Dal 25 settembre è disponibile su NetflixWayward – Ribelli, miniserie canadese in otto episodi prodotta da Netflix Canada e creata dall’attrice e sceneggiatrice Mae Martin. Wayward – Ribelli si sviluppa in otto episodi ambientati nella fittizia e apparentemente placida cittadina di Tall Pines.
Al centro della narrazione c’è la Tall Pines Academy, un centro correzionale per adolescenti problematici gestito con pugno di ferro dalla direttrice Evelyn Wade, interpretata da una Toni Collette ipnotica e disturbante. Dietro l’apparenza di un programma educativo all’avanguardia si nascondono pratiche coercitive e un sistema repressivo che soffoca i ragazzi anziché aiutarli.
Pur partendo da una struttura narrativa thriller, arricchita da elementi soprannaturali, la serie mira a indagare anche questioni sociologiche complesse.
Wayword – Ribelli: la trama
La storia si snoda attraverso il punto di vista di Alex Dempsey (Mae Martin), un agente di polizia che si trasferisce con la moglie incinta, Laura (Sarah Gadon), nella cittadina di Tall Pines per voltare pagina. Ma il nuovo inizio si trasforma presto in un viaggio tra segreti, bugie e verità scomode.
Parallelamente, due adolescenti – Abbie e Leila – cercano disperatamente una via d’uscita dall’istituto, mettendo in moto una catena di eventi che coinvolgerà anche Alex. L’indagine del poliziotto diventa sempre più personale, rivelando connessioni inattese con il passato della moglie e con la stessa comunità, che sembra voler proteggere a tutti i costi l’oscuro segreto dell’accademia.
Toni Collette: il volto oscuro della serie
Toni Collette domina la scena con un ruolo ambiguo e potente. Evelyn Wade è una figura che oscilla tra il culto della personalità e il plagio psicologico, presentandosi come una salvatrice agli occhi dei genitori, ma rivelando gradualmente metodi oppressivi e una visione disturbata dell’ordine e della disciplina.
Collette delinea con grande intensità le sfumature emotive e ideologiche di Evelyn: una donna convinta di agire per il bene collettivo, ma pronta a calpestare qualsiasi limite pur di preservare il proprio sistema.
Il rapporto tra le protagoniste
Il vero punto di forza della serie è il rapporto tra le due giovani protagoniste, Leila (Alyvia Alyn Lind) e Abbie (Sydney Topliffe), che affrontano insieme il percorso doloroso di crescita e ribellione. In un contesto fatto di adulti manipolatori, assenti o emotivamente spenti, le due ragazze cercano di riconquistare la propria identità. La loro amicizia, però, fatica a mantenere coerenza e profondità lungo gli episodi, incappando in dinamiche a volte già viste o gestite con una certa fretta narrativa.
Un racconto coinvolgente nonostante alcune criticità
Wayward – Ribelli nasce con buone premesse: una cornice da thriller psicologico, un cast solido e un’analisi approfondita di tematiche complesse come il trauma generazionale, la manipolazione mentale e l’abuso di potere, nascosto dietro pratiche che si presentano come terapeutiche.
Pur con qualche incertezza nella gestione della trama, la serie riesce però comunque a offrire una visione coinvolgente e stimolante, che spinge a riflettere su quanto possano essere sottili – e insidiosi – i confini tra educazione e manipolazione.