Alice nella città
‘Alice nella città’: ecco tutto il programma dell’edizione 2024
Anche quest'anno una ricca scelta di titoli vanno a riempire una delle sezioni della Festa del cinema di Roma. Tanto cinema proveniente da tutto il mondo
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Roberto BaldassarreSi svolgerà a Roma dal 16 al 27 ottobre 2024, nel quadro della Festa del Cinema, la XXII edizione di Alice nella città. Sezione diretta da Gianluca Giannelli e Fabia Bettini e organizzata dall’Associazione Culturale PlayTown Roma, con il sostegno della Direzione Generale Cinema del MiC, Roma Capitale, Città Metropolitana di Roma Capitale, Regione Lazio, Camera di Commercio di Roma, in collaborazione con la Fondazione Cinema per Roma, Fondazione Musica per Roma, Azienda Speciale Palaexpo.
Da sempre attenta ai temi legati alle giovani generazioni, Alice nella città presenta un programma di anteprime assolute, esordi alla regia e conferme originali.
- 14 le opere del Concorso;
- 5 film Fuori Concorso.
- Panorama Italia, 7 film nel concorso Panorama;
- 2 Fuori concorso;
- 2 proiezioni speciali, che pongono l’accento sul cinema italiano indipendente, con proiezioni di film e documentari.
Inoltre, si affiancano 4 co-produzioni con la Festa del Cinema, un Evento Speciale dedicato a Francis Ford Coppola e la selezione Sintonie, linea di programma pensata in collaborazione con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e che accoglie 4 film e 2 cortometraggi presentati quest’anno nella Sezione Fuori Concorso, Orizzonti e Orizzonti Extra di Venezia.
In programma anche 2 restauri e 40 cortometraggi (12 in concorso internazionale, 10 in concorso Panorama Italia e 10 proiezioni Fuori Concorso), 8 proiezioni speciali, selezionate in collaborazione con Christian De Schutter che da quest’anno cura il programma Onde Corte.
Il film vincitore dell’edizione scorsa
Alice nella città: i 14 film in concorso
I 14 film del concorso disegnano traiettorie apparentemente distanti ma che tengono insieme cose tra loro altrimenti diverse. Viste tutte assieme hanno la capacità di emozionare, sovvertire opinioni, creare discussioni, porre domande.
A Real Pain di Jesse Eisenberg è una struggente esplorazione del trauma intergenerazionale all’interno della comunità ebraica. La sceneggiatura di Eisenberg, trova in Kieran Culkin l’interprete ideale di un umorismo anticonformista che tiene in bilico le sfumature tragiche, la comicità e i contrasti di un’analisi sincera dei legami familiari.
Under the Volcano (candidato per la Polonia all’Oscar® per il miglior film internazionale) di Damian Kocur, è uno scavo profondo sul senso di colpa, verso sé stessi e il proprio Paese, mentre esplode il conflitto a Kiev. Una realtà che contrasta con l’immagine idilliaca del luogo di vacanza perfetto dove da un giorno all’altro, si passa da turisti a rifugiati. Questo scontro emotivo mette in discussione i ruoli all’interno della famiglia e fa emergere vecchi conflitti irrisolti che esplodono come un vulcano dormiente.
When We Were Sisters di Lisa Brühlmann, è un racconto tutto al femminile piuttosto anticonvenzionale che cattura il senso di sorellanza e di incertezza ed emancipazione che talvolta circonda l’esperienza materna nel rapporto allargato con i propri figli.
The Courageous della regista svizzero-americana Jasmin Gordon, esplora la fragilità della libertà individuale di fronte alla società e alle sue convenzioni. È un ritratto familiare, prezioso, intenso e complesso che scuote la nostra percezione sui tabù e gli stigmi che ancora circondano le rappresentazioni delle donne e di come dovrebbe essere una buona madre per mantenere le apparenze di una famiglia amorevole.
Milano a tutti questi sguardi al segna l’esordio di Christina Vandekerckhove. Un debutto d’eccezione, importante al punto da essere degna di stare accanto ai classici per profondità di scavo nell’animo umano. Ha l’intuizione di sottrarsi ai percorsi preordinati fintamente realistici a cui oggi ci si aspetta che le storie d’infanzia si conformino. Dei bambini, ne coglie la libertà, la dolcezza, gli spiragli di speranza; la regia è interessata a ciò che si rivela, al cambiamento, all’evoluzione, piuttosto che all’apparente incomunicabilità padre-figlio.
