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‘Z-Pitch Contest’, la premiazione: Miglior Pitch e Progetto

Z-Pitch Contest: presentazione dei 6 progetti finalisti, e premiazione finale. Una gara tra giovani autori che hanno presentato, in maniera dinamica, i loro lavori.

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Roma, 11 maggio 2023. Presso la Casa del cinema si è svolta la premiazione dello Z-Pitch Contest, in cui gli autori dei 6 progetti finalisti hanno esposto, con fare professionale e dinamico, i loro pitching. Oltre all’abilità oratoria, hanno dovuto sottostare ai tirannici 7 minuti di presentazione.

6 progetti, selezionati da una commissione costituita da docenti e professionisti del settore e una selezione di studenti di ognuna delle scuole coinvolte hanno partecipato a una giornata di Masterclass tenuta lo scorso 21 aprile presso il campus romano di NABA alla presenza di: Stefano Tealdi (regista e produttore), Fabio Natale (sceneggiatore), Erica Negri (Sky Executive Producer) e Giusi Buondonno (regista e sceneggiatrice).

Lo Z-Pitch Contest è nato per valorizzare e portare all’attenzione dei professionisti del cinema e della serialità le idee di giovani autori e film maker, ancora studenti o neodiplomati, appartenenti alla Generazione Z.

Figure che abbiano saputo dimostrare talento e capacità nell’individuare temi di rilievo per la contemporaneità, proponendo progetti di storytelling audiovisivo in formato di lungometraggio o progetto seriale, originali e non prodotti.

z-pitch contest

Z-Pitch Contest: l’esposizione dei progetti

Nel dare l’avvio all’imminente “gara” tra i giovani finalisti, Daniele Bisello (School Director – NABA Roma) rileva che questo contest, dalla prima edizione e passando alle Masterclass, ha rilevato che è una “fucina di talenti” e fruttuoso “un banco di prova”.

Ecco le 6 opere finaliste:

  • Drag Priest di Innocenzo Mulieri, Barbara Amoruso e Brigitta Fiertler, dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. È una serie tv, di genere dramedy, composta da 8 episodi di circa 35 minuti l’uno. Gli autori, nel presentare con trasporto e al contempo grande flemma il progetto, mettono in evidenza, con accattivanti slide, che sarà un serial da uno stile molto camp, alla John Waters o Pedro Almodóvar prima maniera, ambientato nel folklore di Napoli.

 

  • Le figlie della notte di Andrea Vitelli e Giulia Minella di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti (campus di Roma). Serial televisivo di 6 puntate con durata di circa 45 minuti a puntata. È la storia d’amicizia tra due amiche adolescenti, ambientata in un paese di campagna durante la seconda guerra mondiale. Una storia, un poco “romanzo di formazione”, che recupera i miti ancestrali che ancora soggiacciono nella cultura di molti paesi. A corredare la presentazione, realizzata dai due autori in maniera sobria e concisa, un teaser, che rende anche l’idea del tipo di fotografia che permea questa storia di miti e leggende… e stregoneria.

 

  • Marmellata di insetti di Ruben Gagliardini e Gianluca Dario Rota, della Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti. Serial di 8 episodi, di circa 50 minuti cadauno. I due autori, in maniera pimpante, raccontano che questa storia è ambientata nell’entroterra della Sardegna. Una storia di genere crime, che parte dal delitto di una bambina, e si dipana tra indagini, misteri e miti della terra. A corredo della presentazione, le slide.

 

  • Nei miei panni di Pierfrancesco Izzo di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti (campus di Milano). Progetto di un lungometraggio. Il giovane autore, con l’ausilio di una semplice slide, che mostra l’algoritmo canonico delle tappe della vita, espone la vicenda: una storia d’amicizia tra due ragazzi, Leonardo e Salvatore, che deragliano da questo percorso, e vivranno, tra difficoltà e felicità, una forte storia d’amicizia e amore. Un “romanzo di formazione” che mette in primo piano le paure, i desideri e le speranze della Generazione Z.

