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Dalla Ilsa del deserto al secondo Re-Animator: il nuovo trittico Pulp

Segnali dall’universo digitale. Rubrica a cura di Francesco Lomuscio

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Non troppo tempo fa, all’interno di questa rubrica abbiamo avuto modo di parlare di Ilsa-La belva delle SS (1975) di Don Edmonds, uno dei più conosciuti titoli del cosiddetto filone nazi-porno (che di porno, poi, non ha assolutamente nulla), che, ambientato in un campo di concentramento tedesco e sguazzante tra supplizi e sofferenze ai danni di detenuti e detenute, è stato riscoperto su supporto dvd tricolore – in versione integrale – dall’attivissima Pulp Video.

Torniamo a parlare della sadica aguzzina incarnata da Dyanne Thorne perché Pulp Video provvede a rendere disponibile su disco italiano anche Ilsa-La belva del deserto (1976), sempre diretto da Edmonds, ma con tutt’altra ambientazione. Stavolta, infatti, più che di nazi si può parlare di w.i.p. (women in prison), in quanto la giunonica bionda fa da guardiana all’harem del potente sceicco arabo El Sharif alias Jerry Delony, disposta, come sempre, a sperimentare le torture più crudeli sulle prigioniere, utilizzate come schiave sessuali.

E, ovviamente, con le russmeyeriane Haji Cat ed Elke Von incluse tra le bellezze presenti, lo script, ancora una volta, rappresenta poco più che un pretesto per poter sfoggiare l’abbondanza di nudità femminili e atrocità assortite; tra le quali una povera sventurata mangiata dalle formiche rosse dopo aver subito un insostenibile trattamento sui suoi seni e un diabolico marchingegno che fa esplodere i corpi al momento dell’orgasmo (!!!).

Ma non è l’unico nuovo titolo proposto da Pulp, che sfodera anche Re-Animator 2 (1989) di Brian Yuzna, sequel del classico dello splatter – di cui lo stesso fu produttore – diretto quattro anni prima da Stuart Gordon prendendo spunto da Herbert West, rianimatore dello scrittore statunitense H.P. Lovecraft.

Sequel che vede nuovamente in scena il grande Jeffrey Combs nei panni del dottore interessato a riportare in vita i morti tramite un particolare siero e Bruce Abbott in quelli del suo assistente Dan Cain; stavolta capaci di rianimare, addirittura, le singole parti di un cadavere e, quindi, di costruire tramite l’unione di esse la donna perfetta, al cui interno viene deposto il cuore della fidanzata del secondo, uccisa nel primo film.

Del resto, proprio tra le scene tagliate presenti in mezzo ai pochi contenuti extra del dvd, ne abbiamo una in cui viene mostrato un tentativo di resurrezione della ragazza, probabilmente raccordo tra il capostipite e questo secondo capitolo, evidente omaggio all’ultra-classico La moglie di Frankenstein (1931) di James Whale (non a caso, il titolo originale del film è Bride of re-Animator). Con un certo aumento dell’ironia (la testa del malvagio dottor Hill torna fornita addirittura di ali di pipistrello!) e il maggiore punto di forza dell’operazione rappresentato dagli ottimi effetti speciali di trucco, dispensatori di raccapriccianti “sculture umane” e, perfino, di un cane provvisto di mano al posto di una zampa.

Infine, sempre Pulp provvede a recuperare dal dimenticatoio una vera e propria rarità su celluloide, dalle nostre parti inedita anche in vhs: Asylum-La morte dietro il cancello (1972) di Roy Ward Baker, sceneggiato dal Robert Bloch autore del romanzo da cui Alfred Hitchcock trasse Psycho (1960).

Trattasi di una tipica produzione Amicus strutturata ad episodi che, con un cast decisamente notevole, per introdurre le quattro storie che la compongono parte dalla figura del dottor Martin, con le fattezze di Robert Powell, assunto come assistente psichiatra in un manicomio e interessato a interrogare diversi pazienti per scoprire chi di essi sia il direttore Starr, a quanto pare impazzito e ricoverato nel posto.

Si parte con la vendetta degli arti di una donna uccisa e fatta a pezzi dal marito Walter, interpretato da Richard Todd, per poi passare a Barry Morse nei panni di un sarto in difficoltà finanziarie che viene incaricato dal misterioso Smith, incarnato dal grandissimo Peter Cushing, di realizzare un particolare abito capace di riportare in vita suo figlio.

E si continua con Charlotte Rampling nel ruolo della tossicodipendente Barbara, convinta che la sua amica Lucy alias Britt Ekland le abbia ucciso il fratello per poi incolparla del delitto.

Fino ad arrivare al dottor Byron che, con il volto di Herbert Lom, crea bambole meccaniche sostenendo di poterle animare con la sua volontà… anticipando un po’ tutto i successivi titoli appartenenti al filone riguardante i pupazzi assassini, dal televisivo Trilogia del terrore (1975) di Dan Curtis alla serie Puppet Master, prodotta dal re dei b-movie Charles Band.

Francesco Lomuscio

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