Altri dieci giorni tra il bene e il male è un noir turco che strizza l’occhio ai classici hard boiled, ma la qualità è evidentemente diversa.
Sinossi
Un avvocato diventato investigatore privato si occupa di un caso di persona scomparsa, che lo spinge in una ricerca inaspettata e che gli cambia la vita.
Altri dieci giorni tra il bene e il male, la recensione di Taxi Drivers
Nell’apertura del film vediamo il nostro protagonista Sadik intento in un viaggio in auto che però prende una piega strana, inaspettata.
I problemi, per lo spettatore, arrivano ben presto. Innanzitutto l’adattamento dei dialoghi e il doppiaggio non è all’altezza di un prodotto Netflix, ma più a quello di una soap televisiva.
Inoltre, la maggior parte delle informazioni, vengono fornite allo spettatore attraverso interminabili scene ricche di dialoghi, con un montaggio di dubbio gusto che rende ancora più difficile comprendere quello che sta accadendo e la relazione tra i personaggi.
Da sinistra: İlayda Akdoğan e Nejat İşler
Non viene dato modo allo spettatore di capire le dinamiche del caso e di cercare di risolverlo da sè o quanto meno assieme al protagonista. Infatti, tutto si risolve tramite intuizioni lampanti di Sadik e conseguenti dialoghi di spiegazione.
La trama è farcita di sottotrame ancora più inspiegabili, ma soprattutto di dubbia utilità. La scrittura del protagonista attinge a piene mani dal grande Marlowe de Il lungo addio. Si tratta di un detective fuori dal comune e dai metodi discutibili, un personaggio tridimensionale e profondo, che riflette una società particolare.
Sadik invece è assolutamente bidimensionale, un uomo a cui lo spettatore è difficile si affezioni, al contrario dei personaggi del film che lo adorano, compresi i suoi nemici. I suoi tratti distintivi sono quelli di citare costantemente L’amleto (spesso in modo forzato) e la dipendenza da antidolorifici e alcool, cosa che culmina in una scena finale stile Enter the void che, tuttavia, non è rilevante per la pellicola.
In ultimo, è necessario citare l’improbabile storia d’amore tra Sadik e una ragazzina di 17 anni, che però sembra essere un’investigatrice migliore del protagonista. Infatti, è lei che svolge il lavoro sporco per tutta la prima metà della pellicola.
Il tutto è condito da una fotografia di stampo Netflix all’ennesima potenza, con luci colorate, flare ed effetti ottici, al pari dell’uso di musica e montaggio di matrice televisiva e obsoleti.
Conclusioni
Altri dieci giorni tra il bene e il male ci ha deluso sotto parecchi punti di vista.
Se il film si fosse alleggerito di trame ed elementi puramente ornamentali, e avesse capito dove andare a parare, sarebbe anche potuto essere godibile.