“Amore post-atomico” di Vincenzo Caiazzo e il Revenge porn

E’ il “revenge porn”, tema attuale e delicato, quello che affronta Vincenzo Caiazzo, regista napoletano, con il film “Amore post atomico”.

La vicenda, infatti, ruota intorno a Titti (Virginia Apicella), una ragazza piena di vita che, una sera, esce con Carlo, un paio di amici e l’amica del cuore. Insieme si divertono, fanno quattro risate e vanno poi in un appartamento. L’alcool intanto scorre, gira qualche canna, e Titti, dopo qualche resistenza si lascia andare, e accetta che Carlo la riprenda mentre fanno l’amore. Qualche giorno dopo lui posta sui social il video che, diventa virale. Lei, ferita e sconvolta, vuole denunciare chi le ha rovinato la vita, ma la strada è in salita e non sarà facile inchiodare alle proprie responsabilità chi, vilmente, ha calpestato la sua dignità.

Una trama che rimanda inevitabilmente al vibrante “Mia” di Ivano De Matteo ma che non ha la stessa carica esplosiva del film del regista romano e che, soprattutto, manca dello scavo psicologico della protagonista. Inoltre, non si comprende perché, grazie a un montaggio parallelo, Caiazzo inserisce la vicenda di Mileva, eroina di una graphic novel, ideata dalla stessa Titti, una ragazza randagia che vive in un futuro distopico nel quale un regime totalitario ha vietato agli abitanti di coltivare cibo e animali. Ribelle e decisa a non piegare la terra di fronte a tanta barbarie, Mileva prova, clandestinamente, a tenere in vita delle piante e a salvare l’ultima ape rimasta in vita.

Le due storie risultano slegate tra loro e il continuo saltellare al futuro apocalittico non solo depotenzia la drammatica vicenda di Titti, ma finisce per diventare un mero esercizio stilistico che non appassiona, né intriga.

Il regista mostra delle scene panoramiche, prevalentemente notturne del golfo di Napoli e affida a Marco Zurzolo la colonna sonora. Nel cast Davide Marotta.