Saturnia Film Festival

‘Amarena’: cos’è che ci unisce?

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Amarena, un racconto su ciò che ci tiene insieme e su ciò che ci divide. È quest’anno presente al Saturnia Film Festival, con la regia di Sabrina Iannucci. La sceneggiatura è di Anita Della Cioppa, la fotografia di Claudio Zamarion, il montaggio di Gianluca Cristofari e la musica di Alessandro De Rosa.

Amarena: cosa ci unisce?

Paolo (Giovanni Anzaldo), infermiere notturno, e Claudia (Cecilia Bertozzi), architetta, condividono la loro routine quotidiana in vista del matrimonio. Ogni mattina si incontrano in un bar per la colazione, dove si raccontano le storie della notte appena trascorsa.
Una mattina, però, qualcosa si rompe: apprendono che Thomas, il barista del loro locale di fiducia, è in coma, coinvolto in un caso di omicidio. La notizia scuote la loro intimità quotidiana e apre uno squarcio. Lui e lei reagiscono in modo differente, svelando dubbi e paure che fino a quel momento sembravano sopiti.

Amarena: la sigaretta come presagio

«C’eravamo appena sposati, eravamo qui al bar», afferma Claudia, intenta a raccontare il sogno della notte passata. Ancora in abiti nuziali, proseguono a fumare una sigaretta al solito tavolino. Claudia deve riaccenderla, così le avvicinano, come facevano all’università. Si ritorna alla realtà: Claudia dice che il sogno finisce con lei che, appena aspira, vede la sigaretta produrre una fiammata e, spaventata, la getta. Prende fuoco il bar, Paolo la lascia e scappa.
«Cosa vuol dire secondo te?» chiede al compagno: una domanda, ma anche una confessione profonda.
All’inizio la complicità, l’intimità di una coppia. Poi l’imprevisto. Claudia cerca di liberarsene, ma la situazione si ingigantisce e Paolo fugge. Un amore che brucia troppo in fretta, che teme sé stesso.

Tu ci crederesti? La fiammata della sigaretta

Un’altra mattina, un’altra colazione, stesso bar, stesso posto. La notizia che coinvolge Thomas in un caso complicato di omicidio fa sorgere un dubbio a Claudia, dopo l’inaspettata reazione di Paolo: «Tu ci crederesti se ti dicessero che ho ammazzato una persona?». Non è un’ipotesi reale, ma un test di fiducia assoluta.
Claudia si offre come garanzia: lei non potrebbe mai sospettare di Paolo, neppure di fronte all’accusa più estrema. La sua innocenza, per lei, è certa. Paolo, invece, risponde di non poterlo escludere. Ammette che il dubbio è sempre possibile. Ecco che arriva l’imprevisto, la “fiammata” della sigaretta. Lei si aggrappa all’idea di conoscere davvero chi ama. Lui, invece, resta convinto che l’enigma non si dissolva. Tutto torna, e sembra quasi di scorgere nelle reazioni di Claudia i flashback del sogno, in cui Paolo decide di scappare.
Amarena termina con Claudia, sguardo vuoto, assente, senza dialoghi. È la recente scoperta di portare sulle spalle il peso di tenere insieme una relazione che credeva di dividere con il partner. Chi si fa carico di rassicurazioni e fiducia, e chi invece può spostarsi, dubitare, andarsene? Uno squilibrio invisibile, ma fatale.

Sabrina Iannucci: la regista dietro ad Amarena

Sabrina Iannucci è una regista e sceneggiatrice italiana formatasi presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Prima di specializzarsi in regia, si è laureata in Lettere Moderne all’Università La Sapienza di Roma. Ha diretto insieme a Margherita Panizon Non può essere sempre estate, un documentario del 2017, mentre nel 2025 firma Amarena, la sua prima opera di finzione. È previsto il suo primo lungometraggio 7 Anniversari nel 2026, prodotto da Andromeda Film.

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