Festival di Roma 2011: “Hasta la vista! – Come as you are” di Geoffrey Enthoven (Alice in città)
Tratto dalla storia vera di Asta Philpot, tetraplegico impegnato nella lotta per il riconoscimento dei diritti sessuali delle persone disabili, “Hasta la vista! Come as you are” è un film sull’esplorazione del mondo che ci circonda
Dopo una triplice vittoria a Montreal, Hasta la vista! – Come as you are arriva al Festival del Film di Roma in concorso nella sezione Alice in città. Presenti nella capitale ad accompagnare il film il regista Geoffrey Enthoven, lo sceneggiatore Pierre De Clercq e il suo produttore e collega della Fobic Films Mariano Vanhoof. Proprio quest’ultimo è la mente creativa del film, autore del trattamento, poi girato per la sceneggiatura a De Clercq ed ispirato dal documentario della BBC For one night only.
Tratto dalla storia vera di Asta Philpot, tetraplegico impegnato nella lotta per il riconoscimento dei diritti sessuali delle persone disabili, Hasta la vista! Come as you are “non è altro che una grande avventura, un film sull’esplorazione del mondo che ci circonda, degli altri ma soprattutto di noi stessi”, aggiunge il regista Enthoven. La storia è fondamentalmente basata sul documentario firmato BBC. Il tetraplegico Philip (Robert Vanden Thoren), il malato terminale Lars (Gilles De Schryver) e il non vedente Jozef (Tom Audenaert), affittano un pulmino e decidono di intraprendere un road trip dalle nubi del Belgio fino alle coste spagnole. Ad accompagnarli un’infermiera tanto rude quanto misteriosa che li guiderà in un tour enogastronomico per il Sud della Francia fino alla perdita della verginità in Spagna.
“Non volevamo fare un film sulle persone portatrici di handicap, ma un film sulle persone, sui loro limiti e i loro problemi” afferma Enthoven, “Abbiamo sviluppato tutti i nostri personaggi come se fossero delle persone qualsiasi, senza lasciarci intimidire dal tema della invalidità. Non volevamo che i nostri protagonisti fossero zuccherosi o suscitassero la pena dello spettatore. La nostra è la storia di un viaggio, un’avventura vissuta da persone con i propri pregi e con i loro difetti” conclude De Clercq.
Road movie senza precedenti, se non altro proprio per gli insoliti protagonisti, Hasta la vista! Come as you areeffettivamente convince proprio per la visione molto realistica e per il linguaggio politically incorrect che viene affibbiato ai personaggi, chiave di lettura ironica che riesce forse a dare maggiori strumenti di comprensione per quella che sicuramente è una verità difficile da raccontare. Nei panni dei tre ragazzi alla ricerca della perdita della verginità, tre attori professionisti, incredibilmente credibili nei panni dei disabili, che assieme alla troupe “hanno attraversato metà Europa in 5 settimane di riprese, per un budget finale di 2.2 milioni di euro” conclude il produttore. Numeri e riconoscimenti a parte, sebbene si faccia affidamento su dialoghi credibili e caratterizzazione dei personaggi ineccepibile, spesso Hasta la vista! Come as you are cade nella trappola della costruzione della commedia, con scelte stilistiche e di sceneggiatura che, a volte, calcando la mano sullo script, stridono con l’autenticità della messa in scena.
In una delle sequenze finali, quando i due sulla sedia a rotelle escono dal bordello in piedi vestiti di bianco, come se fossero delle anime pie pronte a varcare la soglia del Paradiso, in sala si crea il gelo. Di fronte a questa domanda, il regista rimane di stucco ed ammette: “Effettivamente è stata una scelta stilistica azzardata. Non volevamo far vedere quello che succedeva nel brothel e ci siamo ispirati a delle dichiarazioni fatte dai ragazzi nel documentario di Philpot. Nessuna persona disabile sogna se stesso sulla sedia a rotelle” aggiunge, lasciando spazio anche a qualche considerazione strettamente personale “nel costruire quelle scene mi sono ispirato personalmente alla sensazione della mia prima volta. Mi sentivo libero ed invincibile”. Confessione tenera e pericolosa, che chiude così con un punto interrogativo il road trip di formazione fiammingo, lasciando spazio ad un’ironica e semplice considerazione: se tutte le prime volte fossero così…