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‘And Just Like That…’ terza stagione: il tempo cambia tutto, tranne le scarpe

I toni sono più maturi e riflessivi, ma ancora ironici

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Sex and the City è quella serie che ci ha insegnato una grande verità: non importa quanti drammi tu viva, se hai un paio di Manolo Blahnik ai piedi e tre amiche ben accessoriate, puoi superare tutto. Anche Mr. Big.

C’è una generazione che ha imparato il significato di libertà, amicizia e amore nella grande città attraverso le avventure sentimentali di quattro donne su tacchi a spillo tra le strade di Manhattan. Questo è Sex and the City. Non una semplice serie ma un vero fenomeno culturale, un’enciclopedia di relazioni, aperitivi e, soprattutto, moda. E adesso la protagonista Carrie Bradshaw, fashion blogger e collezionista di scelte sbagliate, è tornata più viva che mai con le sue domande esistenziali su New York.

Dopo sei stagioni di Sex and the City, a cui sono seguiti due film, è il turno del sequel, ovvero And Just Like That…, un revival la cui terza stagione è da poco approdata su Sky (un episodio la settimana, ogni venerdì). E le fan della serie non potranno che esultare, anche se i toni adesso sono più maturi e riflessivi di quello a cui Sex and the City ci aveva abituato.

Come tutto è iniziato

Carrie Braedshow (Sarah Jessica Parker) è una giornalista con il dono di trasformare ogni appuntamento disastroso in un prêt-à-porter. Scrive al PC da una finestra del suo appartamento di Manhattan come se fosse una moderna Jane Austen. La sua vita è divisa tra aperitivi, shopping, uomini sbagliati e amiche favolose. Charlotte York (Kristin Davis) crede nel principe azzurro, la fredda Miranda Hobbes (Cynthia Nixon cerca disperatamente di avere sempre il controllo, e Samantha Jones (Kim Cattrall) non fa altro che pensare agli uomini e a fare sesso. Poi, come in ogni storia che si rispetti, anche la New York di Sex and the City cambia. Gli anni passano, le rughe arrivano, le relazioni finiscono, e HBO Max decide che tutto questo materiale è perfetto per un sequel. E arriva così il revival And Just Like That... Una sorta di Sex and the City con meno ironia e più dolore.

La terza stagione di And just like that…

And Just Like That…, arrivato oggi alla terza stagione, ha scelto una strada coraggiosa, quella di raccontare il dopo. Il dopo giovinezza, il dopo certezze, il dopo Big.

Carrie, ora vedova e inconsolabile, vive una maturità che non rinnega il suo passato, ma lo rielabora. La scrittura è ancora il suo mezzo per capire e affrontare il mondo, ma è diventata più profonda, più intima. Non a caso, ha anche scritto un libro sul lutto. In questa nuova fase si confronta con la perdita, con la solitudine, con l’idea che forse “avere tutto” non è più una priorità ma un’illusione che si può lasciare andare, così come le aspettative. E ha pure preso un gatto, il piccolo Shoe.

Ma tutti i personaggi della serie originale hanno subito un cambiamento e un’evoluzione. Miranda ha abbandonato Steve e si è reinventata attivista queer, attraversando una trasformazione personale radicale anche se non sempre in modo coerente o convincente. Charlotte, fedele alla sua visione della vita “perfetta”, ora deve fare i conti con figli adolescenti, e con la voglia di ritornare a lavorare nella galleria d’arte che ama. E poi c’è la grande assente, Samantha Jones, che rimane comunque una presenza simbolica, anche se lontana.

La terza stagione si apre con un gradito ritorno: la voce narrante di Carrie Bradshaw, elemento iconico della serie originale. Il suo tono adesso è diverso: è più maturo, più riflessivo, ma ancora aperto al cambiamento. Carrie inizia una relazione con l’altro amore della sua vita, Aidan Shaw (John Corbett), e capisce finalmente che non ha più bisogno di essere l’altra metà della coppia perché è già una donna completa. Scrive, partecipa a eventi culturali e cerca una nuova centralità in un mondo che cambia in fretta. Miranda rielabora i suoi errori, e cerca di ristabilire connessioni reali con se stessa e con gli altri. Charlotte, invece, si chiede chi sia davvero adesso che non è più solo madre e moglie, ma anche una professionista.

Una stagione che apre nuove porte senza però chiudere bruscamente quelle vecchie. Sembra esserci finalmente un equilibrio tra nostalgia e innovazione, e il risultato è un prodotto più maturo, autentico e coinvolgente. C’è ancora umorismo, ma è molto più sottile, e le relazioni non sono più favole, sono molto più reali. Le donne che avevamo conosciuto negli anni 2000 sono cambiate ma continuano a insegnarci qualcosa.

La moda e le nuove amicizie

In And Just Like That… ci siamo subito abituate ai nuovi personaggi. Lisa Todd Wexley (Nicole Ari Parker), regista, madre di tre figli, colta, elegante, brillante. Amica di Charlotte, rappresenta il mix tra impegno culturale e glamour, con un guardaroba da urlo. E ancora la docente universitaria Nya Wallace (Karen Pittman). E infine Seema Patel (Sarita Choudhury) agente immobiliare, indipendente, ironica e single convinta. Ma la moda rimane sempre la protagonista assoluta e indiscussa della serie. Carrie sfoggia outfit favolosi che mescolano nostalgia e innovazione, come la celebre gonna da ballerina, simbolo di un’eleganza senza tempo.

Nel complesso, And just like that… è una buona serie. Ci ricorda chi eravamo o chi pensavamo di voler essere: libere, brillanti, innamorate, confuse, capaci di trasformare una delusione amorosa in un articolo, un look o una canzone. Ci sono scelte narrative discutibili, assenze che pesano, come quella di Samantha, e alcuni momenti piuttosto forzati. Ma c’è anche il coraggio di raccontare le donne over cinquanta senza farle diventare caricature o reliquie del passato.

E anche se questa serie non è paragonabile a quello che era Sex and the city, non si può smettere di guardarla. Perché Sex and the CityAnd Just Like That… sono come un bellissimo paio di scarpe con il tacco a spillo: ti fanno male ai piedi ma non riesci a smettere di indossarle.

Il trailer della terza stagione di And Just Like That…

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