Io sono la fine del mondo commedia di Gennaro Nunziante e Angelo Duro, in veste anche di protagonista, dal 10 Giugno disponibile su Sky. Distribuito da Vision Distribution e Indiana Production, in collaborazione con Sky ha sfondato ai botteghini con un incasso di oltre 3.241.000 euro e 426.000 spettatori la prima settimana. Ma da cosa deriva così tanto successo?
Scrittura a quattro mani
Angelo Duro, classe 1982, è un comico italiano. Esordisce alle Iene nel 2010 e da quel momento prende vita il suo personaggio caustico ed irriverente.
Viene riconosciuto per la sua ironia sferzante. I suoi spettacoli a teatro sono un susseguirsi di battute spiazzanti, un sarcasmo che non risparmia niente e nessuno.
Già nel 2016 compare sugli schermi cinematografici con Tiramisù di Fabio de Luigi, commedia in cui interpreta un cinico trentenne, in continuità con la sua personalità ormai affermata.
Questa volta a dirigere è Gennaro Nunziante, celebre per il sodalizio con Checco Zalone, straordinario sceneggiatore comico che è riuscito a cogliere l’animo degli Italiani e tradurlo in pellicola. Il tema questa volta si discosta dalla satira sociale, manipolando invece il rapporto tra genitori e figli, stravolgendolo sin da subito.
Una serie di sfortunati eventi
Angelo vive a Roma e lavora la notte come autista per ragazzini ubriachi che devono ritornare a casa. Da anni non ha più rapporti con la famiglia sino a quando una telefonata della sorella interrompe questo distacco. Lei gli chiede se può andare a Palermo per accudire i genitori, ormai poco autosufficienti, volendo concedersi due settimane di vacanza con il marito. Inizialmente Angelo è restio, ma poi capisce che può essere l’occasione per la vendetta, per castigare i genitori per tutte le restrizioni imposte da piccolo, punirli con la loro stessa moneta.
Papà Franco (Giorgio Colangeli) e mamma Rita (Matilde Piana) vengono così coinvolti in una serie di sfortunati eventi.
“Hai mai sparato?”
“No, preferisco le parole, uccidono di più”
Risate amare
L’umorismo di Angelo Duro è tagliente: individua il suo obiettivo e lo colpisce senza pietà. É al limite della crudeltà che però fa ridere molto; ma come mai? Il black humor consente di trattare temi tragici e tabù in chiave sfacciatamente divertente, mette in luce le assurdità, i paradossi e anche la crudeltà del mondo moderno in maniera sicura perchè confusa con le risate.
In Io sono la fine del mondo gioca sul legame tra genitori e figli, sulle decisioni dure che si impongono a un certo punto della vita, identificando le norme sociali per poi snaturarle.
C’erano solidi presupposti per la riuscita del film: un regista affermato, un comico riconosciuto e un tema ancora poco approfondito dalla commedia: probabilmente queste alte aspettative hanno contribuito al grande afflusso nelle sale. Nella proiezione però non traspare il genio di Nunziante, lo spessore della sua penna in grado di mettere alla berlina l’Italia, che insegna facendo divertire . Non spicca nemmeno l’assurdo sarcasmo di Angelo. È il suo registro atonale, nel passaggio dal teatro al cinema, perde vigore.