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‘E poi si vede’ – l’ansia dei 30 anni ai giorni nostri

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Con l’esordio dei fratelli Sansoni (Fabrizio e Federico Sansone) al cinema, arriva su Netflix E poi si vede.
Distribuito da Warner Bros Pictures il 27 marzo 2025 e diretto da Giovanni Calvaruso, il film segue le vicende di tre trentenni che si trovano ad affrontare una triste realtà: trovare un lavoro stabile e sicuro nella società odierna. Per farlo, dovranno superare un concorso pubblico che ha come premio un posto fisso nell’ufficio legale del comune di Malvasia, tra raccomandazioni, inganni e finta meritocrazia.

Che fatica la vita a trent’anni!

Ormai, purtroppo è risaputo: essere trentenni al giorno d’oggi è veramente faticoso e stancante.
Siamo circondati da un sentimento generale di rassegnazione nei confronti nella società italiana che porta i giovani a considerare tre conclusioni logiche: espatriare, accontentarsi, tentare la fortuna.

I fratelli Sansoni lo sanno bene e portano sullo schermo, con delicatezza e comicità, questa situazione di incertezza lavorativa sempre più presente. Lo fanno attraverso la storia di tre giovani adulti che hanno un background familiare completamente diverso tra loro, ispirandosi a Quo Vado? (2016) di Checco Zalone.

E poi si vede

Federico Pagano (Federico Sansone) è il figlio del consigliere comunale di Malvasia. Laureato in giurisprudenza per compiacere il padre, ha perso la voglia di impegnarsi, di provare a mettersi in gioco e cerca in tutti i modi – soprattutto con bugie e inganni –  di superare il concorso pubblico per ottenere il posto fisso. Il padre crede fortemente nella meritocrazia e non ha mai voluto concedergli favori e raccomandazioni. Crede nelle capacità del figlio ma è proprio quest’ultimo, ormai rassegnato, a non credere più in sé stesso.

Fabrizio (Fabrizio Sansone) invece viene da una famiglia più umile, sempre  attenta al portafoglio per riuscire a sbarcare il lunario, e che sprona il figlio a studiare per superare lo stesso concorso di Federico. Infatti, Fabrizio, seppur laureato in legge e avvocato sulla carta, ha deciso di non praticare la professione e di lavorare come corriere in attesa di un futuro migliore. Per farlo, deve vincere il posto fisso e trovare una stabilità economica che a lui, così come a tantissimi suoi coetanei, manca del tutto.

Terzo trentenne di rilievo è invece Luca Purpura (Gabriele Cicirello). Figlio della senatrice Purpura, interpretata da una meravigliosa Donatella Finocchiaro, ha sempre avuto la strada spianata. La madre, infatti, gli ha comprato la laurea e ora vuole comprargli e assicurargli il posto fisso, cosa che però Luca non vuole.
Solo uno dei tre riuscirà, alla fine, a conquistare l’agognato posto di lavoro, ma non prima di aver dimostrato, ancora una volta, che le bugie hanno le gambe corte e che, con un pizzico di fortuna, la meritocrazia può davvero avere la meglio.

Tra padri e figli…

 

“Se a trent’anni non abbiamo un lavoro e una famiglia siamo …?

– In ritardo!

– No, mamma, non siamo in ritardo. Siamo normali. Normali!”

In un’epoca che accelera senza sosta, restare al passo è già una sfida, ma convincere chi ci ha preceduto che abbiamo bisogno di più tempo, lo è ancora di più. Un tempo, a 30 anni, eri già sposato, con un lavoro stabile, dei figli e una certa sicurezza economica. Oggi, sono in pochi a potersi permettere un simile lusso.

“I 30 anni sono i nuovi 20. I 40 i nuovi 30, e così via …”. Il tempo ormai è più dilatato e trovare un lavoro buono e congruo anche con il proprio percorso di studi è sempre più difficile e a volte sembra un sogno proprio impossibile da realizzare. O ti accontenti, o in Italia non vai da nessuna parte. Oppure vai via, lasci la patria e provi a realizzarti altrove.
Come ricorda un personaggio centrale nel film, apparteniamo a una generazione cresciuta senza gli strumenti necessari per affrontare una realtà profondamente cambiata. Chi ci ha preceduti ha spesso rimandato le scelte importanti, affidandosi all’illusione che, in qualche modo, le cose si sarebbero sistemate da sole. “Tanto poi si vedrà.”

Proprio in questo contesto molto precario, si inserisce la commedia dei fratelli Sansoni.

…anche nella commedia

Figli comici di Ficarra e Picone, durante i 97’ di film alternano momenti di comicità e goliardia a momenti di riflessione, garantendo comunque una certa scorrevolezza lungo tutto il film. Dai loro padri comici riprendono il tema di Andiamo a quel paese (2014), le ambientazioni meridionali e ne emulano i discorsi, la satira, la freschezza, e i sottotesti politici che hanno inserito nei loro ultimi film, seppur con un po’ di difficoltà.

Infatti, i tempi comici in E poi si vede (2025) a volte sembrano più forzati, poco naturali e non sempre reggono il confronto con il duo comico siciliano più famoso. Ficarra e Picone hanno molta più esperienza alle spalle, sono maestri della commedia; tuttavia, Federico e Fabrizio Sansone riescono a portare sullo schermo una prima buona prova attoriale e a dare voce, ancora una volta, ai giovani adulti di questa frenetica generazione.

 

 

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