Superman e il suo alter ego Clark Kent sono nati nel 1933 con i disegni di Joe Shuster e i testi di Jerry Siegel. Negli anni ’40 sono stati realizzati un po’ di cortometraggi con protagonista “l’uomo d’acciaio”. Ma il primo vero, iconico, Superman dello schermo arriva nel 1978 con fattezze di Christopher Reeve.
A vent’anni di distanza dalla tragica scomparsa dell’attore americano, diventato tetraplegico dopo una caduta da cavallo, arriva un documentario dal titolo Super/Man, the Christopher Reeve Story firmato a quattro mani da Ian Bonhôte e Peter Ettedgui, che da una parte raccontano la sua carriera e dall’altra approfondiscono il lavoro di Reeve come attivista per i diritti dei disabili.
Un’altalena di emozioni
I due registi creano un ritratto anche intimo dell’attore attraverso immagini inedite e interviste realizzate da Reeve ai più grandi network televisivi. Incontrano i tre figli Matthew, Alexandra e Will, raccontano il rapporto con l’ex compagna Gae Exton, madre dei primi due figli, e la moglie Dana Morosini, madre di Will, fino alle testimonianze dei colleghi che con lui hanno condiviso il set e la vita: da Susan Sarandon a Glenn Close, fino all’amico Robin Williams, che ne ricostruiscono il percorso personale e professionale. Ma soprattutto si soffermano sul drammatico incidente che lo rese tetraplegico, a cui seppe reagire trasformandosi in un paladino della ricerca: con la Christopher & Dana Reeve Foundation ha investito più di 140 milioni di dollari nella ricerca sulle lesioni del midollo spinale, permettendo di scoprire nuove terapie geniche.
È difficile vedere un film come Super/Man, the Christopher Reeve Story senza commuoversi. Una pellicola che scorre come un fiume (non solo di immagini) mai in ordine cronologico, e questo ci permette di passare dai sorrisi alle lacrime, mai ricattatorie, e ai sentimenti, anche contraddittori, usando soprattutto le immagini delle quattro pellicole sul personaggio che Christopher ha interpretato.
Un biopic fuori dagli schemi
Super/Man, the Christopher Reeve Story funziona come un dietro le quinte, una volta tanto, non di un film bensì di una vita non solo professionale ma anche personale di un attore. Che trova il suo apogeo, dove si mescolano i due livelli, nella partecipazione di Reeve (ormai su una sedia a rotelle sulla quale ha trasferito le straordinarie capacità di Superman) alla Convention dei Democratici nel 1996 alla presenza di Bill Clinton: “Well, I just have to start with a challenge to the President: Sir, I have seen your train go by, and I think I can beat it.” (Vorrei cominciare con una sfida verso il Presidente: ho visto il suo treno passare in velocità, ma posso ancora superarlo!). Lanciando un messaggio di speranza e di volontà “d’acciaio”.
Christopher Reeve è stato un eroe, questo ci racconta il film del binomio Bonhôte e Ettedgui. Un eroe non solo sullo schermo ma anche nella vita. Ha combattuto non solo per se stesso, ma anche per tutti quelli che soffrono della sua stessa malattia, convincendoli con la sua continua presenza che un’ “altra” vita è possibile.
Ottimista, commovente e piena di speranza, la pellicola Super/Man, the Christopher Reeve Story, grazie alla capacità e alla sensibilità dei registi, rimarrà come uno dei migliori esempi di doc “biopic” di tutti i tempi intorno a un personaggio che quei tempi li ha battuti. Eccome!