A noleggio su Prime Video il debutto alla regia di Mark Anthony Green: Opus – Venera la tua stella (Opus, 2025). Un thriller/horror con protagonista la star di The Bear, Ayo Edebiri, e un John Malkovich in grande spolvero. Un film di sette, culti e giornalisti che riflette sulla mediocrità e sul desiderio di cambiare “livello” sociale.
Opus: Moretti è tornato. Attenzione agli spoiler
Una giornalista, Ariel Ecton, viene invitata nella remota tenuta di una leggendaria stella del pop, Alfred Moretti, scomparsa misteriosamente 30 anni fa. Ben presto Ariel si rende conto che le persone che lavorano con lui, un culto di adulatori del cantante che dicono di appartenere ad una religione chiamata “Il Livello”, sono pericolosi e parte di un piano contorto.
Un film di giornalisti
Opus – Venera la tua stella è innanzitutto un film sul giornalismo e una riflessione sull’impatto che le parole di chi scrive hanno sul mondo esterno. Il film di Green è un’opera che riflette chiaramente i nostri tempi e soprattutto l’aura di pessimismo che accompagna il passaggio delle informazioni nella società contemporanea.
Ariel vorrebbe poter scrivere un articolo aggiuntivo a quello che scriverà il suo capo Stan Sullivan (Murray Bartlett) basato sulle bizzarrie che circondano la figura di Moretti e il culto a cui sia lui che i suoi adulatori credono così ardentemente. Tuttavia, Stan le ricorda che loro devono occuparsi solo della musica e di nient’altro. Nonostante ciò, Ariel non si precluderà la possibilità di segnare nella sua agendina tutto ciò che non le quadra fino a quando l’orrore non prenderà il sopravvento sul film conducendo gli eventi verso un amaro finale.
Non ci sono più “gli uomini del presidente”
La premessa fatta nel paragrafo precedente può far credere che Opus – venera la tua stella sia un film che esalti la figura di Ariel e la testardaggine del giornalista che non può far a meno di tenere il capo chino di fronte a una storia che merita di essere raccontata. Tuttavia, così non è. Nel 2025 al cinema non c’è più posto per giornalisti come Woodward e Bernstein, i personaggi di Redford e Hoffman in Tutti gli uomini del presidente (All the President’s Men, Alan J. Pakula, 1976). Personaggi che hanno la forza di credere nel giornalismo e in ciò che fanno a tal punto da mettere in scacco il presidente degli Stati Uniti Richard Nixon.
Il successo
Infatti, il successo di Ariel, nato in seguito alla pubblicazione di un reportage che descrive come è riuscita a scampare ai tragici eventi nella tenuta di Moretti, rivela nel finale la sua doppia natura. L’obiettivo di Moretti è sempre stato quello di lasciare viva Ariel proprio perché grazie al suo racconto giornalistico altre persone saranno ispirate da “Il Livello” e porteranno a compimento il suo lavoro. L’informazione dunque, anche quando in buona fede, genera mostri. Tuttavia, va sottolineato come Green, in realtà, non abbia realizzato un film in aperta critica al giornalismo. Ma anzi, Opus – Venera la tua stella è un film che vorrebbe poter vedere trionfare la stampa, nonostante al giorno d’oggi la sfiducia sia grande e l’impresa ardua.
La setta
Quest’aspetto è insito alla natura stessa del film. Realizzare un horror su una setta, un culto, una cospirazione che trama alle spalle dei personaggi si pone come obiettivo quello di metterci in contatto con una paranoia che é tipica della contemporaneità: uno stato mentale e sociale che non permette ai singoli di riuscire a fare quel passo decisivo per risolvere una situazione. Tutto ciò che è attorno a noi pare essere fuori dal nostro controllo e contro noi stessi. Quest’atmosfera angosciosa che Opus – Venera la tua stella descrive è infatti, una tendenza dell’horror contemporaneo. Sono numerosi i film che hanno messo al centro delle loro narrazioni una setta o uno strano culto collegandolo a questo senso di oppressione appena descritto.
Pensiamo a Scappa – Get Out (Get Out, Jordan Peele, 2017) Midsommar – Il villaggio dei dannati (Midsommar, Ari Aster, 2019), The Menu (id., Mark Mylod, 2022) oppure al recente Blink Twice (id., Zoë Kravitz, 2024).
I difetti
Proprio a partire da questa riflessione però, bisogna evidenziare i difetti del film di Green. Purtroppo, proprio a causa del forte richiamo a molte precedenti pellicole a tema (alcune davvero importanti nella storia del cinema recente) Opus – venera la tua stella non riesce a ritagliarsi il suo posto. Tutto pare già visto e fin troppo ripetitivo, nonostante si stia parlando comunque di un prodotto di buon “livello”. Un’opera che non riesce a differenziarsi dalla ‘folla’ che lo circonda, rimanendo perciò senza infamia e senza lode.