Un premio importante che attraversa tutti i festival del cinema è quello della Federazione Internazionale dei Critici Cinematografici (FIPRESCI). Quest’anno, a Cannes, ha premiato Levante (titolo internazionale Power Alley), un’opera prima presentata come ultima proiezione nella sezione La Semaine de la Critique.
Il film è ora in concorso al Florence Queer Festival.
Il film è una coproduzione tra Brasile ed Uruguay ad opera della regista cubano-brasiliana Lillah Halla.
Questa la motivazione che ha accompagnato il premio. “Combinato con prestazioni avvincenti, montaggio vibrante, musica coinvolgente e un brivido narrativo, questo film sta sottolineando che i diritti all’aborto sono diritti umani.”
“Penso davvero che sia il miglior riconoscimento che potessimo immaginare di ricevere per l’enorme collettivo sforzo di tutti noi insieme – ha dichiarato la produttrice Clarissa Guarilha. Non potrei essere più felice o più grata”.
Power Alley La trama
Levante è incentrato su Sofia, una diciassettenne giocatrice di pallavolo sotto la guida di una coach solida e amorevole nella squadra del C’LESTE ( prende il nome dal quartiere di San Paolo).
Sofia è la punta di diamante della squadra, la giocatrice che può fare la differenza in campo. Ma la vera forza del C’LESTE consiste nell’affiatamento tra tutte le ragazze.
Scoperta la sua gravidanza, Sofia decide di non portarla a termine, anche se in Brasile la legge è molto severa e punisce con la reclusione chi la interrompe.
Nel suo pellegrinaggio tra il Brasile e l’Uruguay dove l’aborto è consentito, Sofia dovrà scontrarsi contro la mentalità oscurantista di un gruppo di antiabortisti di cui diventerà il bersaglio.
Il tempo è contro di lei, perché si avvicina l’ultima partita del campionato, quella che deciderà le sorti della squadra e anche un’ eventuale borsa di studio sportiva in Cile. Ma, quando gli eventi sembrano sopraffarla, troverà le altre giocatrici al suo fianco come se la sua lotta fosse quella di tutte.,
“Nella sua squadra, Sofia si sente protetta” racconta la regista. “Le amiche le creano una rete di sicurezza per accompagnarla, permettendole di prendere misure rischiose, in modo che possa continuare per la sua strada.
Sono unite, sognano insieme e osano sfidare il presente per creare un altro futuro. Un futuro in cui saranno libere. Mi ci sono voluti sette anni per fare questo film, e durante tutto questo periodo sono cambiata. Anche il mondo è cambiato. Quindi è stato difficile mantenere fresca la storia e la narrazione.
E così anche io, come Sofia, sono diventata più forte quando gli altri si sono uniti a me. Tutte le persone che hanno aderito al film vogliono far sentire la loro voce.
Questa è la famiglia che ho scelto. Volevo che il lavoro avesse la sua ‘patina’, sia essa tecnica che artistica. Il mio ruolo era quello di coreografare tutto: guardavo il set, ed era come una jam musicale – ognuno sul proprio ‘strumento – e questo è il potere del collettivo, questo è ciò che mi nutre.”
Levante è un film sull’aborto ma prevalentemente sulla solidarietà
Estremamente riuscito l’intreccio della storia personale di Sofia con quella della squadra e della partita.
Il film è convincente specie per aver evitato inutili trionfalismi sul piano agonistico e retorici su quello morale. Lo sguardo di Lillah Halla sulle attrici è letteralmente innamorato; lo dimostrano le immagini dei corpi delle ragazze, sia nelle scene di sesso che in quelle di danza o di esplosione di gioia.
” Trovare la troupe migliore è stato un lavoro lungo e duro quanto lo è stato il casting” ha dichiarato la regista. “Lavoro principalmente con donne e cerco di proteggere uno spazio sicuro per voci dissidenti e non egemoniche, flussi di lavoro, modi diversi di pensare alla gerarchia, la responsabilità di raccontare una storia. Penso che questo sia il mio lavoro: questa orchestrazione di voci e desideri, riunire le persone giuste nella troupe e nel cast, anch’esse disponibili e vulnerabili, e che creano spazio, mettendo a punto la nostra comunicazione, la nostra fiducia. Lo stile del film è il risultato di tutto questo. Ma ciò non accade per pura fortuna.
Queste basi servono per costruire la fiducia. E una volta che la fiducia è in atto, fa crescere un film in modi impossibili da immaginare.”
Quello dell’aborto è uno dei temi più delicati e personali che possano esistere ed il modo in cui lo affronta Lillah Halla è realistico e disincantato. La regista ci racconta la storia di una giovane donna alle prese con il proprio destino in un paese che si è scoperto bigotto e moralista.
Quando i fondamentalisti antiabortisti prendono di mira la ragazza, il film diventa inaspettatamente un vero e proprio thriller in cui Sofia viene bullizzata in un crescendo di violenza psicologica e fisica. Tutto sottolineato da un commento sonoro impeccabile.
Levante (Power Alley) è il film più interessante visto alla Semaine de la Critique e Lillah Halla è una grande regista.
Il Trailer del dramma Power Alley a Cannes 2023