L’ultima notte di Francesco Barozzi presentato al 36 Torino Film Festival nella sezione After Hours è un noir tratto da un fatto di cronaca relativamente recente (si parla del 2012) ambientato nelle campagne modenesi. Il film non convince e risulta un’occasione mancata e sprecata per un regista pieno di velleità, ma dai pochi mezzi espressivi e con un cast imbambolato e monocorde per tutta la durata della pellicola
Wildlife è il debutto dell’attore Paul Dano dietro la macchina da presa. Produttore e co-sceneggiatore (insieme alla fidanzata Zoe Kazan), Dano traduce in immagini il soggetto tratto dal romanzo Incendi di Richard Ford con una certa bravura visiva e una ricercata direzione degli attori. Presentato in concorso al 36 Torino Film Festival, Wildlife di Paul Dano rivela un nuovo autore e si candida come uno dei migliori lungometraggi della manifestazione.
Sostenuto da un’interpretazione di livello di Hugh Jackman nel ruolo di Gary Hart e da una serie di caratteristi, The Front Runner – Il vizio del potere è un film dove tutto funzione per raccontare le dinamiche di un uomo schiacciato dalle sue illusioni di intoccabilità: una degna apertura del 36 Torino Film Festival
Federica D’Ignoti realizza un eccellente cortometraggio, Anna, avvalendosi anche dell’apporto di ottime professionalità: gli interpreti, Valentina Lodovini e Pietro De Silva, il montatore Claudio Di Mauro e il maestro della fotografia Daniele Ciprì
L’ospite è una pellicola fatta di parole, corpi e volti più che di immagini, dove i dialoghi sono preponderanti rispetto a un’azione passiva se non del tutto assente. Chiarini narra l’incertezza di una generazione, forse simile a tante altre nel passato, restando sempre all’interno delle dinamiche emotive dei personaggi con un certo garbo e leggerezza, sottovoce, mai urlando
Sofia, premio alla miglior sceneggiatura nella sezione Un certain regard del Festival di Cannes e presentato al Concorso Ufficiale – Premio Amore & Psiche del MedFilm Festival, è il notevole esordio della regista algerina Meryem Benm’Barek. Un solido racconto dai toni noir che, sollevando il velo sul delicato tema delle madri nubili nella civiltà islamica, rivela le dinamiche di potere che regolano le differenti classi sociali del Marocco.
Antonio Savona, trovandosi in Palestina per documentare l’offensiva israeliana in terra palestinese (denominata appunto Piombo fuso), ha trovato il modo di entrare nella striscia di Gaza, riuscendo a evitare l’embargo che impediva a giornalisti e cineoperatori di penetrare nei territori bombardati per filmare ciò che stava accadendo
La sezione “Rather Be Horizontal” può vantare tra i suoi biglietti da visita un corto croato, davvero penetrante nell’indagare certe dinamiche giovanili: Mouth Of Truth della ragista Barbara Vekaric,
Molti interessanti cortometraggi nella sezione Rather be orizontal – Women del Film del MedFilm Festival: opere animate da differenti stili di racconto, ma accomunate da una profonda indagine sulla fragilità della condizione femminile
Brac ritrae il fascino di un luogo sospeso nel tempo infinito di un’estate calda e luminosa, dove si incrociano le storie di vari microcosmi, istantanee di varie generazioni e diverse etnie, rappresentanza dell’odierna Francia multietnica
Se fosse di una qualche utilità stabilire il grado di appartenenza di un film alle linee guida di una manifestazione cinematografica, non c’è dubbio che il nuovo lungometraggio di Philippe Faucon figurerebbe in cima alla lista dei film selezionati dal MedFilm Festival. Amin, infatti, mette al centro del proprio interesse l’immigrazione intesa sia come mutazione geografica sia quale luogo dell’anima
A Ravenna è passata anche questa commedia musicale garbata, Oh! Mammy Blue di Antonio Hens, sufficientemente vivace, ma che stenta a decollare per gli sviluppi poco originali