Rita è il sorprendente debutto dell’attrice Paz Vega. La neo-regista sceglie una prospettiva bambina per cogliere le connessioni che costituiscono tutta la ricchezza dei linguaggi usati per raccontare l’infanzia, così com’è. Il senso di speranza e l’umanità profonda dei personaggi e soprattutto la radicalità delle scelte che devono affrontare i suoi bambini cinematografici, arricchiscono il messaggio di forte denuncia sociale sulla violenza di genere.
Bird di Andrea Arnold si muove nella dura realtà della vita dei ragazzi, ma questa volta, attraverso l’elemento fantastico, intensifica i loro sentimenti e le loro percezioni; ne racconta le ribellioni appassionate e le loro trasformazioni emotive e fisiche. La pellicola così diviene un’esperienza vitale di notevole intensità emotiva che crede nei sogni e, grazie all’interpretazione della giovane Nykiya Adams, si prende il tempo di guardare avanti, in alto, verso il futuro.
The Outrun di Nora Fingscheidt è uno sguardo coraggioso e vulnerabile che descrive la natura selvaggia delle cose e non risparmia dettagli sul degrado e sul recupero dell’animo umano. Arricchisce la storia tratta dal libro di Amy Liptrot, una sofisticata interpretazione di Saoirse Ronan, ricca di simboli di grande suggestione e speranza.
Non dirmi che hai paura, tratto dal libro Samia Yusuf Omar, di Giuseppe Catozzella, e diretto da Yasemin Samdereli con Deka Mohamed Osman, punta sull’importanza di far confluire la realtà nel cinema, di mediare tra l’una e l’altro, che troviamo il senso del lavoro di porta sullo schermo la vita di l’atleta olimpionica morta annegata nell’aprile del 2012, mentre stava cercando di fuggire da un regime brutale per raggiungere le coste italiane su un barcone di migranti partito dalla Libia. Ha il pregio di affacciarsi sull’abisso della cronaca senza cedere alla tentazione del realismo e ci restituisce il coraggio e la luminosa leggerezza, di giovani esposti al male.
Lads, opera prima di Julien Menanteau, il tema della scelta, e quindi dell’etica, rappresenta una delle corde più profonde dell’animo umano. Il suo film è un ritratto empatico di un giovane fantino vulnerabile e ribelle (Marco Luraschi), in cerca di risposte che l’aiutino a rompere il fiato e prendere in mano la propria vita.
Julie Keeps Quiet dell’esordiente Leonardo Van Dijl, un film coinvolgente e teso fatto di silenzi e assenze, che si contrappone a un’idea sociale che in nome di una spaventosa purezza, vorrebbe i ragazzi perfetti e allineati. Il regista affronta con maestria il campo minato dei pericoli insiti nelle relazioni di potere. È uno studio coinvolgente sulla disfunzione e la repressione, che esplora i temi dell’abuso, del dominio e del controllo con precisione e autentica intelligenza cinematografica.
Holy Cow di Louise Courvoisier, racconta il diritto al futuro di un’adolescente e la difficoltà di dare espressione alle proprie legittime aspirazioni. È un debutto alla regia affascinante e pieno di personalità, un mix di avventura e di esperienze di crescita. Riflessioni che con gusto e sensibilità si sottraggono all’abbondanza di immagini che nulla hanno a che fare con la crescita emotiva e con i possibili modi di stare al mondo.
When The Light Breaks dell’islandese Rúnar Rúnarsson è uno sguardo prezioso e toccante sul tema della perdita improvvisa e sulle conseguenze interne ai rapporti umani. L’autore ci incoraggia a trovare l’amore e la bellezza anche di fronte a quella mancanza che può cambiare drasticamente la vita.
Flow di Gints Zilbalodis è invece una fiaba moderna che unisce avventura, introspezione e poesia. Esplora attraverso una narrazione asciutta e priva di dialoghi i temi della fratellanza, dell’abbandono, dell’aiuto reciproco e della permeabilità dei mondi, lasciando spazio a una potente e personalissima espressione visiva fatta di complessi ed eleganti piani sequenza che colpiscono al cuore adulti e bambini.
Alice nella città: Fuori concorso
I film del fuori concorso sono lo spunto ideale per raccogliere lo sguardo visivamente ricco ed emotivamente sorprendente di un gruppo di nuove autrici che stanno permettendo a immagini di donne diverse, più sfidanti, ribelli e imperfette di riempire lo schermo.
Luce di Silvia Luzi e Luca Bellino esplorano, fino ai limiti più profondi, la discesa nell’inconscio di una ventenne della classe operaia, interpretata dal talento assoluto di Marianna Fontana e di una voce misteriosa al telefono (Tommaso Ragno) che attinge dall’ossessione di un ricordo paterno. Il film spinge le categorie tradizionali del racconto in una zona di radicale incertezza. Crea un terreno a parte, una relazione umana profonda, tra la realtà e la tela di una favola delicatamente filata.
