Dal 4 dicembre sarà disponibile in sala Attitudini: nessuna, un docufilm prodotto da Medusa Film, che si promette di ricostruire, attraverso l’occhio empatico e meticoloso della regista italo-francese Sophie Chiarello, la storia del trio comico composto da Aldo, Giovanni e Giacomo.
Un ritorno a scuola
Il pattern grafico e visivo della storia, a giudicare dalla scelta del titolo e dal font delle scritte che guidano alla lettura del documentario è quello della scuola. Il ritorno a scuola è il centro tematico del film. Il racconto iniziale e finale del trio parte proprio dai banchi di scuola e dall’infanzia nei rispettivi quartieri di Milano. Le pagelle scolastiche, i voti e quella risposta che dà Aldo alla domanda: “Attitudini? Nessuna”. Una resistenza comica che i tre attori hanno sempre attuato nella vita, come sul palco.
“Per me è stato davvero bello, è importante avere un diario, come un album delle fotografie sul percorso che ho fatto. Mi stupisco anche di ciò che abbiamo fatto e per dove e come ci siamo arrivati”.
Il trio comico raggiunge grandi vette, costruendo un cinema militante che dà voce a un teatro dell’assurdo ma altrettanto attento a delicatissime tematiche amorose e sociali. Ecco che i tre “bambini” diventano grandi, tutto in una volta, sul grande schermo. Attitudini: Nessuna si profila come un romanzo di formazione raccontato con una grande attenzione al punto di partenza, ai grembiuli di scuola e ai primi sogni nella testa. La regista:
“Sono voluta partire proprio dall’inizio. Volevo scovare chi fossero da piccoli, quali erano i loro sogni, se c’erano”
Un ritratto corale e meta-cinematografico
Il film scorre con un approccio emotivo e realistico efficace, alternando le testimonianze degli altri con quelle del trio. Ogni evento è letto alla luce di una pluralità di voci che rende empatico, ma non buonista, il diario di una vita vissuta. Le interviste sono il cuore del film, quelle con tutti gli addetti ai lavori con cui hanno condiviso schegge di vita: dal mondo del teatro, dalla televisione (Zelig, La Gialappa’s Show) fino al circo e infine al cinema.
Matura sullo schermo un quadro complesso su un trio che ha attraversato l’Italia anni ’80 e ’90, esperendo i cambiamenti a cui il mondo dello spettacolo si è sottoposto. Una scelta intelligente è anche quella di rendere il documentario un ritratto meta-cinematografico, con l’utilizzo di scene dei film della loro filmografia, a commento di ciò che ricordano, e anche per l’uso di scene tratte dal mondo del mimo anni ’20 (Charlie Chaplin e Buster Keaton). Sophie Chiarello è attenta a un mondo che cambia ma non lascia un attimo i tre comici, immortalandone ogni sguardo: quelli entusiasti di raccontare, ma anche i loro sguardi più vulnerabili per le confessioni, le amicizie perse, la difficoltà di ricominciare. Questo e tanto altro avvicina e fa riflettere sulla bellezza del mondo del cinema e soprattutto su quanto in là si possa spingere un sogno.
Un clown solo
“Quando siamo insieme succede qualcosa, avviene una magia, siamo un clown solo.”
Così commenta Giovanni Storti durante la conferenza stampa del film presso l’Adriano, cinema di Roma. E difatti il film lo racconta. I tre comici hanno cambiato strada tante volte dopo up and down, come il declino di Fuga da Reuma park, e il successo subito dopo di Odio L’estate. Oggi sono cambiati e seguono le loro reciproche passioni: Giovanni Storti con il suo canale web dedicato alle piante, Aldo Baglio e il suo ritorno in Sicilia tra l’amore della moglie e la passione per la pittura; e infine Giacomo Poretti, con sua moglie, completamente dedito al teatro, l’inizio di tutto. I tre sorvolano le difficoltà, i sacrifici economici, i cambi di rotta, le sconfitte lavorative e tutti i no di una scalata difficile, per poi definirsi con consapevolezza per ciò che sono davvero.
Aldo, Giovanni e Giacomo: la comicità che amiamo
Il trio conosce molto bene la regista, esso infatti ha interpretato il secondo cortometraggio di Sophie Chiarello, Un filo intorno al mondo, candidato ai Nastri d’Argento 2006. Questo rapporto nel tempo si è fortificato e arriva adesso a sfogliare le pagine del diario di tre vite, grazie al reciproco rapporto di stima e amicizia.
“Un rapporto di lavoro che è anche un rapporto di amicizia. Io mi sono formata con i loro film.”
Da Tre uomini e una gamba, passando per Così è la vitae Chiedimi se sono felice. Aldo, Giovanni e Giacomo fanno appassionare il pubblico a storie semplici, ma che toccano corde dell’animo sottilissime. La comicità come polvere magica per guardare ai rapporti illogici fra persone. Su un rapporto, però, non hanno mai dubitato: quello tra loro tre, nato per gioco e solidificatosi negli anni. Augurandoci altri lavori, colmi del loro talento cabarettista, mimico, drammaturgico, ci godiamo il regalo di Sophie. Attitudini: nessuna, ma, ironicamente, con la voglia di scoprirle.