Dall’Egitto un originale lungometraggio che a Ravenna ha incantato il pubblico, per il modo in cui linguaggio pop e tematiche sociali vi risultano mescolati. In patria Sheikh Jackson si è segnalato come caso cinematografico dell’anno, con incassi record al botteghino
Esperimenti musicali e sperimentazioni visive nell’interessante documentario su uno dei protagonisti dell’underground ravennate. Beware! The Dona Ferentes testimonia innanzitutto l’incontro tra due percorsi creativi, quello del film-maker ravennate Daniele Pezzi e quello dell’artista in questione, Michele Mazzani ovvero Dona Ferentes
Studio 54 di Steve Rubell e Ian Schragerha ha il pregio di offrire allo spettatore un quadro reale e non edulcorato della celebre discoteca newyorkese che, alla fine degli anni Settanta, rappresentò il riferimento iconografico della generazione cresciuta nel mito di film come La febbre del sabato sera
È un’apertura all’insegna dell’emozione quella del MedFilm Festival con Liliana Cavani e Ilaria Cucchi, scelte dagli organizzatori come testimoni di un impegno civile e artistico simile. Della medesima qualità è The Day I Lost My Shadow, il film di Soudadde Kadaan, chiamato ad aprire il festival raccontando la guerra siriana
All’angosciante lungometraggio britannico vanno il Premio Nocturno Nuove Visioni e la Menzione Speciale del Premio Asteroide. Await Further Instructions di Johnny Kevorkian è un film di notevole impatto, che alterna situazioni fortemente ansiogene a sagaci momenti di riflessione sull’andamento sempre più schizofrenico di una società degradata
Philip Cox ripercorre le tappe della carriera a dir poco folgorante di Betty Davis (moglie e musa di Miles), che, oltre a imporla come pioniera del funky, ne fece u’artista di riferimento nell’ambito della lotta per i diritti civili e tra le fila dei movimenti femminili
Di Borg vs McEnroe è stato già detto tutto ai tempi della sua uscita mentre di John McEnroe: in the Realm of Perfection è opportuno parlare oggi, considerato che il documentario di Julien Faraut è uno dei titoli di punta di questa edizione del Festival dei popoli
Stars’ War – Premio della Critica Web per Jonathan di Bill Oliver, film incentrato sul classico tema del doppio, che viene declinato attraverso un approccio personale, disturbante e non privo di sorprese
I registi di The Deminer, Hogir Hirori e Shinwar Kamal, si rendono artefici di un’operazione per certi versi simili a quelle fatte da Herzog in Grizzly Man e da Laura Poitras in Citizen Four. Un film che produce un pathos e un coinvolgimento che nessun thriller è in grado di raggiungere
Quasi un piccolo “Judgment Day” venerdì 2 novembre, per questa scoppiettante edizione del Trieste Science + Fiction Festival: in serata è stato proiettato l’attesissimo Ederlezi Rising, opera prima del regista serbo Lazar Bodroža
Bravo, Virtuoso! l’opera prima di Lévon Minasian vince l’Anello d’oro al XVI° Ravenna Nightmare Film Festival. Film dai molteplici registri e con un melange di differenti generi è una pellicola divertente e godibilissima che in modo intelligente mette in scena una denuncia politica attraverso il filtro di una pura narrazione. Un’opera matura che provoca lacrime e sorrisi
Chimera di Maurice Haeems è il penultimo film del concorso del XVI° Ravenna Nightmare Film Festival, l’unica pellicola di fantascienza. Una pellicola che purtroppo risulta immatura e confusionaria. Un’occasione mancata per il regista e per il pubblico
Presentato in concorso al XVI° Ravenna Nightmare Film Festival, Svetislav Dragomirović con Horizons crea un’opera densa e disturbante, in cui l’essere umano ne esce con tutte le sue debolezze e ipocrisie irrisolte e irrisolvibili. Il giovane regista serbo compie una scelta stilistica nell’utilizzo del montaggio che crea uno scarto di originalità rendendo l’opera di grande interesse.
