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‘Venom – The Last Dance’: la conclusione della trilogia

Il terzo capitolo sull'eroe simbiontico amplifica i difetti di quelli precedenti, in un lungometraggio confuso, come il personaggio di Tom Hardy

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Venom:The Last Dance

Arriva al cinema il terzo e ultimo capitolo incentrato su uno dei personaggi più complessi provenienti dal mondo Marvel, Venom: The Last Dance (trovate qui il trailer). Prodotto in collaborazione tra Sony e Marvel e diretto da Kelly Marcel, il film si pone come una conclusione della trilogia iniziata nel 2018 col primo capitolo. Torna Tom Hardy nel suo doppio ruolo (Venom ed Eddie) ed è affiancato nel cast da Chiwtel Ejiofor, Juno Temple, Rhys Ifans, Stephen Graham, Alanna Ubach e Peggy Lu.

Di cosa parla Venom: The Last Dance

Dopo essere stati riportati nel proprio universo (dopo gli eventi di Spider-Man: No Way Home), Eddie e Venom sono in fuga, ricercati per un omicidio che non hanno commesso. Oltre ad essere cercati dal governo, il duo si ritrova presto braccato anche dalle creature di Knull, il dio dei simbionti, il quale cerca nella coppia qualcosa che potrebbe liberarlo dalla sua prigionia e così permettergli di distruggere l’universo. Braccati da diversi nemici, Eddie e Venom devono decidere quello che potrebbe essere il loro “ultimo ballo”.

Un fumetto thriller diventato un buddy movie

Una parabola decisamente strana quella di Venom al cinema. Il protettore letale è uno fra i personaggi più amati di casa Marvel e del mondo del fumetto in generale, e non si capisce per quale motivo Sony abbia deciso di trasformare il personaggio da un anti-eroe tragico e oscuro (nei fumetti) a una spalla comica di un buddy-movie che ha decisamente poco in comune col materiale d’origine. Questa parabola iniziata con Venom (2018) e continuata con Venom: La Furia di Carnage (2021) continua con The Last Dance, che mantiene (e peggiora) tutti i difetti dei capitoli precedenti

L’Eddie Brock di Tom Hardy è più passivo che mai nel terzo film: da un lato il personaggio stesso è totalmente assoggettato a Venom e si limita a subire tutti gli eventi principali della storia;  dall’altro lo stesso attore esegue una performance priva di qualsiasi emozione, come se anche lui stesso fosse unicamente in balia della debole sceneggiatura. Il simbionte al contrario è estremamente attivo (nello stesso film lo si vedrà prendere controllo di un cavallo e diventare dipendente dal gioco d’azzardo), finendo però per compiere azioni totalmente incoerenti fra di loro  che mettono in pericolo la coppia, senza alcuna reale necessità.

Venom: The Last Retcon

Il film cerca di ricollegarsi al primo, ma fallisce anche in questo, risultando una retcon decisamente poco riuscita. Nel primo Venom i simbionti erano rappresentati come una razza aliena conquistatrice, erano solo in due (Venom e Riot) e non noti alle forze governative. In The Last Dance sono molti di più, tanto da avere una base militare specializzata nel loro studio in Nevada. Inoltre le creature aliene della base non sono ostili, sono guerrieri fuggitivi giunti sulla Terra per scappare da Knull (doppiato da Andy Serkis) e salvare l’universo dal loro oscuro creatore.

Lo stesso Knull, che sulla carta è l’elemento che aziona la trama del film, è un personaggio dallo screen time estremamente limitato e che risulta in una minaccia totalmente blanda e non sentita. Sicuramente Sony ha intenzione di usare il personaggio come Marvel ha fatto con Thanos nei capitoli dedicati agli Avengers e continuare il suo arco in altri film (come la stessa regista ha anticipato). Ma quello che dovrebbe essere il nuovo cattivo supremo non è stato neanche presentato in questo film, finendo per essere poco più di una vaga promessa per il futuro del franchise.

Facce di altri universi e simbionti in un’ora e mezza

Oltre ai due protagonisti piuttosto insulsi, il film conta anche comprimari non da meno. Nomi decisamente di un certo livello quelli che sono stati coinvolti in questo lungometraggio, da Chiwetel Ejiofor a Juno Temple, sprecati in personaggi bidimensionali. Particolarmente strana la scelta di riportare in scena un volto già noto nello Spider-Verse, Rhys Ifans (Lizard in The Amazing Spider-Man), che però interpreta un personaggio totalmente slegato dal suo primo ruolo. Già con Morbius (2022) Sony aveva inserito easter egg di altri film precedenti, e con Venom: The Last Dance lo studio dimostra di aver idee ancora meno chiare rispetto al pubblico sulla continuità del proprio universo

Nella sua durata di un’ora e mezza, il film si divide in due parti: una prima ora più esplicativa e più monotona, e la sua ultima mezz’ora dove tutta l’azione è condensata in uno scontro finale, che non viene percepito per niente come climax. A giudicare dalle scelte sulla storia, è evidente come il team creativo abbia comunque voluto dare a Venom: The Last Dance un arco che concludesse la storia iniziata nel 2018. Ma quella che dovrebbe essere la parte più emotiva non emoziona e lascia i suoi spettatori insoddisfatti per un viaggio che è durato tre film.

Se avete apprezzato i primi due capitoli legati al simbionte, Venom: The Last Dance potrebbe ancora  farvi ridere. In caso contrario, vi troverete di fronte a un lungometraggio dalla scrittura debole e dai personaggi poco  approfonditi.

 

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Venom: The Last Dance

  • Anno: 2024
  • Durata: I ora e 32 minuti
  • Distribuzione: Sony, Marvel
  • Genere: Supereroi, Commedia
  • Nazionalita: America
  • Regia: Kelly Marcel
  • Data di uscita: 24-October-2024