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Carolina Cavalli: la regista rivelazione del cinema contemporaneo

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Con Il rapimento di Arabella, Carolina Cavalli partecipa per la seconda volta consecutiva alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, confermando il suo percorso autoriale come una delle scoperte più interessanti del nuovo cinema italiano. Dopo l’apprezzato esordio alla regia con Amanda, la giovane autrice milanese torna con un’opera che si preannuncia fedele alla sua cifra stilistica.

Un’autrice versatile tra cinema e letteratura

Dopo una laurea in lettere e filosofia ottenuta a Parigi, la regista ha iniziato a scrivere sceneggiature, costruendo nel tempo un linguaggio personale e riconoscibile. La sua è una formazione autodidatta, sviluppata attraverso una forte esposizione alla narrativa audiovisiva e affinata poi sul campo.

Dopo gli esordi come sceneggiatrice nel 2016, Cavalli si è rapidamente affermata come talento poliedrico. Ha ricevuto il prestigioso San Francisco Film Society Rainin Filmmaking Grant per la co-sceneggiatura del film Fremont, diretto da Babak Jalali e presentato al Sundance Film Festival nel 2023. Con la serie Mi hanno sputato nel milkshake, di cui è autrice e co-regista, ha vinto il Premio Solinas Experimenta, dimostrando una notevole capacità di raccontare il quotidiano con ironia e profondità. Mentre di recente ha debuttato in campo letterario con Metropolitania, pubblicato da Fandango.

Il debutto alla regia con Amanda le è valso una candidatura ai David di Donatello per il Miglior esordio, consacrandola tra le rivelazioni del cinema italiano. Con Il rapimento di Arabella, Cavalli prosegue il suo viaggio artistico tra personaggi eccentrici, alienazione giovanile e un uso della commedia come strumento per esplorare il disagio esistenziale contemporaneo. Una regista che non si limita a raccontare storie, ma che sembra inventare ogni volta un nuovo modo per farlo.

Amanda (2022)

Amanda ha 25 anni, un’intelligenza vivace e uno sguardo dolce – seppur disincantato – sul mondo che la circonda. Insofferente alle convenzioni sociali e segnata da una profonda solitudine, fatica a instaurare delle amicizie.
Le uniche persone con cui si confronta sono la governante e la nipote di 8 anni.  
Una possibile via d’uscita dalla solitudine si presenta quando Amanda scopre di aver avuto un’amica d’infanzia, Rebecca, una coetanea con cui ha perso ogni contatto e che ora vive isolata nella sua stanza.
Convinta che la chiave della sua felicità sia nella possibilità di avere una vera amica, si lancia in una missione tanto goffa quanto sincera, tra dialoghi surreali e tentativi di forzare la vicinanza con Rebecca, che invece inizialmente la respinge.  
Ne nasce lentamente un legame inaspettato che rompe l’isolamento di entrambe.

Un film brillante e travolgente scritto e diretto dalla stessa Cavalli, che trova in Benedetta Porcaroli un’interprete convincente e perfettamente calata nel ruolo.

Il rapimento di Arabella (2025)

Holly ha 28 anni, ha sempre pensato di essere la versione sbagliata di sé stessa e che la sua vita non sia andata nel modo giusto. Quando incontra una bambina di nome Arabella, si convince di aver trovato sé stessa da piccola. Decisa a scappare di casa, la bambina nasconde la sua identità e asseconda il desiderio di Holly: tornare indietro e diventare qualcuno di speciale.

Il film vede nuovamente protagonista la Porcaroli e sarà presentato in anteprima mondiale nella sezione Orizzonti alla 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

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