In concorso alla 61° edizione della Mostra internazionale del nuovo cinema di Pesaro, dal 14 al 21 giugno, anche Insignificant Specks of Dust in a Tapestry of Stars dell’artista Kyllachy. Il cortometraggio, in concorso nella sezione Pesaro Nuovo Cinema, mescola immagini in pellicola in maniera suggestiva per riflettere sul tema dello sfruttamento.
I.S.O.D.I.A.T.O.S.
I deserti lunari, l’obiettivo di un proiettore, un coccodrillo, la bruciatura di una sigaretta sulla celluloide, i volti che si susseguono. Paracaduti visti dall’alto e razzi spaziali visti da terra. Cunicoli scavati nelle viscere della terra che si fondono con le profondità dello spazio. Una circolarità che ruota simultaneamente attorno a due luoghi: le miniere illegali africane degli “zama zama”, i minatori irregolari che scavano senza protezioni e rischiando la vita, e la vastità del cosmo, ancora per la maggior parte inesplorata, dove gli astronauti si avventurano in cerca di nuove risorse. Insignificant Specks of Dust in a Tapestry of Stars (I.S.O.D.I.A.T.O.S.) vuole mostrare che il vero costo del progresso è complesso.
Il cinema sperimentale
Il regista Kyllachy è un “projekt” cinematografico sperimentale, formatosi nelle Highland scozzesi nel 2022, persegue gli obiettivi della libertà collettiva e dello spirito d’archivio. La pratica del collettivo è in evoluzione, getta le basi per nuove tecniche cinematografiche e trae da esperimenti precedenti. Lo stile di Kyllachy è immerso nel found footage e nella riproposizione di immagini recuperate dalla sala di montaggio, ovvero nell’utilizzo di materiali preesistenti (filmati di repertorio, spezzoni di film o anche filmini amatoriali) che rimontati danno vita a una nuova narrazione. Una tecnica di avanguardia che può coinvolgere anche immagini di archivi eterogenei, come fotografie, documentazione televisiva o materiale web. Dopo Cromarty63 e Estuary, l’autore prosegue la sperimentazione conInsignificant Specks of Dust in a Tapestry of Stars.
Il prezzo dello sfruttamento
Il cortometraggio del 2024 esplora il costo umano ed ecologico del progresso, giustapponendo le dure realtà dell’estrazione illegale di oro in Africa alle osservazioni dell’esplorazione spaziale. Con un lavoro di montaggio massiccio e sorprendente, utilizza la narrazione visiva per tracciare parallelismi tra lo sfruttamento umano e quello delle risorse della Terra, sollevando interrogativi etici sul prezzo dello sviluppo tecnologico. A partire dal titolo, che tradotto è “Insignificanti granelli di polvere in un arazzo di stelle”, Kyllachy mette in relazione la vastità dell’universo con la relativa insignificanza delle singole azioni umane. Quanta sofferenza di popoli e terre c’è dietro i grandi passi in avanti dell’umanità? E fin dove siamo disposti a far finta di non vedere in nome del benessere di pochi?