Disponibile su Sky e Now Tv, Reagan – Un presidente sotto i riflettori è un biopic, diretto da Sean MacNamara su Ronald Reagan, il primo presidente degli Stati Uniti a incontrare l’allora leader dell’Unione Sovietica Gorbaciov.
Reagan – Un presidente sotto i riflettori: la trama
Il film ripercorre la vita privata e politica di Ronald Reagan, interpretato da Dennis Quaid, presidente degli Stati Uniti dal 1981 al 1989. Dall’infanzia in Illinois alla carriera cinematografica hollywoodiana come attore. Fino al palcoscenico mondiale nelle vesti di capo della Casa Bianca, dove incontra il leader russo Gorbaciov.
Il contesto storico
Il film è ambientato negli Stati Uniti in un lasso temporale che va dagli anni ’50 agli anni ’80. In un periodo fondamentale per la storia americana, che passa dall’appena conclusa seconda guerra mondiale alla guerra fredda con l’Unione Sovietica.
Ronald Reagan, divenuto poi presidente degli Stati Uniti, inizia la sua carriera come attore di Hollywood. Ma, bravo sin da piccolo a comunicare, decide di intraprendere la strada politica con lo scopo di sconfiggere quello definito come “l’impero del Male”: l’Unione Sovietica.
Tanta politica, poco cinema
Il film ha un’impronta conservatrice, palesemente spinto da un’America repubblicana, che idolatra Reagan così come tutti gli americani al suo interno, minimizzando, dall’altra parte, i russi.
Reagan viene esaltato fin dalle prime sequenze, ambientate quando era un bambino: ambizioso ed eroe futuro degli Stati Uniti, con l’idea, sin da quell’età, che l’Unione Sovietica rappresentasse il male del mondo.
Pura propaganda che cerca, nell’anno di uscita, tanti consensi, prendendo la forma di un film agiografico e icona dei repubblicani.
Una regia senza impegno
Sean MacNamara realizza un film goffo come i suoi personaggi, resi delle caricature come nel caso del personaggio, interpretato da Jon Voight, Viktor Ivanov, ispirato a un vero agente del KGB.
I movimenti di macchina risultano gratuiti al racconto, la fotografia ha colori grigi fastidiosi che conferiscono al film un’opacità. Un film che ha uno spirito documentaristico, mostrando tutta la vita di Reagan, dall’infanzia all’incontro con Gorbaciov, rivelandosi retorico e macchinoso.
Gli effetti utilizzati, il rallentatore nel prologo e l’effetto sul volto di Dennis Quaid, sono da principiante. La messa in scena non convince, nemmeno l’interpretazione dell’attore che, al contrario, ha dimostrato una notevole performance in The Substance.