Disponibile su Netflix dal 4 ottobre, Il buco 2 è il sequel del film fenomeno del 2019, diretto da Galder Gaztelu-Urrutia e vincitore del premio del pubblico al Toronto International Film Festival. La pellicola originale fece molto parlare di sè – raggiungendo oltre 82 milioni di visualizzazioni – sia per la crudezza della resa, sia per la capacità di utilizzare il filtro del cinema di genere per far lanciare un messaggio. E lo ha fatto con estrema chiarezza e potenza. Esattamente come accadeva nella finzione.
A distanza di circa cinque anni dalla release del primo capitolo, Il buco 2 arriva in streaming e, ovviamente, non passa inosservato, scatenando già tutta una serie di critiche e impressioni. E chissà che non possa eguagliare il successo del predecessore, considerato oggi uno dei film spagnoli più popolari della storia di Netflix.
Il buco 2 | Il ritorno nella fossa
Mentre nella fossa è in atto una rivoluzione solidale interna, il cui scopo è quello di evitare una distribuzione arbtitraria del cibo, continuano i dissidi e gli scontri che portano a violenza e morti. I 333 livelli vengono, ogni giorno, riforniti da una piattaforma che scende (e risale) al centro del piano, permettendo ai detenuti di nutrirsi, possibilmente con il loro piatto preferito, indicato durante i colloqui iniziali. L’amministrazione si occupa di rifornirlo e di far sì che nulla venga sprecato, pena la morte.
Ma oltre allo spreco, è l’ingordigia a uccidere dentro la fossa, i cui ultimi piani muoiono di fame e di stenti. Motivo per cui, si è creata una sorta rete di “giustizia privata”, attraverso la quale i detenuti dei livelli superiori provvedono a mantenere una distribuzione equa, punendo chi non rispetta le regole e approfitta di eventuali posizioni di vantaggio.
Rispettate la legge e fatela rispettare.
Lo specchio di una realtà che fa paura
Se il primo capitolo era apparso alquanto originale e di impatto, il secondo prosegue la scia e, anzi, alza l’asticella. In termini narrativi, stilistici e visivi. La riflessione su questa società chiusa, claustrofobica, imprigionata, che fa da specchio (in realtà) alla nostra, si rivela al tempo stesso illuminante e spaventosa. L’uguaglianza è un valore importante e imprescindibile, dal quale dipende il benessere di tutti. Ma esiste davvero? O è semplicemente un’utopia irraggiungibile?
Chi è incaricato di mantenere l’ordine appare sopra la legge e utilizza metodi sin troppo duri e inumani per impedire che sia la paura, il terrore, a regnare. Ed è così che Il buco 2 si rivela ancora più disturbante, grottesco e viscerale del primo capitolo, andando a sfiorare un limite prezioso. La cinematografia spagnola è però abile nel giocare con stilemi di genere e con un linguaggio particolarmente incisivo.
Concettualmente si possono trarre molte conclusioni, a partire dalla figura infantile come chiave di lettura di un sistema che necessita di speranza, di salvezza. Ma, al di là di ciò, resta la potenza e la versatilità della Settima Arte, capace di trattare qualsiasi tematica nei più svariati modi.