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‘Le mille vite di Bernard Tapie’: trama e recensione

Su un self-made man ambizioso e a volte distante dalla realtà.

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Le mille vite di Bernard Tapie: trama e recensione

Su Netflix è arrivata il 13 settembre Le mille vite di Bernard Tapie: mini serie biografica sulle vicende di un personaggio pubblico francese molto conosciuto e altrettanto dibattuto. Creata da Tristan Séguéla e Olivier Demangel. Nel cast si annoverano Laurent Lafitte (che interpreta Tapie) Joséphine Jafie e Patrick d’Assumçao.

La trama (e i mestieri) di Le mille vite di Bernard Tapie

Ricordatelo: presto tutta Parigi lo conoscerà.

Parigi. La serie si apre con un giovane Bernard Tapie (1943-2021) che lascia il mondo della musica, dopo un successo andato male. Deluso ma non sconfitto, il suo spirito è pronto a reinventarsi con un nuovo progetto: un’attività di elettrodomestici. E non è ancora finita: seguiranno tante altre idee e attività tra i lavori d’impresa, in tv, nel calcio e perfino nella politica. Netflix ci propone un altro personaggio controverso, ne racconta i successi e gli insuccessi senza giudicare. Lascia, infatti, che il pubblico si faccia una propria idea. Per sette episodi si seguono le vicende di questo personaggio creativo e ambizioso, imprenditore folle che paga lo scotto di volare un po’ troppo vicino al sole. Con metodi più o meno leciti riesce ad arrivare ad avere un ruolo pubblico nella politica francese.

‘Fama o niente’. La recensione di Tapie

Questa serie è liberamente ispirata a fatti reali. I fatti narrati sono noti al pubblico.

“I dialoghi sono inventati”, prosegue il disclaimer di presentazione all’inizio del primo episodio de Le mille vite di Bernard Tapie . Perché conoscere e raccontare una storia del genere? Un self-made man ambizioso e a volte distante dalla realtà. Questi personaggi rappresentano, in un certo senso, “eroi romantici” del nuovo secolo. Spieghiamoci meglio: senza nessun giudizio di valore, questa accezione vuole toccare quei personaggi incapaci di trovare posto in ruoli o forme già stabilite. Il loro spirito, le loro aspirazioni vanno sempre oltre, con una frenesia eccentrica che infatti è quella che spinge Tapie a rialzarsi dopo ogni sconfitta e a sapersi reinventare.

Ma è anche la stessa energia caotica che lo porta ogni volta a cercare qualcosa di nuovo che lo aiuti a raggiungere il successo, tra lecito e illecito. Tristan Séguéla e Olivier Demangel ce lo mostrano sia nei suoi momenti di slancio verso nuove imprese, che in alcuni momenti di insicurezza.

Laurence Lafitte incarna bene tutti i volti di questo personaggio ambiguo. Dall’inizio si presenta con quella faccia furba ma simpatica. Si vede un uomo sorridente e manipolatore, che instilla fiducia ma non convince mai al cento per cento. E alla fine Le mille vite di Bernard Tapie è una serie molto interessante, che offre uno sguardo completo su ciascuna di queste ‘esistenze’ multiformi ed è l’occasione per conoscere il personaggio, sia per chi ci si approccia per la prima volta che per chi lo conosceva già.

Senza mitizzare un personaggio che eroico non è (nell’accezione non mitologica del termine).

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