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Tra classici e originali, debutta la piattaforma Disney+, dove spicca il remake di Lilli e il vagabondo

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Tra gli “originali” della nuova piattaforma spicca un ritorno agli albori proprio con una nuova riproposizione di Lilli e il vagabondo, il classico d’animazione degli anni ’50 che vede protagonista il mondo canino.

Lilli e il vagabondo, la trama

La storia è quella che tutti conosciamo. Lilli è una cagnolina, una cocker spaniel americana, che viene adottata da una giovane coppia in occasione del Natale. Le giornate passano velocemente finché i padroni non cominciano ad apparire più scostanti con la piccola. Il motivo è semplice: la donna è in dolce attesa e la coppia dovrà presto occuparsi del primogenito.

La povera Lilli, sentendosi sperduta e rifiutata, cerca di capire il motivo e di farsi comunque benvolere a suo modo. L’arrivo della zia della giovane coppia, però, che dovrà badare alla cagnolina, le scombussolerà ancora di più la tranquilla quotidianità. A seguito dell’imposizione di un’inutile museruola, perché ritenuta pericolosa, Lilli si deciderà a scappare. Non sapendo, però, niente della vita di strada si troverà a dover chiedere aiuto ad un vagabondo. Sarà, infatti, il furbo schnauzer randagio Biagio, che la accompagnerà in giro e le farà vivere tutta una serie di avventure completamente nuove. Durante il rientro a casa, però, qualcosa andrà storto e i due dovranno cercare di evitare il pericolo più grande per un cane: il canile.

Il remake in live action di Lilli e il vagabondo

Un remake in live action che soddisfa il pubblico, ma solo a metà. Rivivere l’avventura di questi due cagnolini innamorati fa sempre battere il cuore, anche a distanza di 60 e più anni. Ma la continua insistenza nel voler riportare alla luce tutti i grandi classici in questa versione convince sempre meno. Soprattutto se si tratta, come in questo caso, di andare a mescolare attori in carne ed ossa con animali che, a differenza del live action de Il re leone, non sono realizzati in CGI, ma sono reali. Purtroppo, nonostante ciò, appare forzata la decisione di farli parlare tra loro. Era forse preferibile una modalità diversa, magari una comunicazione sotto forma di pensieri e resa in maniera più naturale.

Trattandosi comunque di un remake e, quindi, di qualcosa che poteva andare a modificare l’originale, la storia si è mantenuta sullo stesso filone. Anche le tematiche sono quasi le stesse, naturalmente attualizzate ai giorni nostri e rese più naturali e verosimili rispetto a quelle del classico d’animazione.

Per ovvie ragioni i personaggi umani appaiono molto più frequentemente rispetto al film degli anni ’50, ma, nonostante tutto, non rubano la scena ai veri protagonisti: gli animali.

Anche la rappresentazione dei cani è quasi del tutto fedele all’originale con qualche modifica non troppo funzionale alla narrazione. Un esempio sono i due cani vicini di casa della protagonista Lilli, un po’ snaturati dal loro ruolo originario, ai quali resta solo (e nemmeno completamente) il compito di portare un po’ di comicità alla storia. Un film che, in conclusione, risulta un prodotto alla ricerca di un target di pubblico non troppo elevato, con non troppe pretese, realizzato con il principale scopo di lanciare la nuova piattaforma streaming.Una scelta giusta? Sarà il tempo a darci una risposta.

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