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‘Put Your Soul on Your Hand and Walk’: il ricordo di Fatma Hassona

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Una struggente testimonianza della realtà dei palestinesi e l’eterno ricordo di una donna dal sorriso contagioso. L’indispensabile documentario Put Your Soul on Your Hand and Walk – Prendi in mano l’anima e cammina di Sepideh Farsi arriva nei cinema italiani. Presentato in anteprima mondiale nella sezione ACID al Festival di Cannes 2025, l’opera sarà disponibile nelle sale a partire dal 27 novembre, distribuito da Wanted.

La regista Sepideh Farsi è rinomata per diversi film di denuncia dei conflitti in Iran, il suo Paese natale, come Teheran senza autorizzazione, Red Rose e The Siren. Il suo necessario lavoro prosegue a Gaza, dove restano solo macerie di case distrutte e strade deserte. In particolare, si indaga l’occhio di Fatma Hassona, fotoreporter palestinese di 24 anni che con coraggio catturava le violenze subite. La sua missione era quella di essere una fedele testimone di quello che stava accadendo, in particolar modo dicendo: “Ogni secondo, quando cammini per strada, metti l’anima in mano e cammina”.

L’eredità di Fatma Hassona

Girato nell’arco di circa dodici mesi, a partire dall’aprile 2024, il film ricostruisce con precisione i dialoghi tra le due protagoniste e mette a nudo il processo di disumanizzazione che colpisce il popolo palestinese, troppo spesso inghiottito dal silenzio mediatico e politico. Put Your Soul on Your Hand and Walk si sviluppa attraverso una serie di videochiamate tra la regista Farsi e la fotogiornalista palestinese Fatma Hassona, che da Gaza racconta, con un coraggio lucido e feroce, la quotidianità sotto occupazione e bombardamenti.

Ne emerge un ritratto intimo e crudo della vita sotto assedio, un documento che non solo registra la realtà ma la trasforma in testimonianza viva e urgente. Il film diventa, suo malgrado, anche l’eredità di Fatma, uccisa da un raid aereo insieme a nove membri della sua famiglia mentre il progetto era ancora in lavorazione. Una morte che ha attraversato i confini, scuotendo profondamente la comunità internazionale.

Put Your Soul on Your Hand and Walk è struggente, ma essenziale

Le protagoniste di Put Your Soul on Your Hand and Walk sono la regista iraniana Sepideh Farsi, che vive a Parigi, e la giovane fotoreporter Fatma Hassona, che vive con la famiglia in Palestina documentando con le sue foto l’assedio della sua terra. Le due progettano di realizzare insieme un documentario di denuncia della tragica situazione palestinese. Perciò si parlano quasi ogni giorno con videochiamate che la regista tiene in memoria come documentazione per il lavoro da fare.

Nelle loro conversazioni si mescolano rapporti giornalistici sulla situazione quotidiana che Fatma vede attorno a se e conversazioni personali sulle speranze e i sogni di una ragazza che vorrebbe girare il mondo con la sua macchina fotografica, ma che è, invece, confinata nella sua casa. Un giorno Sepideh comunica a Fatma che avranno la possibilità di presentare il progetto al Festival di Cannes e che sono entrambe invitate sulla Croisette. Fatma è felicissima della notizia che accoglie con uno dei suoi meravigliosi sorrisi. Il giorno dopo, 16 aprile 2025, improvvisamente, la casa degli Hassona viene distrutta da missili di precisione che uccidono Fatma e gran parte della sua famiglia. Secondo la regista “l’edificio è stato preso di mira, visto l’alto numero di giornalisti e fotografi uccisi dall’esercito israeliano a Gaza”.

Il caso fa il giro del pianeta e scuote le coscienze. Quelle telefonate “preparatorie” diventano per la regista Farsi l’unico materiale disponibile per un film che viene pervicacemente alla luce. Ed è quanto mai autentico, necessario e urgente. Poco prima di andarsene la ragazza aveva detto: “Se muoio, voglio una morte rumorosa, che sia sentita da tutto il mondo”.

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