Opera seconda di Jakub Charon presentata in concorso al XVI° Ravenna Nightmare Film Festival, Totem, pur con i suoi difetti, è però anche una dimostrazione del talento del suo autore che mette in scena un drammatico thriller, un crime movie contemporaneo, dove non esiste salvezza per nessuno né redenzione, fino all’ultima inquadratura dove la madre dei fratelli si trasforma in una moderna Medea
Pubblico in delirio, a Trieste, per l’avvincente lungometraggio interpretato da Emile Hirsch e Bruce Dern. La scoperta di Freaks, in concorso quest’anno al Trieste Science + Fiction Festival, è stata davvero qualcosa di folgorante
Carga di Bruno Gascon è un film potente e teso che mette in scena il drammatico traffico degli esseri umani da parte di organizzazioni criminali senza scrupoli. L’opera del giovane regista portoghese è una sorpresa per l’impatto emotivo che fluisce tramite l’immagine cinematografica, rendendo ogni inquadratura una testimonianza muta del Male, presente in una delle forme più bieche e, purtroppo, reali e vicine a noi
In concorso al XVI° Ravenna Nightmare Film Festival, Perfect Skin è ambientato a Londra mettendo in scena l’arte del tatuaggio e del piercing estremo. Il thriller si riduce a un tentativo claustrofobico fine a se stesso di un’ossessione di perfezione mancata, terminando con la caduta del creatore che non si è mai sollevato dal terreno della sua inutilità
La diegesi di Isabelle si sviluppa nel modo più classico del cinema horror e Robert Heydon dirige con una diligente capacità nel creare una sufficiente tensione per restituire l’angoscia vissuta dalla protagonista e sostenuta da un montaggio parallelo ben ideato, ma il finale con il reboot della storia resta insoddisfacente come soluzione per raffigurare l’immutabilità del male. In concorso al XVI° Ravenna Nightmare Film Festival
This Magnificent Cake! di Marc James Roels ed Emma De Swaef è il lungometraggio di apertura del concorso del XVI° Ravenna Nightmare Film Festival. Il film di animazione, attraverso cinque personaggi, narra la colonizzazione dell’Africa centrale da parte del re del Belgio Leopoldo II nella seconda metà del XIX° secolo
Presentato al festival ravennate tra gli eventi speciali, il film-concerto firmato dal sodale Stephen Nomura Schible esalta il talento poliedrico del musicista nipponico
Questo gioiellino del cinema muto giapponese, diretto da Teinosuke Kinugasa e sceneggiato dal premio Nobel Yasunari Kawabata, è stato proiettato al SoundScreen Film Festival con accompagnamento musicale del trio bolognese KyoKyoKyo
Adattare il linguaggio al contesto di riferimento, tradurre gli elementi del contenuto nei passi di una danza allineata alla realtà, fare della comunicazione arte e dell’arte comunicazione. The Violet Hour, primo episodio di The Romanoffs, nuova attesissima serie di Matthew Weiner per Amazon Prime Video, è partecipe di tutto questo: un unico movimento di novanta minuti dispiegato nello spazio audiovisivo finzionale con eleganza e intelligenza, pensato…
Presentato in anteprima al 4° Festival Internazionale Visioni dal Mondo, Crime+Punishment racconta, in presa diretta nel suo svolgersi, la denuncia di dodici poliziotti dei distretti del Dipartimento di Polizia dell’imposizione delle quote di arresti, seguendone le vicende pubbliche e private, la loro denuncia pubblica, il tentativo di una class action, della loro persecuzione e del mobbing che subiscono dai loro superiori. Un’opera che squarcia il velo della realtà, riprendendola con un occhio spietato e lucido, senza sconti per nessuno (né per i protagonisti né per gli spettatori) ed è un diritto-dovere non perderlo
Pick of the Litter riprende la rete complessa e articolata per addestrare degli animali a cui affidare la vita di esseri umani dipendenti completamente da loro. La capacità di rimanere nascosti degli autori, di essere degli osservatori al servizio dei protagonisti e della loro avventura condivisa, fanno di Pick of the Litter un balsamo (necessario) per l’anima dello spettatore, rendendolo partecipe di questa storia edificante
Presentato al 4° Festival Visioni dal Mondo, per la prima volta fuori dagli Usa, The Guardians di Billie Mintz s’inserisce nella tradizione del film d’inchiesta-investigativo americano, mettendo in scena la complessa struttura di un complotto ai danni degli anziani di Las Vegas in Nevada dove sono coinvolti il tribunale familiare, medici, avvocati, procuratori e soprattutto dell’ufficio pubblico dell’assistenza agli anziani e dei tutori legali governativi e privati. Un’opera potente, coraggiosa, costruita in modo partecipe nel raccontare il dramma delle vittime, ma chirurgica nel mostrare i meccanismi del delitto
L’ora d’acqua di Claudia Cipriani è il film vincitore del 4° Festival Internazionale del Documentario Visioni dal Mondo. Un film d’avventura interiore, mentale, fantastico, dove la levità dell’infanzia si realizza attraverso una visione di un mondo in cui l’acqua è l’elemento vitale per la vita e l’immaginazione. La regista controlla con mano ferma la sostanza del suo cinema, manipolando la materia filmica in un flusso liquido di immagini piene di sentimento e sogni ad occhi aperti
Una gloriosa delegazione a Pyongyang di Pepi Romagnoli, altra pellicola diretta da una donna presente nel concorso italiano del 4° Festival Internazionale del Documentario Visioni dal Mondo, è un viaggio che vorrebbe far scoprire la vera Corea del Nord. Ma l’accumulazione visiva di sequenze precostruite in una messa in scena estremamente controllata e studiata trasformano la pellicola da un documentario su una ripresa della realtà a un’involontaria parodia
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