Il 5 settembre, penultimo giorno dell’82° mostra del cinema di Venezia, è stato presentato in Concorso l’ultimo film della regista ungherese Ildikó Enyedi, Silent Friend. Il film include nel cast attori riconosciuti internazionalmente per la loro perizia, come Tony Leung, Léa Seydouxe Luna Wedler, che la giuria, proprio per questa interpretazione, ha deciso di insignire del premio Mastroianni.
La trama
Il film è strutturato attorno al Ginkgo Baloba, un albero radicato da decenni nel giardino botanico di una città universitaria tedesca. Dalla pianta si sviluppa un rizoma di tre storie, tutte ineludibilmente connesse al maestoso albero fondamento del film, e tutte nutrite da esso. I tre intrecci sono ambientati in differenti epoche storiche e presentano personaggi difformi: la prima storia è collocata nel 2020 e ha come protagonista un neuroscienziato di Hong Kong, la seconda ha luogo nel 1972 e il personaggio principale è una studentessa, la terza è situata nel 1908 e segue la prima donna ammessa all’università della città.
Suggestioni
Nonostante tutto, la chiave per decodificare il film e le storie che lo compongono rimane l’albero, come se la regista volesse riportare l’attenzione dello spettatore sulla natura che contiene già tutte le risposte che agogniamo, perché essa è immutata e immutabile; e per questo è coscienza e memoria collettiva passata, presente e futura.