Netflix ha pubblicato il trailer di Boots, una commedia drammatica di formazione che in qualche modo riesce a coniugare il Corpo dei Marines degli Stati Uniti con Freedom di George Michael, cantata non da George stesso, ma dal San Diego Gay Men’s Chorus.
Sottigliezza? Mai sentita nominare. Basata sul memoir di Greg Cope White, The Pink Marine, la serie ci catapulta nel 1990, quando essere gay nell’esercito era ancora illegale e il campo di addestramento era fatto in parti uguali di fango, sergenti urlanti e crisi esistenziale.
Vi presentiamo Cameron, il vostro marine gay in divenire
Miles Heizer (Tredici) interpreta Cameron Cope, un ragazzo represso, senza una direzione e con un migliore amico eterosessuale (Ray, interpretato da Liam Oh) che si arruola nei Marines perché… perché no?
Al colloquio di reclutamento, quando gli viene chiesto perché voglia arruolarsi, Cameron sbotta: “Ehm, per… la libertà”. L’ironia si scrive da sola. Ecco il ritornello queer, il trauma di non potersi esprimere.
Campo di addestramento, ma rendilo favoloso
Le reclute si ritrovano fango, sudore, lividi e si scontrano tra loro. Cameron, nel frattempo, si ritrova fango, sudore, lividi e la terrificante consapevolezza che il campo di addestramento non è un campo estivo.
A bordo anche Vera Farmiga nei panni della madre narcisista Barbara, a ricordarci che l’addestramento dei Marines non è l’unica forza brutale nella sua vita.
Ensemble Mayhem, Curtain Call
Il cast di supporto è vasto, dal sergente Sullivan, rigido come le regole, interpretato da Max Parker, al capitano Fajardo di Ana Ayora, fino all’aristocratico Thaddeus Beau Sterling Hicks di Angus O’Brien (sì, davvero).
La serie è creata da Andy Parker e prodotta da Norman Lear, il compianto, grande rivoluzionario delle sitcom americane, che ha inserito Boots nel suo postumo microfono.
Ordini di marcia
In uscita il 9 ottobre su Netflix, Boots non è solo l’ennesima commedia drammatica in costume.
È l’ultima risata di Norman Lear, una granata scintillante lanciata direttamente nella storia militare, a ricordarci che a volte l’atto di servizio più coraggioso è essere se stessi senza rimorsi, anche indossando gli anfibi.
Fonte: Deadline