Mi bestia di Camila Beltrán affronta il cambiamento delle dinamiche sociali della Colombia negli anni ‘90 attraverso la metafora della pubertà – l’età della trasformazione -, offrendo una riflessione profonda sul femminile e sulla ricerca di un’identità contro tutto. dona alla sua eroina uno spirito tenace, soprannaturale, per resistere al machismo tossico imperante nel suo Paese. Le dà il potere di esplorare il misterioso, farsi di una nuova identità fisica, psichica e sociale.
Rabia, esordio alla regia di Mareike Engelhardt, svela un aspetto dello Stato Islamico poco documentato, se non addirittura mai visto prima: l’interno delle case per le donne destinate a diventare mogli dei combattenti del Daesh. Spinta dalla promessa di una nuova vita, Jessica (Megan Northam), una diciannovenne francese, parte per la Siria per unirsi a Daesh. Il film è una spaventosa spirale a porte chiuse, che ruota intorno ad una relazione perversa tra Jessica e la predicatrice (Lubna Azabal), fanatica e crudele.
Janet Planet segna l’esordio cinematografico di Annie Baker, autrice teatrale di fama internazionale, vincitrice del premio Pulitzer nel 2014 per The Flick. Il film è centrato “sull’innamoramento della propria madre”: un sublime lungo dialogo, tra immagini e parole, che racconta un’estate di transizione. Un momento di mezzo, di attese e inquietudini, ma anche di fulminanti riflessioni sul legame teso di una figlia (Zoe Zigler) il cui più grande desiderio è fuggire dal campo estivo per trascorrere del tempo con sua madre Janet (Julianne Nicholson).
Sur un fil, esordio alla regia dell’attore Reda Kateb, è un film drammatico pieno di umanità che racconta la vita di una giovane acrobata costretta a cambiare direzione, dopo una caduta che scopre un’altra forma d’arte: gli scherzi dei clown. Ma non degli scherzi qualunque: bensì quelli che rallegrano i cuori dei bambini malati negli ospedali. Una storia toccante di redenzione e speranza.
Le proiezioni speciali
In occasione del ventesimo anniversario della morte di Christopher Reeve, Alice nella città rende omaggio al grande attore con una proiezione speciale dell’atteso documentario Super/Man – The Christopher Reeve Story dei registi Ian Bonhôte e Peter Ettedgui.
La proiezione si terrà giovedì 10 ottobre alle ore 20.30 al Cinema Adriano di Roma alla presenza dei due registi e di Matthew Reeve, figlio di Christopher Reeve. È un ritratto intimo della vita dell’attore, con immagini inedite, interviste ai tre figli William, Matthew e Alexandra e testimonianze di grandi attori hollywoodiani che erano colleghi e amici di Reeve come Susan Sarandon, Glenn Close e Robin Williams, al quale era legatissimo, che ne descrivono il percorso personale e professionale.
L’evento è organizzato in collaborazione con Warner Bros. Discovery e con il Dipartimento Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale ed è parte del ciclo “Aspettando Alice” che anticipa la ventiduesima edizione del festival.
A Francis Ford Coppola è dedicata la preapertura della Festa del Cinema di Roma e di Alice nella città. Lunedì 14 ottobre gli Studi di Cinecittà, grazie al Ministero della Cultura, ospiteranno l’anteprima italiana di Megalopolis che sarà introdotta dal regista. Con Megalopolis – epopea romana ambientata in un’America moderna e immaginaria. Il grande regista italoamericano torna, dopo anni, negli Studi romani che lo hanno visto preparare alcune scene de Il Padrino Parte III.
Martedì 15 ottobre, Francis Ford Coppola sarà protagonista di un incontro con le giurie di Alice nella città, gli studenti delle scuole di cinema e il pubblico all’Auditorium Parco della Musica. A condurre la conversazione lo scrittore e critico cinematografico Emiliano Morreale.
Blitz, del regista britannico premio Oscar Sir Steve McQueen, è una storia struggente di sopravvivenza e coraggio, in cui ogni cittadino londinese (tra i protagonisti principali Saoirse Ronan, Paul Weller, Stephen Graham, Harris Dickinson) deve lottare per affrontare la paura e le separazioni causate dalla guerra durante la Blitzkrieg tedesca. Ma è anche una storia esemplare dal sapore dickensiano, che trasforma il viaggio verso casa di un bambino (il sorprendente Elliott Heffernan), in un simbolo e in una proiezione di speranza per il futuro.
