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Berlinale 2026: La Retrospettiva “Lost in the 90s” esplora il cinema dopo la caduta del Muro

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La 76ª edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino ha svelato il tema della sua prossima Retrospettiva: “Lost in the 90s”. Il programma, che presenterà 22 film, si concentrerà sugli anni ’90, un decennio di grandi sconvolgimenti e di rinascita creativa per il cinema, sia a Berlino che a livello internazionale.

La fine della Guerra Fredda e l’apertura dei confini hanno innescato una vera e propria rivoluzione culturale. Come sottolinea la direttrice della Berlinale, Tricia Tuttle, “il punto di partenza per la Retrospettiva curata da Heleen e dal suo team è la Berlino dopo la caduta del Muro, un periodo segnato da sconvolgimenti e nuovi inizi”. I registi, sia occidentali che orientali, hanno esplorato nuovi spazi e sperimentato nuovi linguaggi, in un’epoca in cui video, MTV e l’alba della rivoluzione digitale aprivano orizzonti inaspettati.

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Le tre sezioni di ‘Lost in the 90s’

La rassegna, curata da Heleen Gerritsen — da giugno 2025 nuova direttrice artistica della Deutsche Kinemathek — sarà strutturata in tre sezioni tematiche:

  • “Berlin”: si concentrerà sui film realizzati nella capitale tedesca negli anni ’90, esplorando l’atmosfera di libertà e rinnovamento che la città ha vissuto. Tra i film in programma, Prinz in Hölleland (1993) di Michael Stocks.
  • “East Meets West”: questa sezione esaminerà gli scambi cinematografici tra Est e Ovest. Registi come Chantal Akerman, Jean-Luc Godard e Werner Herzog hanno girato nell’Europa orientale, mentre talenti come Zbigniew Rybczyński, Jan Švankmajer e il polacco Krzysztof Kieślowski hanno portato nuova linfa al cinema occidentale. Saranno mostrati film come Videograms of a Revolution (1992) di Harun Farocki e Andrei Ujica e Johanna d’Arc of Mongolia (1989) di Ulrike Ottinger.
  • “The End of History”: con un titolo che parafrasa ironicamente la teoria di Francis Fukuyama, questa sezione proporrà opere che hanno messo in discussione il sistema. Saranno esplorate le sottoculture dell’epoca e i ritratti della Generazione X, con film statunitensi come Slacker (1990) di Richard Linklater, Boyz n the Hood (1991) di John Singleton e le opere di Todd Solondz.

Le dichiarazioni

Heleen Gerritsen, che vanta un’ampia esperienza nel cinema dell’Europa centrale e orientale, ha dichiarato che la Retrospettiva celebra un periodo in cui “430 milioni di persone” sono state direttamente coinvolte dagli sconvolgimenti post-Muro. “È stato un tempo di crisi e conflitti ma, allo stesso tempo, i confini e gli archivi si stavano aprendo”, ha aggiunto.

La proiezione dei film avverrà anche presso il complesso E-Werk, un ex monumento industriale che negli anni ’90 fu un celebre club techno, creando così un’ambientazione suggestiva e coerente con il tema della rassegna. Oltre alle proiezioni, la Kinemathek ospiterà dibattiti ed eventi di networking.

Il programma completo della Retrospettiva 2026 sarà reso pubblico a dicembre 2025.

Heleen Gerritsen, la nuova direttrice artistica della Deutsche Kinemathek

Heleen Gerritsen ha studiato Lingue slave, Storia dell’Europa orientale ed Economia ad Amsterdam e a San Pietroburgo. Dopo aver lavorato in produzione per canali come ARTE e SWR, è passata a ruoli curatoriali di spicco. Dal 2014 al 2016 ha diretto il dokumentART – European Documentary Film Festival e, dal 2017 al 2025, il goEast – Festival of Central and Eastern European Film. La sua profonda conoscenza del cinema dell’Est e le sue competenze nelle “culture della memoria” e nella “narrazione immersiva” la rendono la figura ideale per guidare la Deutsche Kinemathek in questa nuova fase.

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