica visiva diventata iconica.

La fine del mondo in Delicatessen

La giovane violoncellista Julie vive con il padre macellaio che traffica in carne umana. Abitano in un edificio fatiscente, popolato da inquilini inquietanti.

Julie si innamora del clown Louison,la neo vittima designata del padre, e per salvarlo trova aiuto in una setta di vegetariani che vivono e tramano nel sottosuolo.

Nella maggior parte dei modelli narrativi, la progressione drammatica si fonda sull’evoluzione del protagonista, che approda a una nuova consapevolezza.

Delicatessen, invece, devia da questa struttura: il fulcro del cambiamento non è il personaggio, ma l’assetto stesso del film. L’incipit è dominato da un registro cupo e macabro, espressione di una comunità che ha deliberatamente adottato una visione del mondo deformata e violenta.

Jeunet e Caro, infatti, decidono di non spiegarci mai l’origine di tutta questa distruzione e desolazione.

Tale impostazione viene subito problematizzata: l’opera la presenta come una scelta fallace, e la trama si dedica a mostrarne il progressivo superamento.

Il mutamento di tono non costituisce un semplice espediente stilistico, ma rappresenta la conseguenza diretta dell’introduzione di una figura capace di reintrodurre dinamiche vitali all’interno del gruppo.

Di conseguenza, la questione centrale non riguarda la plausibilità di comportamenti estremi in un contesto post-apocalittico.

La riflessione proposta dal film si concentra invece sulla possibilità che un singolo individuo ristabilisca, anche in condizioni limite, una prospettiva non totalmente priva di speranza.

Rimane l’ambientazione apocalittica, ma l’intervento del clown produce una trasformazione evidente nei personaggi circostanti, al punto che l’universo narrativo cessa di configurarsi come una realtà definitivamente desolata e lascia intravedere spazi di rigenerazione.

Delicatessen

Il significato di Delicatessen

In questa frattura si colloca il senso ultimo di Delicatessen: il mondo non viene redento da una rivelazione cosmica né da un eroe destinato a evolvere, ma dall’irruzione di un diverso modo di percepire e abitare la realtà.

Louison non modifica sé stesso — rimane costante nella sua gentilezza eccentrica — bensì costringe il film a modificare il proprio sguardo. L’oscurità iniziale non è smentita, ma ri-bilanciata: la violenza rimane possibile, il degrado persiste, e tuttavia qualcosa si incrina nell’ingranaggio della disperazione.

Nel finale, ciò che si impone non è l’illusione di un lieto fine, ma la constatazione che persino in un universo corrotto può inserirsi un principio di discontinuità.

La comunità, pur segnata da un passato di brutalità, è ora attraversata da un’energia nuova che non cancella il caos, ma lo rende abitabile. Delicatessen suggerisce così che la rigenerazione non nasce dalla ricostruzione del mondo, bensì dalla possibilità di immaginare — e condividere — un diverso ordine affettivo.

In questo spiraglio, fragile e imperfetto, risiede la sua verità più luminosa.

Con Delicatessen,non appena si abbraccia la follia e lo stile grottesco, diventa un film potente, capace di divertire e stupire ancora oggi a distanza di 34 anni dalla sua uscita nelle sale cinematografiche.

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