Evento presentato in co-produzione con la Festa del Cinema di Roma, da sempre aperta alle possibilità di intreccio tra illustrazione, cinema e animazione, Alice nella città ospita anche quest’anno una serie di eventi e proiezioni speciali che esplorano i risultati di questa ricerca.
Torna al festival Claude Barras (Ma vie de Courgette), uno dei grandi maestri dell’animazione europea che continua la sua esplorazione e il suo impegno verso i grandi temi sociali. Savages è la riflessione sul senso di comunità, sulla lotta, sulla ribellione e su quello che è lecito fare per non farsi schiacciare dal sistema capitalista che in questo caso, nel Borneo, sta distruggendo intere foreste cancellando popoli e tradizioni ancestrali.
L’aspetto forse più interessante del lavoro di Barras è che ci aiuta a superare il pregiudizio del film dedicato solo al pubblico dei più giovani, mettendo in scena storie profonde e complesse, radicate nella vita reale delle persone, che di fatto lo ancorano alla sensibilità delle nuove generazioni.
Queste storie ci aiutano a superare il pregiudizio del film dedicato solo al pubblico dei più giovani. In viaggio con mio figlio di Tony Goldwyn mette in scena una storia profonda e complessa, radicata nella vita reale delle persone. Ezra, un vivace ragazzo di 11 anni con disturbi dello spettro autistico, interpretato magistralmente da William A. Fitzgerald, vive un’avventura attraverso il paese che lo porterà a conoscere meglio con suo padre (Bobby Cannavale) e a comprendere le sfide uniche che devono affrontare come famiglia, grazie anche alla presenza del nonno Stan (Robert De Niro), il quale aggiunge onestà alla storia.
Danny DeVito e Andie MacDowell sono invece protagonisti di A Sudden Case of Christmas, il nuovo film del regista Peter Chelsom (Shall we dance?, Serendipity) ambientato in Italia, una commedia agrodolce sull’amore e sul senso della famiglia adatto al pubblico di tutte le età che vede per la prima volta recitare assieme Danny de Vito con sua figlia Lucy de Vito.
A Look Through His Lens, diretto da Matthew Berkowitz e Gregory Hobbit, racconta la carriera straordinaria di Philippe Rousselot, che ha ottenuto una miriade di riconoscimenti, tra cui un Oscar per In mezzo scorre il fiume, un BAFTA Award per Intervista col vampiro e tre premi César per Diva, Thérèse e La regina Margot. Il film vede come produttrice l’attrice premio Oscar Kim Basinger insieme a un’altro Premio Oscar Lynne Littman ed è raccontato dagli attori e dai registi che negli anni hanno lavorato assieme a lui come Julia Roberts, Jodie Foster, Jude Law, Tim Burton, Jon Amiel, Stephen Frears.
A completare il programma, due titoli presentati in co-produzione con la Festa del Cinema di Roma: il film corale dell’Archivio Luce, 100 di questi anni che celebra il suo centesimo compleanno con un’iniziativa unica: un film a episodi composto da sette cortometraggi, diretti dai protagonisti della commedia italiana contemporanea: Michela Andreozzi, Max Bruno, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Francesca Mazzoleni, Rocco Papaleo e Sydney Sibilia.
Il ragazzo dai pantaloni rosa di Margherita Ferri, mette in pellicola la storia di Andrea Spezzacatena, un ragazzo che aveva appena compiuto 15 anni quando decise di togliersi la vita. Andrea, un ragazzo apparentemente solare, aveva ottimi voti a scuola e un ottimo rapporto coi genitori. Il suo gesto fu quindi totalmente inaspettato e rimase senza spiegazione finché sua madre, dopo la sua morte, è entrata nel suo profilo Facebook e ha ricostruito l’inferno che suo figlio stava passando tra atti di bullismo e cyberbullismo a scuola.
Sceneggiato da Roberto Proia, il film rappresenta un potente monito sulla pericolosità di quelle parole e di quei gesti che in apparenza ci possono sembrare innocui ma che in realtà feriscono nel profondo.
Il brano che accompagnerà l’uscita del film si intitola Canta Ancora, canzone inedita che Arisa scrisse per sua madre e che nel film diventa una lettera che Andrea dedica a Teresa.
Panorama Italia: film in concorso
La giuria composta da Riccardo Milani (Presidente di giuria/Regista), Lucia Ocone (Attrice), Luna Gualano (Regista), Annamaria Granatello (Presidente Premio Solinas/Produttrice), Federica Luna Vincenti (Produttrice/Attrice/Compositrice), assegnerà il Premio Raffaella Fioretta per il cinema italiano.