 

  • Komorebi di Marco Serra e Gisella Grandis, della Sapienza Università di Roma. Serie Tv di 8 episodi di circa 30 minuti l’uno. Nel presentare il progetto, il duo di autori, in maniera simpatica, mette in evidenza che l’idea nasce in primis da una passione in comune: essere cosplayer (attuare in costume, travestendosi come un personaggio d’animazione, cinematografico o fumettistico). Da questa passione privata, ecco che parte il serial: una storia d’amicizia tra 4 adolescenti “sfigati”, che partecipano a un noto contest di cosplay. La vittoria, per loro, significa il riscatto. Definito dai due autori come una dramedy, è stato presentato, in maniera molto spontanea e convincente, con delle slide.

 

  • La festa è finita di Lorenzo Vitrone, della Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volonté. Progetto di lungometraggio, presentato tramite slide e, nel finale, con un teaser. Il giovane autore, utilizzando una narrazione da abile affabulatore, racconta la storia, che si svolge la notte di Capodanno. Mentre fa avanzare le slide, ci fa entrare passo passo nella vicenda, che culmina in un suicidio.

Presentazione delle Accademie e domande ai giovani autori

Nell’attesa che i giurati rientrino in sala e svelino i vincitori, si è svolta una breve conferenza di presentazione degli istituti che hanno organizzato, sostenuto e partecipato allo Z-Pitch Contest. Il meeting è stato moderato da Vincenzo Cuccia (Media Design e New Technologies Area Leader NABA).

Ecco i rappresentanti delle Accademie e le Università:

  • NABA: Alessandro Bertante (Course Leader Triennio in Cinema e Animazione, Campus di Milano).
  • Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volonté: Patrizia Pistagnesi e Alessandro Bencivenni.
  • Accademia di Belle Arti di Napoli: Romano Montesarchio.
  • Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti: Minnie Ferrara (Direttrice), Grazia Giardiello (Arte e Tecnologia del Cinema e dell’Audiovisivo).

La presentazione di ogni Istituto, è stato corredato da un teaser, che condensa in pochi minuti il lavoro visivo e di storytelling che gli studenti studiano e poi applicano alle loro opere.

A seguire, le domande ai giovani autori, schieratisi sul palco come se fosse un’esecuzione (e Bertante li tranquillizza che non ci sarà nessuna esecuzione).

A quella spigliatezza oratoria nel presentare i propri progetti, segue una certa timidezza nel rispondere. Hanno dato il massimo prima, sono in attesa del responso, ma soprattutto dimostrano di essere umani. E le domande, spesso, possono essere insidiose.

Francesca Staasch (Course Leader NABA Roma), co-presentatrice assieme a Alexia De Vito dei progetti, è adesso nelle vesti di moderatrice, e pone ai giovani autori la domanda: “Secondo voi, quale progetto dovrebbe vincere?”.

Lorenzo Vitrone prende la parole e con ironia risponde: “Lo sport, sempre”. È un modo per rompere il ghiaccio, e infatti gli autori, a turno, dicono la loro. E con onesta e umiltà non citano mai il loro lavoro.

Miglior Pitch

Z-Pitch Contest: i vincitori

I premi in palio sono Miglior Pitch e Miglior Progetto, e la giuria era composta da Mirella Cheeseman (Head of International Development – Wildside), Salvatore Pecoraro (Producer – Minimum Fax Media) e Valentina Segre (agente e Founder di Studio Segre), ha dovuto che selezionerà il Miglior Pitch tra quelli presentati e il Miglior Progetto audiovisivo.

Miglior Pitch: Marmellata d’insetti. Motivazione:

Per la coerenza, completezza e precisione nella messa a fuoco delle linee narrative e dei personaggi, il premio per il miglior pitch va a Marmellata di insetti di Ruben Gagliardini e Gianluca Dario Rota.

Miglior Progetto: Komorebi. Motivazione:

Per la grazia e la freschezza con cui ci trasporta in un mondo originale e curioso attraverso le storie di personaggi empatici, e per la capacità di parlare il linguaggio della generazione Z.

Miglior Progetto

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