Delizioso e originale Di noi 4, film per la regia di Emanuele Gaetano Forte.
É il compleanno di Alda (Giulia Rupi). Mentre spadella in cucina e cerca di sfilettare una spigola, sopraggiunge Rachel (Roberta Lanave), amica del cuore che, turbata, le racconta di aver incontrato Paola, madre di un bambino, che le ha chiesto se fosse in dolce attesa e se, vista l’età, avesse in mente di fare un figlio.
Rachel le aveva dato una risposta di circostanza, ma si era sentita ferita, consapevole che non avrebbe potuto mettere in cantiere un bebè.
Infatti, né lei, né il suo compagno Giamma (Giovanni Anzaldo), hanno un lavoro che garantisca loro una sicurezza economica.
Alda le fa eco, e le confessa che Pier (Elio D’Alessandro), il suo compagno, la sera prima, le ha chiesto di fare un figlio, ma lei ha scartato l’ipotesi perché anche loro due vivacchiano per arrivare a fine mese.
Arrivano Giamma e Pier e, inevitabilmente, il discorso scivola, in maniera sarcastica e leggera, sull’impossibilità al giorno d’oggi di mettere al mondo un figlio.
Le bottiglie di prosecco e vino bianco non si contano, l’atmosfera si fa sempre più frizzante, s’improvvisano scherzi e volano battute… Un finale inaspettato chiude la vicenda.
‘Di noi 4’: un film divertente e profondo che nobilita e rilancia la commedia all’italiana
Se analizziamo Dinoiquattro, sin dai primi fotogrammi ci rendiamo conto che non ci troviamo di fronte a quel cinema, così detto “carino”, che diede vita a quel filone borghese e buonista di pellicole “due camere e cucina”, quello che cercava (invano) di intercettare il malessere della generazione post sessantottina (e non solo).
Negli anni, la commedia d’autore, in ragione dell’assoluta mancanza di idee, si è andata sempre più svilendo e, riproponendo vecchi clichè, in ragione dei magri incassi al botteghino, ha finito (quasi) per decretare la fine del sottogenere.
Di noi quattro invece è una boccata d’aria fresca. Dà nuova linfa a un filone che, speriamo, riprenda a fiorire.
Non solo i dialoghi del film sono credibili, ma aderiscono perfettamente a quello che ci si scambia nelle conversazioni della vita reale.
Con ‘Di noi 4’, Forte affronta il tema della maternità dei quarantenni con ironia
Senza scivolare nell’ovvio o nel volgare, i protagonisti si confrontano e affrontano, senza banalizzare o svilirlo, un tema delicato e scottante; quello delle coppie di quarantenni, che, non avendo una condizione economica stabile, si interrogano sulla possibilità o meno di mettere al mondo un figlio.
Le caratterizzazioni dei personaggi sono credibili. Giamma, eterno Peter Pan, vivacchia scrivendo articoli, che forse nessuno leggerà; Pier è un musicista che non si è mai piegato alle regole del mercato e, per sua scelta, compone canzoni senza un ritornello orecchiabile.
Più adulte, strutturate e concrete dei loro partner, Alda e Rachel che, lontane mille miglia dall’enfasi legate alla maternità, senza strapparsi i capelli, hanno detto addio all’ipotesi di diventare mamme.
Non mancano le frecciate alla “milanesità”, a quel mondo irreale, creato dalla pubblicità e fatto passare, forzatamente, come il progetto al quale tutti gli Italiani dovrebbero aderire.
Infine, in maniera davvero originale, Forte di tanto in tanto, mostra in primo piano una pagina della sceneggiatura con il titolo di una canzone che dovrebbe partire in sottofondo.
Essendo una produzione low-budget (che non avrebbe mai potuto sostenere i costi dei diritti d’autore), il regista lascia che gli attori, danzando o cantando, mimano il brano che avrebbe composto l’ipotetica colonna sonora.
Di noi4 è nato da un soggetto di Giovanni Anzaldo e Giulia Rupi. I due attori hanno poi partecipato insieme al regista, non solo alla sceneggiatura, ma anche alla co-produzione del film.
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