Disponibile su Netflix da pochi giorni, Wayward – Ribelli ha rapidamente conquistato il pubblico con il suo tono misterioso e una narrazione avvincente. Dopo il finale della prima stagione in molti si stanno chiedendo: ci sarà una seconda stagione? A rispondere sono gli stessi showrunner, Mae Martin e Ryan Scott.
Un finale che lascia il segno (e qualche porta aperta)
La trama si sviluppa attorno a una scuola isolata, situata nella cittadina di Tall Pines, dove vengono mandati adolescenti considerati “problematici”. Quando alcuni studenti tentano la fuga, vengono alla luce inquietanti segreti che coinvolgono non solo l’istituto, ma l’intera comunità locale.
Pur concepita fin dall’inizio come una miniserie autoconclusiva, Wayward – Ribelli si chiude con un finale che lascia intravedere possibili sviluppi futuri. Sebbene alcuni archi narrativi trovino una loro conclusione, altri rimangono volutamente aperti, alimentando la curiosità del pubblico e lasciando spazio a nuove interpretazioni.
In un’intervista a Variety, Mae Martin ha sottolineato come la reazione del pubblico al finale sia stata intensa e appassionata, suggerendo che “la gente voglia saperne di più”. Tuttavia, Martin ribadisce che Wayward – Ribelliè stata pensata per funzionare come una storia completa:
“Mi interessano molto le reazioni al finale. Alcuni pensano che la scelta di Alex sia ambigua. Io rispondo: ‘Forse non ha fatto la scelta che volevate’. A volte i personaggi fanno scelte umane, imperfette, deludenti. È questo che rende reale la storia.”
Martin aggiunge con ironia che, nella realtà, l’FBI sarebbe già intervenuto, vista la quantità di morti nel corso della trama. Un commento che sembra sottolineare come una seconda stagione, per quanto affascinante da immaginare, non sia attualmente nei piani.
Anche Ryan Scott, co-creatore della serie, ha riflettuto sulle decisioni dei personaggi e sul significato più profondo del finale. Secondo lui, le scelte compiute – specialmente da Dempsey – riflettono una certa verità sull’età adulta:
“Spesso non siamo disposti a rischiare le nostre piccole vite per fare ciò che è giusto. È una triste realtà della maturità. Alcuni, come Abbie, riescono a restare fedeli a se stessi, altri no. Non esiste un solo modo corretto per affrontare il trauma.”
Le parole di Scott confermano che la serie ha volutamente mostrato una pluralità di risposte emotive e morali, offrendo uno spaccato realistico dell’esperienza umana.
La seconda stagione si farà?
Sia Martin che Scott si dichiarano soddisfatti di come si è conclusa la storia e della conversazione che ha suscitato tra il pubblico. Pur riconoscendo l’interesse per un possibile seguito, entrambi non hanno attualmente in programma una seconda stagione.
Tuttavia, come spesso accade con le serie Netflix, tutto dipenderà dal successo della prima stagione nel tempo e dal livello di coinvolgimento del pubblico. Nulla vieta, quindi, che in futuro gli autori possano tornare su Tall Pines, magari per esplorare nuove trame o approfondire la vita di alcuni personaggi rimasti in sospeso.