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La setta di Michele Soavi in alta definizione

Segnali dall’universo digitale. Rubrica a cura di Francesco Lomuscio

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Prodotte da Dario Argento, anche co-sceneggiatore insieme a Gianni Romoli e al regista stesso, quasi due ore di visione che aprono nel 1970 in California. La California del sud, dove una combriccola di hippy fa lo sfortunato incontro con un individuo proto-Charles Manson dalle fattezze di Tomas Arana. Prima che ci si sposti nella Germania del 1991, con un furto in metropolitana infarcito di macabra sorpresa ad un poco raccomandabile Giovanni Lombardo Radice. Proprio lui, il volto noto di tanta celluloide di genere tricolore, da Paura nella città dei morti viventi a La casa sperduta nel parco. Celluloide a cui è legata anche la Mariangela Giordano di Malabimba e Patrick vive ancora, presente in un piccolo ruolo, con tanto di breve momento erotico.

Ma è la Kelly Curtis sorella della Jamie Lee lanciata da Halloween – La notte delle streghe di John Carpenter a vestire i panni di protagonista.

Protagonista che è una maestra elementare la cui vita viene stravolta quando investe un anziano incarnato dal compianto Herbert Lom. Anziano che, soccorso e portato a casa con lei, non tarda a sfoderare comportamento e discorsi decisamente strani. Man mano che dimostra di sapere molte cose della donna e che, nottetempo, arriva ad infilarle nel naso un insetto che sarà foriero di incubi.

Oltre che di una maternità nera collegata ad un antico pozzo e alla Setta dei Senza volto, i quali attendono l’avvento del figlio del Diavolo. Setta che potrebbe essere ispirata a quella dei Senza nome posta al centro del romanzo di Ramsey Campbell intitolato proprio come il film di Soavi. Sebbene sia maggiormente in territorio cinematografico che, con ogni probabilità, risiedono le influenze subite da La setta.

Perché da un lato il plot richiama alla memoria il polanskiano Rosemary’s baby – Nastro rosso a New York, dall’altro Il signore del male (riecco Carpenter).

E, man mano che il campionario del raccapriccio arriva ad includere anche disgustosi vermi, il tutto si evolve lentamente. In chiara controtendenza rispetto alla moda slasher che aveva dominato a suon di splatter e sequela di ammazzamenti l’horror da schermo del conclusosi decennio precedente. Tanto che, prima che si approdi al pirotecnico epilogo fornito di risvolto inaspettato, ne La setta è l’impressionante sequenza del viso strappato l’unica esplicitamente violenta. Qui tutta da “gustare” grazie al nuovo master HD, oltretutto corredato di quasi due ore di contenuti extra, compreso il trailer dell’epoca. Abbiamo, infatti, interviste a Soavi, Argento, Romoli, l’effettista Sergio Stivaletti, lo scenografo Massimo Antonello Geleng e i giornalisti Davide Pulici, Ilaria Feole e Claudio Bartolini. Senza contare Luca Verdone, inizialmente coinvolto in fase di sceneggiatura, poi estromesso dal progetto.

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