In streaming su Prime Video Mothers’ Instinct, un thriller del 2024, remake di Doppio Sospetto. È distribuito da Neon, diretto da Benoît Delhomme e scritto da Sarah Conradt.
Un film d’altri tempi, in tutti i sensi, caratterizzato da un forte senso estetico che indaga drammi psicologici della società borghese statunitense. Ma perché una pellicola con un concetto così interessante è passata così in sordina?
Mothers’ Instinct – Un incubo americano
Primi anni Sessanta. Due famiglie che vivono in ville confinanti sembrano incarnare il sogno americano. Tutto cambia quando il figlio di una delle coppie muore in un tragico incidente. Da quel momento, l’amicizia tra le due madri, Alice (Jessica Chastain) e Celine (Anne Hathaway), inizia a incrinarsi sempre di più, trasformandosi prima in sospetto, poi in odio.
Per i temi trattati, il film si colloca nel genere thriller. Allo stesso tempo, però, è anche un melodramma sotto mentite spoglie. Mother’s Instinct appare come un film d’altri tempi, quasi coevo alle vicende che racconta: un punto di incontro tra un’opera di Douglas Sirk e una di Alfred Hitchcock.
La facciata
Ciò che colpisce maggiormente in Mothers’ Instinct è una fotografia a dir poco pregiata. Si tratta infatti dell’opera prima di Benoît Delhomme, che fino a oggi ha lavorato come direttore della fotografia in Francia, a Hollywood e in ambito internazionale. Questo aspetto emerge con chiarezza attraverso una regia statica e distaccata — probabilmente più frutto di una certa inesperienza tecnica che di una scelta estetica consapevole — costruita su inquadrature altrettanto immobili. Al contrario, la fotografia sbiadita e i bianchi molto intensi, talvolta quasi bruciati, donano ai colori di set e costumi una tonalità pastello.
A completare il quadro, costumi e scenografie coerenti con l’epoca, caratterizzati da colori spesso vivaci, che richiamano l’immaginario pop-art del tempo.
Slow lane
Le difficoltà registiche si traducono in una evidente mancanza di ritmo, con la tendenza a dilungarsi su inquadrature statiche e su scene di scarso rilievo narrativo. Al contrario, i momenti più significativi risultano poco approfonditi e hanno un impatto ridotto, anche a causa di una direzione attoriale debole. Queste sequenze vengono spesso accantonate per lasciare spazio rapidamente ad altre.
Tale impostazione emerge in modo particolare nel primo atto, eccessivamente prolisso e dispersivo, che finisce per occupare più della metà del film.
Reazione a catena
Sono presenti alcune evidenti pecche tecniche anche sul piano narrativo. Si tratta di piccoli difetti che, tuttavia, accumulandosi, finiscono per trasformarsi in una valanga. Le protagoniste presentano poche caratteristiche distintive, spesso esplicitate attraverso dialoghi didascalici che forniscono informazioni dirette sul loro passato o sul loro stato emotivo.
Inoltre, alcune linee narrative restano irrisolte: accenni introdotti nel primo atto non riemergono più avanti e non trovano un reale sviluppo, lasciando aperte quelle che avrebbero potuto essere interessanti pinze narrative.
Sotto il tappeto
Mothers’ Instinct nasce da un’idea apparentemente vincente. Un dramma psicologico in cui le protagoniste non si confrontano con un nemico esterno, ma con le proprie insicurezze interiori. Attraverso il loro conflitto emerge la condizione femminile di un’epoca in cui la società non è ancora pronta a riconoscere le donne come lavoratrici o, più in generale, come individui completi al di là dei ruoli di genere. Anche l’ambientazione, con i suoi stili e colori Googie, restituisce con efficacia l’estetica dell’originale Doppio sospetto trasportata nell’America suburbana dell’era atomica.
L’esecuzione, tuttavia, rende il film sorprendentemente blando. Se la fotografia volutamente sbiadita rappresenta un tocco di classe, lo stesso non si può dire per gli altri elementi. Il ritmo appare incerto: il tempo, come le azioni, non è scandito con chiarezza e il passaggio da un’inquadratura all’altra può suggerire il trascorrere di pochi minuti o di diversi giorni. La responsabilità ricade su montaggio, regia e sceneggiatura, che nel complesso danno vita a un’opera quasi “compilativa”, priva di picchi o tensioni capaci di catturare davvero lo spettatore.
Eppure, Mothers’ Instinct non è un film superfluo. Nella sua semplicità, riesce a stimolare la curiosità di chi guarda, invitandolo a interrogarsi più volte su chi, tra le due protagoniste, sia davvero preda della follia. Le interpretazioni di Jessica Chastain e Anne Hathaway restituiscono intensità a due personaggi altrimenti poco delineati, offrendo il principale motivo di interesse per chi ama le loro prove attoriali, recitando di nuovo assieme dopo la collaborazione in Interstellar.
In definitiva, Mothers’ Instinct è un elegante esercizio di stile che tenta di indagare l’abisso della maternità, ma finisce per essere una pellicola sì pulita, ma troppo intenta a specchiarsi sui pochi pregi anziché osservare il resto.
Mothers’ Instinct è su Prime Video. Clicca qui per attivare la prova gratuita di 30 giorni e guardarlo adesso.