FESTIVAL DI CINEMA

8a edizione del PornFilmFestival di Berlino

Quest’anno il PornFilmFestival di Berlino ha registrato una presenza di pubblico senza precedenti. Il programma sempre interessante e il territorio scevro da tabù hanno premiato un’organizzazione che porta avanti con amore e impegno un progetto ormai da otto ann

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Quest’anno il PornFilmFestival di Berlino ha registrato una presenza di pubblico senza precedenti. Il programma sempre interessante e il territorio scevro da tabù – che vanno a creare un’oasi di libertà più unica che rara – hanno premiato un’organizzazione che porta avanti con amore e impegno un progetto ormai da otto anni. Parola chiave di quest’anno, dell’ottava edizione, sono submission e cruising. Altra parola chiave del festival di quest’anno, e non solo, è il Queer porno. Volontariamente scritto in maiuscolo, quest’ultimo definisce una sorta di vero e proprio movimento dai contorni non strettamente definiti, che racchiude tutto ciò che è il sesso fuori dai confini della cosiddetta normalità. Si va dal sesso e sessualità transgender fino al rifiuto di status sociali come i corpi depilati e i ruoli predefiniti nell’atto sessuale.

Il programma, diviso tra tre sale cinematografiche e la lounge room all’interno del multisala d’essai berlinese Movimento, si divide tra lungometraggi e cortometraggi, tra cui la sezione corti in concorso. Nella lounge room vengono organizzati invece workshop a tema. Per quanto riguarda i lungometraggi quest’anno abbiamo avuto la possibilità di assistere a due film in particolare davvero impressionanti, per quanto riguarda le tematiche e soprattutto l’enorme lavoro che hanno richiesto. Il primo è Outing, un’intervista realizzata attraverso gli anni ad un pedofilo. Materia scottante e blindata da un vero e proprio tabù che attraversa ogni cultura odierna, viene affrontata in maniera delicata e diretta allo stesso tempo, sondando la vita di uno di loro, di un giovane ragazzo in lotta con se stesso, contro i suoi impulsi e la coscienza di poter diventare una bomba ad orologeria pronta ad esplodere. Julia è l’altro lungometraggio che non si dimentica facilmente. Anch’esso un documentario, è stato realizzato attraverso dieci anni di materiale raccolto sulla vita di un transessuale lituano di nome Julia, che vive e esercita la professione a Berlino dal 2003. Un viaggio all’inferno e ritorno tra dipendenza da alcool, droga e una vita allo sbando, con un lucidità e coscienza sorprendenti per una persona che vive ai margini e riesce comunque a riflettere sulla propria condizione con estremo distacco. Si cambia di argomento per quanto riguarda Mummy is Coming, una commedia queer a tutti gli effetti, che vede madre e figlia alle prese con una storia d’amore che le unirà attraverso punti di vista divergenti sullo sfondo di una Berlino piccante. Interessante anche Much More Pussy, versione uncut e quindi hardcore di Too Much Pussy! Feminist Sluts, a Queer X Show, che già seguiva la tournée di sette ragazze per l’Europa attraverso le loro esibizioni, all’insegna di una sessualità libera e coerente col loro essere. Colonna sonora in chiave riot girrrl.

Anche quest’anno c’era la possibilità di seguire un focus su un regista, ed è toccato a Sato Hisayasu, uno dei quattro pilastri del cinema Pinku Eiga giapponese. Si tratta di film attorno ai sessanta minuti di durata, realizzati con un budget molto ristretto e girati nell’arco di due o tre giorni. Tutti i Pinku Eiga sono soft core, e sarebbero hard core se il Giappone non vietasse da sempre la pornografia esplicita. Si sono potuti vedere anche un lungometraggio filippino di carattere sperimentale, e un paio di film collocabili nella cosiddetta Golden Age of Porn (inaugurata dal Gola Profonda di Gerard Damiano) con una sferzata alla Warhol.

Per quanto riguarda i cortometraggi quest’anno c’è stato davvero molto, sia tra quelli in concorso che tra quelli riproposti; da non tralasciare nemmeno la serie di corti arrivati direttamente dal festival Cinekink edizione 2013, svoltosi negli States. Con le sezioni gay, lesbo, pain, female, sex work, fun porn, experimental, art, lesbian pain, e ovviamente la sezione “competition” riservata ai corti in gara, i cortometraggi hanno abbracciato pressoché ogni ambito e dis-ambito, divertendo e stupendo come solo la fantasia più libera e senza limiti può essere in grado di fare. Un’ottava edizione del Porn Film Festival di Berlino all’insegna di un successo senza precedenti. Ora attendiamo la Nona Edizione, sempre a Berlino, sempre a fine ottobre.

Davide Casale

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