No More Trouble di Tommaso, film d’apertura è incentrato su Andrea Romanelli, progettista navale e velista. Sono passati più di 25 anni da quando Andrea è scomparso in mare: stava tentando, con Giovanni Soldini, il record nella traversata dell’Atlantico. Il figlio Tommaso aveva 4 anni e ora da regista, affronta un viaggio nella memoria alla scoperta del padre.
Il mio compleanno di Christian Filippi, realizzato nell’ambito di Biennale College, è uno sguardovivissimo su una generazione a cui non è concessa la libertà di sbagliare. Un tema radicale che evidenzia il corpo a corpo con il mondo adulto, che sempre più tende a ignorare il dibattito culturale con i ragazzi. Filippi asseconda senza giudicare la profonda complessità di chi sta cercando il proprio posto nel mondo.
L’era d’oro di Camilla Iannetti che rimette in prospettiva le vite di tre donne, oggi cambiate dalle circostanze, per raccontare i percorsi paralleli della loro crescita. Lucy sta per diventare mamma. L’ arrivo di sua figlia, Futura, sconvolge la sua esistenza e diventa un’opportunità per trasformare il suo rapporto familiare e l’indipendenza dal passato accidentato che hanno condiviso. In questa onesta e delicata agenda quotidiana è possibile cogliere tante delle nostre abitudini e idiosincrasie, il nostro modo di metterci in relazione con gli altri, il nostro modo di cercare la felicità.
L’origine del mondo, di Rossella Inglese, la regista torna ad indagare il femminile attraverso un viaggio fisico ed emotivo, di sprofondamento e rinascita. Eva diventa la sua eroina per raccontare la storia salvifica di una ragazza che diventa donna, affrontando la propria colpa e superando l’immagine di distruzione che si sente addosso.
I racconti del mare di Luca Severi è una storia di riflessione sulla forza della diversità e sulla capacità degli individui di superare le loro differenze quando si trovano a dover sopravvivere al dolore e a ricordi brucianti. Luca Severi abbandona qualunque pretesa di realismo a favore dell’elemento fantastico, che attraverso il suo sguardo ci sembra possa rappresentare l’unica vera alternativa ad una realtà altrimenti insostenibile.
Il complottista di Valerio Ferrara, al suo debutto alla regia, mette a tema il senso di solitudine che pervade la nostra società. Il film coglie la debolezza di una persona comune a cui niente importa della verità e la cui inclinazione per le teorie del complotto è legata al suo bisogno di comunità, comprensione e identità, in un’era in cui il confine tra la verità e la finzione è sempre più sfocato. Un’idea di radicalità
La cosa migliore di Federico Ferrone, racconta la storia di un adolescente di oggi, tentato dall’isolamento e salvato dall’amicizia. La morte improvvisa del fratello maggiore inasprisce le sue difficoltà e alimenta un lacerante senso di colpa che lo allontana da suo padre (Fabrizio Ferracane). Alla ricerca di un senso più profondo delle cose, Mattia (Luka Zunic) vede nella conversione all’Islam il passaporto per una vita più autonoma e ricca di senso. Saprà resistere alla tentazione dell’estremismo?
Panorama: fuori concorso
Quattro sono le proiezioni fuori concorso che arricchiscono, ciascuna con il proprio tono, la trama di unità segreta che sembra collegare i fili di tutto il programma del Panorama Italia.
Still Here dell’italo-srilankese Suranga D. Katugampala insegue l’idea e la pratica di un cinema libero che cancella i confini tra l’uomo e ciò che lo circonda. È il tentativo molto libero di un giovane autore di rappresentare una mappa geografica personale che sovrappone due quartieri, a due spazi immaginati, creando così un territorio evanescente tra realtà, memoria e immaginazione. È la storia di una famiglia esplosa e di un quartiere spazzato via dall’avvento di una nuova città, è una favola nera in cui i bambini sono le uniche presenze vive mentre gli adulti sembrano fantasmi aggrappati al ricordo di un mondo che sta per essere spazzato via dall’avanzare inesorabile degli immensi cantieri di una nuova città.
Balentes di Giovanni Columbu è la coerenza come necessità e come conquista; alla sua caparbietà di regista deciso a realizzare solo film che sente propri, questo film corrisponde a qualcosa di totalmente unico. Quasi un’opera prima. Il film racconta una storia vera ambientata nella Sardegna degli anni ‘40. Protagonisti sono tre giovani poco più che adolescenti. Lo spettatore per entrare nella storia dovrà accettare il gioco e lasciarsi affascinare dalle immagini animate in bianco e nero che scorrono sullo schermo. Un lavoro di resistenza creativa che difende uno spazio vitale, attraverso un racconto che scommette sull’impresa più ardua: conciliare l’arte con il pubblico.
