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Scorsese su ‘Beatles ’64’: una nuova interpretazione di un momento che ha cambiato l’America

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I Beatles sono forse una delle band più documentate della storia, eppure un nuovo documentario Disney+, Beatles ’64, trova una sorprendente nuova vita in un territorio familiare. Prodotto da Martin Scorsese e diretto da David Tedeschi, il film offre una rivisitazione viscerale ed emotivamente ricca della prima visita dei Fab Four in America, non solo attraverso filmati rari, ma attraverso i ricordi di chi l’ha vissuta.

Al centro di Beatles ’64 c’è un senso di riscoperta.

“Si potrebbe pensare che sia già stato detto tutto sui Beatles”, 

ha detto Scorsese a IndieWire.

“Ma questo sembra nuovo, perché non riguarda solo i Beatles, ma ciò che hanno significato per un paese che aveva disperatamente bisogno di qualcosa di gioioso”.

Una nazione in lutto, un suono di speranza

Il film utilizza il contesto storico dell’assassinio del presidente John F. Kennedy nel novembre del 1963 come fondamento emotivo. L’America, ancora stordita e addolorata, era pronta per un rinnovamento culturale, e l’arrivo dei Beatles nel febbraio del 1964 lo fornì.

“La devastazione fu diversa da qualsiasi cosa chiunque avesse mai sperimentato nella nostra generazione”, 

ha detto Scorsese.

“Il paese era pronto per qualcosa di nuovo”. 

In questo clima di incertezza e dolore, la musica dei Beatles arrivò non solo come intrattenimento, ma come liberazione emotiva.

Dalla novità alla rivelazione

Scorsese ricorda il suo scetticismo iniziale. Come gran parte della stampa e del pubblico americano, liquidò la band come una moda passeggera, con tanto di strani tagli di capelli.

“Non li prendevamo sul serio. L’atteggiamento era: ‘Sì, fatecelo vedere'”, 

ha detto.

Ma poi arrivò un momento decisivo: ascoltare I Wanna Hold Your Hand per la prima volta alla radio, proprio mentre stava per uscire per andare a lezione alla New York University.

“Ho sentito le prime strofe e sono rimasto lì impalato. Ero in ritardo per la lezione”, 

ha detto Scorsese.

“L’ho ascoltata e ho ammesso a me stesso: ‘È davvero bella’. Quando sono arrivato a scuola, dicevo a tutti: ‘Questa è roba vera’”.

Per Scorsese, la canzone catturava qualcosa di più di una melodia orecchiabile: irradiava un tipo di ottimismo che il Paese non sentiva da mesi.

Filmati scoperti, nuove prospettive

Una delle principali rivelazioni del documentario è l’utilizzo di materiale d’archivio raro e quasi inedito, girato dai leggendari documentaristi Albert e David Maysles. Il filmato, in gran parte girato durante la prima visita della band negli Stati Uniti, era rimasto in gran parte sepolto per decenni a causa di problemi di diritti e della riluttanza di studi come la United Artists a permettergli di competere con film come A Hard Day’s Night.

Grazie al lavoro di restauro della Park Road Post Production di Peter Jackson, i filmati in bianco e nero dei Maysles ora brillano di una nitidezza sorprendente, preservando l’elettricità del momento come se fosse accaduto ieri.

Catturare la magia ordinaria

Per il regista David Tedeschi, ciò che rende il film così immediato non sono solo i volti famosi, ma le persone comuni. I filmati dei Maysles includono interviste con giovani fan per strada, offrendo una testimonianza improvvisata ed emotivamente cruda dell’impatto che i Beatles ebbero.

“Non sorprende che siano riusciti a catturare i Beatles”, 

ha detto Tedeschi.

“Ciò che sorprende è come una quindicenne per strada, senza alcuna formazione mediatica, potesse apparire così calma e carismatica”.

Quel carisma, sia della band che dei suoi fan, alimenta Beatles ’64 con un’autenticità che colpisce ancora oggi.

Più di un documentario musicale

Sebbene Beatles ’64 sia una celebrazione della musica, è fondamentalmente un documento di trasformazione: di come una band abbia cambiato non solo l’industria musicale, ma anche il clima emotivo di un paese in crisi.

“Avevi la Motown, avevi il Wall of Sound, ma il rock and roll aveva bisogno di qualcosa di nuovo”, 

ha detto Scorsese.

“E anche l’America aveva bisogno di qualcosa di nuovo”.

Beatles ’64 offre esattamente questo: la storia non solo di quattro giovani che conquistano l’America, ma di una cultura rinata sotto l’incantesimo della melodia, della gioia e di un semplice e indimenticabile ritmo di battito di mani.

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