Sarà proiettato il 23 luglio, in apertura del TerraLenta Film Fest — primo festival internazionale in Basilicata interamente dedicato al documentario ambientale — Terra Incognita, l’ultimo lavoro di Enrico Masi. L’evento si terrà dal 23 al 27 luglio nel borgo montano di Pignola (PZ).
Frutto di un lungo lavoro di ricerca durato sette anni e girato in sei Paesi (tra cui Italia, Francia, Svizzera e Stati Uniti), Terra Incognita è una coproduzione internazionale sostenuta da istituzioni cinematografiche italiane e francesi. Uscito nelle sale italiane il 30 gennaio 2025, il documentario alterna immagini di vita rurale e sequenze girate nei centri di ricerca scientifica, costruendo un raffinato dialogo visivo tra natura e tecnologia.
Una riflessione profonda tra natura e scienza
Il film mette a confronto due mondi radicalmente opposti: da un lato una famiglia che vive isolata sulle Alpi italiane, senza elettricità né contatti con la società e mantenendo uno stile di vita essenziale; dall’altro, il progetto ITER in Francia, dove si studia la fusione nucleare come potenziale soluzione alla crisi energetica globale. Due visioni apparentemente inconciliabili, ma unite da una medesima urgenza: ripensare il rapporto tra umanità, energia e ambiente.
All’interno del documentario vengono sollevati interrogativi esistenziali come: “Chi siamo noi di fronte al cosmo? Chi siamo difronte allo spazio intorno alla Terra? Come può la definizione di arte intrecciarsi con quella di scienza?”
Il suono come elemento narrativo
L’elemento centrale del film è il sonoro, impiegato non come semplice accompagnamento ma come vero e proprio strumento narrativo. Fin dalle prime scene suoni naturali, silenzi profondi, rumori meccanici e voci diventano protagonisti, guidando lo spettatore attraverso le atmosfere e le emozioni del racconto. In alcuni momenti è il silenzio stesso a farsi linguaggio, evocando una dimensione quasi meditativa in cui si è chiamati più ad ascoltare che a vedere.
L’uso della fotografia come chiave di lettura del film
La fotografia non fa da semplice sfondo alla storia: ne guida il tono, spesso in silenzio. La luce naturale cattura i luoghi nella loro essenza. Le inquadrature, calibrate e precise, si soffermano sui dettagli, sui volti, sui materiali, lasciando che siano le immagini a parlare. Nelle scene di montagna lo sguardo è raccolto e contemplativo, mentre nei laboratori si fa nitido e preciso. L’immagine mira a trasmettere il senso della narrazione, creando un equilibrio visivo tra mondi lontani che invita a una riflessione oltre la semplice visione.
Terra Incognita è un film che, con rigore e attenzione, esplora il confine tra ciò che conosciamo e ciò che ancora ci sfugge. Una solida narrazione che intreccia energia, scienza, natura e identità umana. Più di tutto, è un racconto sul legame profondo — e spesso conflittuale — tra la Terra e chi la abita.