Squali di Alberto Rizzi è una moderna tragedia greca, un western veneto, nell’estremo Nord-Est italiano. È l’intreccio di vite dissolute, di rancori e orrori domestici, ambientato in un triveneto montano e inaspettato dei Monti Lessini. I protagonisti di Squali, sono degli animali fossili, mossi dagli istinti primari, avidità, fame, amore, sopravvivenza. Eppure tutti e tre i fratellastri e la sorellastra Camaso, sono in certa di una forma di salvezza, di redenzione, o forse banalmente di riscatto.
Anime galleggianti, opera prima di Maria Giménez Cavallo, è un viaggio magico nella terra atemporale della Sardegna ispirato alle Metamorfosi di Ovidio, che mescola la mitologia classica con temi contemporanei, la tradizione letteraria con i rituali locali, il metodo documentario con la fantasia. È un viaggio cinematografico che re-immagina le storie appassionate dei personaggi più intriganti di Ovidio: Persefone, Aracne, Orfeo, Callisto, Europa e Dafne, i cui destini intrecciati culminano durante i riti carnevaleschi che evocano fertilità, vita e morte. Così come le anime di Ovidio vagano da un corpo all’altro, trasformandosi senza confini tra le specie, il film vaga da un personaggio all’altro, da un luogo all’altro, legato dalla narrazione del filosofo Pitagora.
Panorama Italia: proiezioni speciali
A completare il programma del Panorama Italia ci sono storie affini nella genesi produttiva, ma diverse nel tentativo di rappresentare frammenti di memoria, conflitti, amore e tenerezze. Ogni pensiero vola di Alice Ambrogi è un docufilm che esplora in profondità – attraverso interviste coinvolgenti e toccanti – il delicato tema della salute mentale nei giovani, sfidando pregiudizi sociali e combattendo le narrazioni erronee spesso associate all’argomento. Il messaggio è potente e positivo e offre speranza per il futuro.
Come quando eravamo piccoli di Camilla Filippi è il racconto autobiografico di quello che resta di una famiglia: Michele, Camilla e lo Zio Gigio, il vero collante emotivo di tutto il racconto. La struggente fragilità della sua intera esistenza si riflette nella quotidianità, in ogni parola e ogni passo di questo viaggio nel tempo tra chi è rimasto per dovere e chi se n’è andato per sopravvivere.
Alice nella città: Serie
Alice nella città conferma il suo sguardo sul racconto seriale legato alle nuove generazioni. Indipendentemente dalla tipologia e dal formato, risulta evidente ormai quanto il genere abbia maturato un approccio stilistico di inconfutabile impronta cinematografica.
Il discorso sui generi narrativi trova nel racconto seriale lo spazio ideale per indagare in profondità la dimensione del cambiamento, che mette in luce aspetti ambigui e complessi con momenti di caduta, di abbandono e di riscatto.
The Bad Guy interessa perché sperimenta l’invenzione, ribalta la realtà, riesce ad innovare il genere con un linguaggio veritiero tra il dramma e il comico che la rendono folle, inedita, libera dai generi e dalle convenzioni. Forse per questo moderna agli occhi di un pubblico di ragazzi. Nella seconda stagione, presentata in anteprima al Festival, tornerà il suo protagonista, Luigi Lo Cascio, nel doppio ruolo del magistrato Nino Scodellaro e del mafioso Balduccio Remora, l’eroe che si fa antieroe ma che mantiene vivo l’amore per la moglie Luvi, interpretata da una bravissima Claudia Pandolfi.
Sono storie ribelli che si liberano dagli stereotipi, preziosissime per ragazzi e adulti; diventano quasi, attraverso le narrazioni proposte, il ritratto di una generazione e dello speciale modo di sentire l’adolescenza.
La legge di Lidia Poët, pioniera delle battaglie per l’emancipazione femminile, ne è l’esempio più vivo. Una donna che lottò per più di trent’anni prima di poter esercitare la professione forense. Ma ciò che la rende speciale è la capacità di uscire dai luoghi in cui nascono. Lidia Poët è una donna sagace, giovane, perspicace, acculturata e tagliente, impersonificata da una Matilda De Angelis che anche al di fuori dello schermo incarna l’immagine della giovane attrice di talento che non ha paura di mostrare le sue imperfezioni e le sue fragilità.
