Quest’anno sono pervenute dal 77° Festival di Cannes (com’è giusto che sia) diverse opere originali, tra fantasy, horror ed humor nero, che raccontano la ribellione delle donne e la loro autodeterminazione in molti campi, in maniera cinematograficamente dirompente: tra queste ricordiamo The Substance, il body-horror di Coralie Fargeat, e per l’appunto The Balconettes (Les Femmes au Balcon), opera seconda della talentuosa regista e attrice Noémie Merlant, indimenticata interprete di Portrait de la jeune fille en feu della Sciamma, Les Olympiades di Audiard e L’Innocent di Garrel.
The Balconettes è stato presentato con grande successo al 45° Festival Cinema e Donne 2024 di Firenze, alla presenza della nota cineasta francese Céline Sciamma, ospite della manifestazione, la quale ha co-sceneggiato e co-prodotto il film, dato il sodalizio umano e professionale che ha con Noémie Merlant dai tempi di Ritratto della giovane in fiamme.
L’opera si è aggiudicata il Premio Miglior Film del Concorso (1.000 euro), come film ‘audace e dalla grande inventiva, che celebra il femminismo con ironia e coraggio, affrontando temi complessi come la violenza sessuale attraverso un linguaggio cinematografico libero e provocatorio’.
A ricevere il riconoscimento in sala è stata Céline Sciamma, co-sceneggiatrice del film.
“Céline Sciamma aveva seguito i progressi del film da lontano fin dall’inizio – racconta la Merlant – Poi, con un entusiasmo che mi ha commossa profondamente, si è offerta di aiutarmi a scrivere il film. Siamo rimaste in contatto dopo Ritratto della giovane in fiamme: lei conosce bene il mio mondo e capisce la mia personalità e il mio modo di scrivere, che è piuttosto abbondante e non strutturato. Il processo è stato molto fluido: Celine ha fatto suggerimenti senza imporre nulla, comprendendo le mie intuizioni, la mia voglia di genere e commedia, l’aspetto folle e i fantasmi, che per me erano essenziali e mi ha permesso di riaffermare e sostenere le mie decisioni. Ha anche contribuito a rafforzare la struttura per consentire al film di essere più libero, arricchendo i personaggi e i loro archi narrativi e sviluppando, spero, una sorta di sorellanza ‘lirica’.”
The Balconettes sarà distribuito in Italia, prossimamente, da Officine UBU
La potenza liberatoria della satira e della ‘farsa punk’
Il film si svolge nella città di Marsiglia, in una torrida estate che raggiunge i 46 gradi e surriscalda atmosfere e situazioni. All’interno di un frenetico condominio (che potrebbe ricordare quello di Donne sull’orlo di una crisi di nervi del primo, geniale Almodóvar) vanno e vengono tre giovani donne: Ruby, una cam-girl alle prese con i suoi amanti (interpretata da Souheila Yacoub); Nicole sua coinquilina che, sognando di diventare scrittrice, è a caccia di storie da raccontare (nel ruolo Sanda Codreanu) e spia dalla finestra un vicino in vena di esibizionismo, ed Élise (interpretata dalla stessa regista), un’attrice in crisi alla quale vengono offerti solo ruoli mediocri e che ha mollato il compagno e il lavoro.
Fra le tre donne è già evidente una sorellanza, nel loro confidarsi, chiacchierare, fino a confessare uno stupro avvenuto in passato che inizia a far crescere una tensione contro la violenza maschile, alla quale nessuna delle tre vuole mai più dover sottostare.
La scena si evolve quando Élise, che ancora indossa la parrucca di Marilyn – dell’ennesima triste fiction che stava girando – tampona con la macchina il seducente dirimpettaio fotografo: dopo un tranquillo accordo sul verbale dell’incidente, il giovane (nel ruolo Lucas Bravo) invita le tre ragazze a bere un drink e a ballare a casa sua. Qui la serata prenderà una piega del tutto inaspettata, tra splatter macabro ed humor grottesco. Il giovane, infatti, dopo un bicchiere di troppo, cambia del tutto registro e si rivela tutt’altro che ‘bravo ragazzo’.
La risposta delle tre donne arriva immediata e cruenta, e sembra essere un avvertimento (della regista e del film) per tutti gli altri uomini che, in giro per il mondo, hanno le stesse intenzioni, per tutti quelli che pensano di usare violenza sulle donne e cavarsela.
Inizia qui una fase del film quasi delirante, le tre protagoniste, strette in un sodalizio sempre più forte, sempre più avvinghiate l’una all’altra, ora perseguono l’obiettivo di trovare una soluzione che garantisca loro di mantenere la libertà, fino ad un inatteso finale.
Un avvertimento contro la violenza: la sorellanza e il #Me Too
Il film, definito una commedia horror femminista, si aggancia in modo estremamente ardito e volutamente estremo e paradossale, alle tematiche del #Me Too, che è stato il leitmotiv di Cannes 2024, nei film e nelle dichiarazioni di autrici ed autori, e che oggi come non mai prende forza e linfa vitale dalla Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne (25 novembre), ricordata durante il 45° Festival di Cinema e Donne.
“Ho vissuto per diversi mesi in una specie di gineceo – prosegue la regista, parlando di come è nata l’idea del film – c’erano conversazioni continue tra noi sui nostri sogni, traumi, desideri e oppressione patriarcale. Di fronte viveva un ragazzo, non come quello del film, ma curioso della nostra libertà, della nudità che ci concedevamo l’una in compagnia dell’altra, che non era la nudità di seduzione, ma quella della fiducia ritrovata, del lasciarsi andare dei corpi. Volevo iniziare dalla realtà nel film, con un desiderio potente e liberatorio verso l’umorismo, il sangue, l’eccesso, l’assurdità e la fantasia.
Quindi ho cercato una combinazione di generi che riflettesse la molteplicità dei messaggi: denuncia dell’oppressione, sotto diverse forme ma anche, soprattutto, promozione onirica di una liberazione. Fin dalle prime fasi, ho immaginato il film come una farsa punk sfrenata, ma doveva prendere vita guardando le cose attraverso gli occhi di personaggi, in cui le persone, gli spettatori potessero identificarsi. Quindi ho attinto alla mia esperienza e delle mie amiche. Anche per gli stupri subiti dai personaggi. Per me la commedia e la satira sono potenti.”
Noémie Merlant è un’attrice e regista francese.
Come attrice ha lavorato con molti registi prestigiosi, come Céline Sciamma, (Ritratto della dama in fiamme, 2019), Jacques Audiard (Parigi, 13° distretto, 2021), Todd Field (Tár,2022) e, più recentemente, Audrey Diwan (Emmanuelle, 2024). Nel 2023 ha vinto un César per la sua interpretazione in L’Innocente di Louis Garrel.
Dopo aver diretto diversi cortometraggi, Noémie Merlant ha scritto e diretto il suo primo lungometraggio Mi iubita mon amour, nel 2020. Il suo secondo lungometraggio, Les Balconettes (Les Femmes au Balcon), in cui recita insieme a Souheila Yacoub e Sanda Codreanu, è stato presentato in anteprima al Festival di Cannes 2024, nella Selezione Ufficiale Fuori Concorso.