Chiari del Bosco è il cortometraggio diretto da SarahTroiano, la quale ha ideato il soggetto e anche contribuito alla sceneggiatura insieme a Laura Legner Samela, Antonio Carannante, Mario Orritos e Alfonso Core. Il film è stato prodotto da IFA – Scuola di Cinema Pescara e ha una durata di circa 15 minuti. Il cortometraggio è presentato da Popcorn Student Film Distribution ed è finalista al SouthItalyInternationalFilmFestival, un evento che si tiene a Barletta e mira a promuovere registi e film indipendenti. MarioMassari interpreta il ruolo principale, mentre la voce narrante è di EmanuelaDiNicola.
Il cortometraggio è il delicato racconto di un lutto mai superato e che si fa ossessione e ricerca. La ricerca di quello che Milton ha perso. Il protagonista è un artista che lavora la creta in uno studio che sembra avere più anni di lui e in un tempo definitosoltanto dalle audio cassette che Milton ascolta continuamente. La voce registrata è quella di un donna che potrebbe essere la voce degli alberi. Magari è proprio lei quella luce che si infiltra a illuminare in maniera casuale il bosco. Sicuramente è lei che Milton cerca di ricreare dalla creta. Come fosse il dio egizio Khnum o Prometeo, modella la donna amata, ma lui ha una precisa immagine, degli occhi ben precisi da ricreare.
Estetica e simbolismo
I colori di ChiaridelBosco sono tenui e la luce è opaca come si addice al dolore o al ricordo che sbiadisce. Le inquadrature si stringono passando dagli ampi spazi abruzzesi fuori dalla casa di Milton ai primissimi piani della sua sofferenza. Si fermano ogni tanto dentro grotte che ripropongono lo sprofondamento a cui il lutto condanna. In sottofondo una musica che non vuole essere preponderante ma lasciare spazio al silenzio. E poi c’è la voce di EmanuelaDiNicola che recita la poesia ‘Creatura’ di AntoniaPozzi. I versi hanno una fortissima carica simbolica in cui la natura in qualche modo diventa metafora del nostro protagonista che, in ultimo, chiede aiuto.
Ispirazione e significato profondo del film di Sarah Troiano
Chiari del Bosco prende ispirazione e titolo dal libro di MaríaZambrano. La stessa regista ha dichiarato:
‘L’idea e l’esigenza di raccontare tale storia deriva da questa fonte. Una frase che mi fece riflettere a lungo sulla solitudine ed elaborazione del lutto: “il chiaro del bosco è un regno che un’anima abita e custodisce” ( Maria Zambrano).
Questo racconto è un’indagine personale e spirituale che evoca l’esperienza sensoriale dei tormenti reconditi e viscerali della psiche umana, tormenti che, latenti e dormienti, manipolano la concezione che abbiamo dell’esistenza.
Un atto d’amore e di perdono di un uomo che si rifugia nel suo dolore in una piccola casa tra le montagne dell’Abruzzo degli anni 70.
Non è solo la storia di un uomo ma è un viaggio nel sentimento del dolore, un percorso che racconta l’importanza e la perdita del legame tra gli esseri umani. Tutto ciò che resta dell’altro vive nelle cose che ce lo ricordano: l’anima si disperde nel silenzio e nel vuoto di una stanza, nella semplicità di una stoffa o nell’odore di una scarpa. Un flusso di coscienza, un pensiero interiore che muove un corpo verso un altro nella sua immaginazione generando sensazioni profonde, tali da concepire, tramite l’energia, un’anima che ha paura di svanire nel ricordo.’