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Il regno segreto di Doris Wishman: la regina ribelle del nudies
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3 mesi agoon
Il cinema indipendente americano degli anni ’60 e ’70 è un territorio selvaggio, un’era di ribellione e trasgressione. In questo panorama dominato da figure maschili, emerge la sagoma minuta ma determinata di Doris Wishman. Una regista che ha scolpito il proprio nome nel genere “nudie-cutie” con una forza e una visione uniche. Doris Wishman ha creato un cinema di desiderio e voyeurismo, ma anche di liberazione femminile. Ha navigato con astuzia tra la censura e le aspettative di un’industria cinematografica dominata dagli uomini. La sua filmografia, che conta oltre 30 titoli, è un viaggio surreale e spesso bizzarro attraverso il sesso, la solitudine e le fantasie della borghesia americana.
Gli Inizi e l’Ascesa della Nudie Queen
Doris Wishman nasce a New York nel 1912 e, prima di diventare regista, svolge diversi lavori, tra cui l’addetta alla sala stampa per la nota casa di distribuzione Monogram Pictures. Questa esperienza le fornisce una profonda conoscenza dell’industria cinematografica. La sua carriera da regista inizia negli anni ’60, un periodo in cui il cinema mainstream era ancora vincolato da codici morali rigidi. Wishman capisce che la vera frontiera è l’indipendenza e la produzione di film a basso costo. Il suo primo lungometraggio, “Hideout in the Sun” (1960), segna il suo debutto nel genere “nudie“, film a colori che mostrano nudità non esplicite, mascherate da trame esili e spesso comiche.
L’intuizione commerciale di Wishman e la nascita del genere “nudie”
Questi film, sebbene lontani dall’essere opere d’arte, rivelano un’intuizione commerciale straordinaria. Wishman capisce che il pubblico desidera vedere corpi nudi, ma allo stesso tempo vuole che la nudità sia giustificata da una trama, anche se debole. I suoi film si svolgono spesso in contesti strampalati: un campeggio nudista (“Blaze Starr Goes Nudist“), una scuola di “salute” per signore (“A Taste of Flesh“), o un’isola deserta (“Gentlemen Prefer Blondes“). La regia di Wishman è riconoscibile per la sua estetica minimalista e il suo stile voyeuristico. Spesso la telecamera si sofferma su corpi femminili, ma lo fa con una certa distanza, quasi con l’innocenza di chi osserva da lontano.
Il Lavoro con Chesty Morgan
La sua collaborazione più celebre è stata con l’attrice e showgirl Chesty Morgan, nota per il suo seno imponente, che ha recitato in due dei suoi film più famosi: “Double Agent 73” (1974) e “Deadly Weapons” (1974). In queste pellicole, Wishman fonde il genere spionistico con il nudie, creando un mix di comicità e voyeurismo. I film mostrano Chesty che usa il suo corpo come arma, in un’esplosione di ironia e audacia. In “Double Agent 73“, Chesty Morgan interpreta un’agente segreta che, per svelare una cospirazione, usa le sue “armi” per sedurre i nemici. Con un’audacia che sfida le convenzioni dell’epoca, Wishman trasforma il corpo di Chesty da oggetto di desiderio a strumento di potere, un’idea radicale per il genere. In “Deadly Weapons“, Chesty deve vendicare la morte del suo fidanzato, e ancora una volta, le sue armi sono il suo corpo e la sua determinazione. Questi film, sebbene low-budget, sono un esempio perfetto di come Wishman abbia saputo sovvertire le aspettative, trasformando il voyeurismo in una forma di empowerment femminile bizzarra e ironica.
L’Erotismo Semplice e il Paradosso dell’Autrice
Il cinema di Doris Wishman è intriso di paradossi. Durante la liberazione sessuale, ha realizzato film che sembrano allo stesso tempo sessisti e femministi. Sebbene il suo sguardo sia spesso voyeuristico, le sue eroine non sono mai vittime. Sono donne che agiscono e controllano il proprio destino, persino quando mostrano il loro corpo in una commedia erotica. Questa apparente contraddizione è il fulcro della sua visione: il desiderio maschile viene soddisfatto, ma il potere resta in mano ai personaggi femminili. Anche la sua estetica è paradossale. Wishman non era una regista tecnicamente sofisticata e non ambiva a esserlo. I suoi film si distinguono per un montaggio brusco, dialoghi goffi e recitazioni quasi amatoriali. Ma questa imperfezione li ha resi affascinanti per il loro pubblico di nicchia. Sembrano grezzi e diretti, con l’autenticità del cinema fatto in casa. Con poche risorse, Wishman ha trasformato i suoi limiti in punti di forza, creando uno stile unico e riconoscibile.
Una Vita Lontana dai Riflettori
Al di là della sua prolifica carriera dietro la macchina da presa, la vita privata di Doris Wishman è rimasta un mistero gelosamente custodito. A differenza delle figure eccentriche che popolano i suoi film, lei era una donna riservata, che preferiva lavorare nell’ombra piuttosto che sotto i riflettori. Era nota per essere una lavoratrice indefessa e un’abile negoziatrice, ma si sa poco delle sue relazioni personali o delle sue passioni al di fuori del set. La sua vita era interamente dedicata al lavoro, al punto che molti dei suoi collaboratori la ricordano come una figura instancabile, che gestiva ogni aspetto della produzione, dalla sceneggiatura alla distribuzione, in un’epoca in cui le donne nel cinema erano relegate a ruoli secondari. La sua storia personale si fonde quasi completamente con la sua opera, lasciando un vuoto che alimenta il fascino intorno alla sua figura, quasi come se volesse mantenere un’aura di mistero, coerente con il cinema che ha creato.
Un’eredità da riscoprire
Negli anni successivi, l’avvento del porno hardcore ha reso obsoleti i film nudie. Con un’industria che si muoveva verso contenuti sempre più espliciti, lo stile più allusivo e soft di Wishman perse il suo appeal commerciale. Per questo motivo, Wishman si è ritirata dalla scena cinematografica e ha vissuto in relativa oscurità per molti anni, con la sua figura e il suo lavoro che sembravano destinati all’oblio. Solo alla fine degli anni ’90, con la riscoperta del cinema di genere e la rivalutazione dei film “di serie B” da parte di critici e appassionati, la sua opera è stata finalmente riscoperta e rivalutata. Oggi, Doris Wishman è considerata una figura di culto, un’autrice con un’estetica unica e un’importanza storica che va oltre il genere che ha contribuito a creare. I suoi film non sono solo semplici pellicole erotiche, ma un documento storico, un ritratto di un’epoca di profondi cambiamenti sociali e sessuali, visti attraverso gli occhi di una donna che, nonostante le limitazioni e i pregiudizi, è riuscita a trovare la sua voce. La sua storia ci insegna che il cinema, anche quello più marginale, può nascondere tesori inaspettati e storie di ribellione silenziosa.