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Risate da adulti, guai firmati Gen Z: ‘Adults’ è la commedia di formazione di cui non sapevamo di aver bisogno

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Con Adults, FX (in streaming su Disney+) sostituisce la polvere di fata con affitti in ritardo e spirali d’ansia – e, sorpresa, è deliziosa. Questa serie brillante, frizzante e dal ritmo incalzante abbandona i castelli dell’infanzia per mobili IKEA, chat di gruppo e il silenzioso orrore di scoprire che i propri amici si stanno sposando di proposito. È una commedia che abbraccia il caos dell’età adulta moderna e lo fa con straordinaria freschezza.

Creata da Ben Kronengold e Rebecca Shaw e diretta da un team che include Anu Valia, Jason Woliner, Jonathan Krisel, Stefani Robinson e Nick Kroll, Adults è incentrata su cinque amici a New York, che si trascinano verso la fine dei loro vent’anni cercando di essere – per usare le loro stesse parole – “brave persone”.

Il loro mondo è curato ma al collasso, elegante ma sfilacciato, emotivamente immaturo ma che si impegna con tutte le sue forze. Sono, in breve, dei ragazzi ormai cresciuti che provano la vita come un cappotto che non calza bene – e la serie trasforma i loro dilemmi esistenziali in una commedia squisita.

Incontrate gli adulti (a malapena)

Il cast corale è il punto in cui Adults brilla davvero. A guidare la carica c’è Malik Elassal nei panni di Samir, un compiacente e deliziosamente delirante con una vena nevrotica che suona dolorosamente familiare. Lucy Freyer interpreta Billie, una voce della ragione tesa e intrisa di caos, sotto la cui superficie curata pulsa il suo atteggiamento. Jack Innanen interpreta Paul Baker, la cui delicata goffaggine maschera una sorprendente chiarezza emotiva.

A loro si uniscono Amita Rao nei panni di Issa, la cui interpretazione impassibile è di un’efficacia devastante, e Owen Thiele nei panni di Anton, il jolly disordinato e fin troppo affettuoso del gruppo. La magia qui non sta solo nella scrittura (che è tagliente e spesso maliziosamente divertente), ma nell’alchimia. Questi personaggi sembrano persone che conosci davvero – e a volte eviti – nella vita reale. Vederli rimbalzare l’uno contro l’altro in cucina, a un brunch, durante tragiche avventure di una notte o caotiche sedute di terapia è una vera gioia.

Risate, emozioni e altri mali dei giovani adulti

Ciò che Adults fa così bene è fondere l’umorismo con la passione – una formula comica classica, certo, ma raramente eseguita con tanta agilità. Un minuto, i personaggi urlano per un lievito madre andato a male; quello dopo, si confrontano con traumi infantili a lungo repressi durante una serata karaoke ubriaca. È un filo teso, e la serie lo percorre con impressionante finezza.

Ci sono echi di Fleabag, Girls e persino dei momenti più delicati di High Maintenance, ma Adults trova la propria voce rifiutandosi di esaltare la disfunzione. I suoi personaggi non sono adorabili disastri; sono persone imperfette che cercano (male) di crescere – e la serie non li lascia mai andare. La crescita è lenta. L’amore è imbarazzante. Le amicizie si sforzano e si allungano. Eppure, c’è sempre un barlume di speranza, una risata nel buio, un abbraccio a tarda notte che dice: forse non stiamo sbagliando così tanto come pensiamo.

Una serie fatta per noi che guardiamo in streaming

Strutturalmente, Adults abbraccia il meglio della moderna cultura del binge watching. Ogni episodio dura appena 30 minuti, con dialoghi incisivi, gag visive e ritmi emotivamente coinvolgenti, senza mai risultare frettoloso.

La regia si orienta verso l’intimità – telecamere a mano, luce naturale, un’estetica rilassata e ariosa – mentre la colonna sonora mescola successi indie e nostalgici ritorni al passato che vi faranno commuovere con Shazam.

Venite per le risate, restate per la catarsi

In un panorama televisivo saturo di drammi di prestigio, concettuali e ultra-seri, Adults ci ricorda quanto possa essere catartico ridere, soprattutto di noi stessi. Non cerca di risolvere il problema dell’età adulta. Non offre lezioni chiare o epifanie improvvise. Ciò che ci offre è invece uno specchio che riflette le nostre contraddizioni, il nostro caos e, sì, la nostra crescita.

Non è una favola, ma potrebbe essere il tipo di magia più sincero: quello che ti fa sentire compreso.

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