Racchiuso in custodia amaray inserita in slipcase cartonato, si aggiunge in formato blu-ray alla collana Midnight Gold di Plaion pictures Q – Il serpente alato. Uno di quei titoli che, circolato in videocassetta semplicemente come Il serpente alato, ha goduto di non pochi passaggi televisivi nei mitici anni Ottanta. D’altra parte, chi è cresciuto nel decennio reaganiano non potrà averlo dimenticato facilmente, complice la quantità di violenza impressionante agli occhi dei ragazzini di allora. Ma, procedendo in ordine, di cosa stiamo parlando? Di una produzione datata 1982 ambientata in una New York sconvolta da una sequela di morti misteriose. Morti che secondo alcune testimonianze sarebbero attribuibili ad una gigantesca creatura svolazzante come nulla fosse nei cieli della Grande mela.
E si tratta infatti di Qetzalcoatl, serpente piumato della mitologia azteca risvegliato dai sanguinosi riti di un misterioso fanatico.
Sebbene il mostro si presenti tutt’altro che ricoperto di piume, bensì glabro e dalle sembianze tutt’altro che distanti da quelle di un dinosauro. Perché, in fin dei conti, è chiaramente un omaggio ai monster movie del passato che intende essere la oltre ora e mezza di visione. Tanto più che la divinità ammazza-umani è concepita attraverso riusciti effetti speciali in stop motion a cura del grande David Allen. Anche se nei titoli di testa è possibile leggere, inoltre, il nome di Randall William Cook. Ovvero colui che, circa due decenni dopo, si sarebbe aggiudicato il premio Oscar con la trilogia jacksoniana de Il Signore degli Anelli. Ma, autore di gioielli del calibro di Baby killer e The stuff – Il gelato che uccide, al timone di regia Larry Cohen racconta anche altro.
Perché Q – Il serpente alato si sviluppa in maniera evidente su più tracce. In primis, ovviamente, abbiamo le uccisioni da parte del serpente alato, che stacca teste e divora chiunque capiti davanti ai suoi occhi. Da un lavavetri sospeso al di fuori di un grattacielo ad una ragazza che sta prendendo il sole nuda in cima ad un edificio. Il tutto giocato per lo più tra soggettive, fugaci dettagli della fisionomia del bestione ed efficaci accenni di splatter. Quest’ultimo molto più accentuato quando entrano in gioco gli scorticamenti operati dal fanatico di cui sopra. Poi vi è il lato delle indagini affidato ai due detective dai volti cult di David Carradine e Richard Roundtree.
Infine e, soprattutto, il pianista fallito ed ex tossicodipendente cui concede anima e corpo Michael Moriarty, supportato dalla compagna interpretata da Candy Clark.
Un disperato che spalleggia goffamente una combriccola di criminali e che nasconde una refurtiva in cima al Chrysler Building. Costruzione dove, richiamando alla memoria l’epilogo di King Kong, si svolge lo scontro finale con il predatore alato. Anche perché è proprio lì che ha costruito il proprio nido che, scoperto, appunto, dall’uomo, assume i connotati del colpo della sua vita. Un aspetto che, sapendo chi si trova dietro alla macchina da presa, si lascia intendere a suo modo come forma di potere da sfruttare. Perché Q – Il serpente alato è sicuramente un fanta-horror movimentato e capace di intrattenere… ma è impossibile pensare che Cohen non abbia incluso nel tutto il proprio immancabile tocco a base di critica sociale. Con il suo commento audio nella sezione extra insieme al teaser trailer, mentre all’interno della confezione sono inclusi un booklet e una card da collezione.