Nudes mette a tema le conseguenze del Revenge Porn, nella sua drammatica attualità. La seconda stagione allarga la sua ottica alle vite adulte, anch’esse minacciate dalle insidie di un uso troppo disinvolto dei social media e della tecnologia, mantenendo tuttavia lo sguardo privilegiato Dell’universo adolescenziale e sui conflitti tra genitori e figli. Laura Luchetti, che firma la regia dei tre episodi dedicati a Silvia ed Emilio proiettati in anteprima al festival, guarda da dentro l’adolescenza in modo più complesso, senza paura di esplorare la veemente affermazione del desiderio che si contrappone al mondo degli adulti. Quindi, escludere l’iniziazione, il desiderio e il corpo dalla narrazione filmica legata all’adolescenza, vuol dire esporre i ragazzi alla sessualità nelle sue rappresentazioni più estreme.
Stefano Mordini intuisce in tutti i suoi lavori, che omettere ai ragazzi le vibrazioni di quelle terre, vuol dire “spossessarli” e negare loro uno strumento di conoscenza indispensabile per riflettere su identità, relazioni, educazione alle differenze.
Adorazione, serie liberamente tratta dal libro Alice Urciuolo, la morte di una ragazza assumerà per ognuno un significato diverso e per ognuno si sovrapporrà alla propria storia personale, a un’educazione sentimentale e sessuale fatta di estremi, in cui l’amore, la tenerezza e il desiderio si mescolano alla sopraffazione, all’umiliazione e alla vergogna. Sarà l’inizio di un viaggio che, tra sospetti e rivelazioni, porterà ognuno dei ragazzi e delle ragazze a fare i conti con la verità delle proprie relazioni e della propria educazione sentimentale.
Never Too Late è incentrato sugli adolescenti figli degli attivisti Millennials, che nel 2046 lottano per avere un presente e salvare il loro futuro in una zona della Sardegna dove sopravvive l’ultima grande foresta mediterranea. Cinque ragazzi, decidono di entrare nella foresta, rischiando la propria vita, per scoprire la verità sulla scomparsa dei loro genitori e riprendersi il proprio futuro. Perché per cambiare il mondo It’s never too late.
Womenlands
Ritorna dopo il successo della prima edizione, il progetto speciale Womenlands la linea di incontri e premi dedicata alle eccellenze femminili italiane e internazionali realizzata in collaborazione con l’Associazione Via Condotti. Tre appuntamenti, per mettere in luce un nuovo ruolo della donna nella società contemporanea, sottolineando la sensibilità di Roma Capitale sul tema dei diritti e dell’inclusione.
Quest’anno il Womenlands Excellence Award sarà assegnato a Rossy de Palma, Paz Vega e Matilda De Angelis. Tre personalità diverse che si battono per serbare al loro lavoro il massimo di dignità artistica. È per questa ragione che il programma speciale costruito intorno a loro intende testimoniare il talento, la vitalità artistica, tra l’esercizio rigoroso del mestiere di attrici e il pieno impegno sui temi del sociale e dell’Agenda 2030.
Questi saranno gli spunti per raccogliere lo sguardo visivamente ricco ed emotivamente sorprendente di un gruppo di attrici che stanno permettendo a immagini di donne diverse, più sfidanti, ribelli e imperfette di riempire lo schermo del cinema contemporaneo.
Non c’è un’attrice che sia stata in grado di rappresentare meglio di Rossy de Palma lo spirito della Spagna contemporanea, la sua voglia di vivere ma anche la sua tragicità, le sue contraddizioni e quell’universo provocatorio e umanissimo, riassunto nella filmografia di Pedro Almodóvar di cui, peraltro, lei è musa prediletta. Eclettica, travolgente, iconica. Paladina da sempre di una diversità che ha saputo imporre grazie alla sua forte personalità sarà a Roma per dar vita a un incontro speciale sul mestiere dell’attrice con gli studenti delle Accademie e delle scuole di cinema, oltre a partecipare ad una passeggiata simbolica, alla scoperta di Roma e del suo centro storico.
Sivigliana fino al midollo Paz Vega ha contribuito, sull’onda di colleghe come Penelope Cruz e Salma Hayek, a ridisegnare il profilo delle donne ispaniche a Hollywood. Fiere e passionali come tramanda l’immaginario maschile, ma con i piedi piantati per terra e notevoli capacità di bilanciare lavoro e famiglia senza mai tralasciare il suo impegno costante legato al supporto di numerose associazioni contro la violenza sulle donne.
Arriverà a Roma per accompagnare il suo esordio alla regia, Rita, un racconto sulla violenza di genere,visto con gli occhi di una bambina di 7 anni, ambientato nella spagna del 1984.
Matilda De Angelis è una delle attrici più brillanti del cinema italiano. Nel pieno del suo momento d’oro, dopo il successo internazionale di The Undoing, Citadel: Diana, e ora con la seconda stagione della serie La legge di Lidia Poët, che sarà presentata in anteprima al festival, fa e dice esattamente quello che non ti aspetti: grazie alla sua trasparenza e al coraggio di uscire dalla comfort zone del gradimento a ogni costo, non è mai a distanza di sicurezza da quella che è la realtà. Portavoce di battaglie contro tabù e stereotipi porta avanti un’idea diversa rispetto agli standard di bellezza e alla pressione estetica dei social, riuscendo a diventare in poco tempo un punto di riferimento per tanti adolescenti rispetto al tema dell’autostima e della salute mentale.
Alice nella città: Onde corte
Si rinnova l’attenzione al mondo del cortometraggio. I corti selezionati saranno proiettati dal 16 al 18 ottobre all’Auditorium della Conciliazione. La giuria sarà composta da: Matt Dillon (Attore, Regista), Carolina Crescentini (Attrice), Fabio Lovino (Fotografo).
E se ancora ci fosse vita? È la domanda che ci siamo fatti guardando la varietà sorprendente dei cortometraggi della selezione di quest’anno. Una mappa utile ad attraversare i territori indecisi di un cinema incapace di riprodurre la complessità del pensiero e di offrire piena libertà espressiva ai giovani cineasti che provano ad immaginare una qualità creativa che sfugga alle classifiche. Praticano un’arte sintetica, quanto più audace e sperimentale si possa pensare, fanno della fluidità del formato un’occasione per ripensare il cinema sino alle radici.
Concorso internazionale
Amarela di André Hayato Saito (Brasile – Italian Premiere)
Largohen Dallendyshet di Deni Neli (Italia/Albania – World Premiere)
No Spank di Jordan Strafer (USA – European Premiere)
Su Twice di Agnese Làposi (Svizzera – World Premiere)
For You and Mom di Antonio Ledesma Vila (Spagna – Italian Premiere)
Dream Car Wash di Edoardo Brighenti (UK – World Premiere)
Let It All Go Wrong di Dimitri Baronheid & Olivier Lambrechts (Belgio – Italian Premiere)
Life’s Red Light di Joe Carney (Canada – World Premiere)
Trees Painted in Tar di Casper Rudolf (Danimarca/Francia – Italian Premiere)
Where You Go di Alexander Graninger (Svezia – World Premiere)
Jungle Law di Madli Lääne (Estonia – Italian Premiere)
Bienvenido di Martin Jalfen & Miguel Usandivaras (Argentina/Italia – World Premiere)
Concorso Panorama Italia
Majonezë di Giulia Grandinetti (Italia – World Premiere)
Kaliz di Irene Z’graggen (Italia – World Premiere)
Fellini di Hleb Papou (Italia– World Premiere)
Comunque bene di Beatrice Baldacci (Italia – World Premiere)
Deus Vult di Tommaso Diaceri (Italia – World Premiere)
Padre di Michele Gallone (Italia – World Premiere)
Marcello di Maurizio Lombardi (Italia – World Premiere)
The Confession di Nicola Sorcinelli (Italia – World Premiere)
In spirito di Nicolò Folin (Italia – Italian Premiere)
Al buio di Stefano Malchiodi (Italia – World Premiere)
Panorama Italia – Fuori concorso
Le altre vite di Nicolò Folin (Italia – World Premiere)
La buona condotta di Francesco Ghenghi (Italia – World Premiere)
Il presente di Francesca Romana Zanni (Italia – World Premiere)
Blue Whale di Lorenzo Corvino (Italia – World Premiere)
Petrolia di Giulia Mancassola (Italia – World Premiere )
La zima del signor di Alessandro Padovani (Italia – World Premiere)
Piccolo Attila di Gregorio Mattiocco (Italia – World Premiere)
Cosa resta di Francesca Scanu (Italia – World Premiere)
L’attento di Mario Ricci (Italia – World Premiere)
L’idea di Emanuele Martorelli (Italia – World Premiere)
Proiezioni speciali
Cinque Giorni (Pigneto FF) di Juan Diego Puerta Lopez (Italia)
We Want To Live Here di Alexandrina Turcan (Ucraina)
Farah di Alissa Jung (Germania – Italian Premiere)
Narciso di Ciro D’Emilio (Italia – World Premiere)
Pinocchio Reborn di Matteo Cirillo (Italia – World Premiere)
Nina di Arianna Mattioli (Italia – World Premiere)
Sharing Is Caring di Vincenzo Mauro (Italia – World Premiere)
Sorveglianze di Guido Pontecorvo (Italia – World Premiere)
Scrivere in una rivista di cinema. Il tuo momento é adesso!
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