Massimo Troisi avrebbe compiuto 70 anni il 19 febbraio 2023, ma purtroppo è un traguardo che non è riuscito a raggiungere, poiché morì molti anni prima. L’ultimo fatale attacco di cuore (il suo cagionevole cuore, che gli ha dato problemi sin dall’infanzia) lo stroncò il 4 giugno 1994, a soli 41 anni, poco dopo la fine delle riprese de Il postino (1995) di Michael Radford.
In questa pellicola, che si aggiudicò l’Oscar per la miglior colonna sonora, Troisi offrì la sua interpretazione più bella e appassionata, rimasta memorabile (ottenne una candidatura all’Oscar come miglior attore). Una prestazione attoriale che confermava la maturità dell’artista partenopeo e faceva intravedere una svolta nella sua carriera. L’ingenuo postino Mario Ruoppolo ha il volto emaciato e i movimenti lenti e affaticati di Troisi.
Il trascorrere del tempo non ha cancellato nelle memorie degli spettatori la figura di Troisi, poiché è stato uno dei comici italiani più apprezzati e applauditi di sempre. Come attestano anche le pellicole da lui dirette, che ottengono costantemente buona audience nei passaggi televisivi.
Per commemorare con i più degni riguardi il 70º anniversario, fra qualche mese giungerà quella che si potrebbe definire una vera e propria chicca: Laggiù qualcuno mi ama, documentario biografico diretto da Mario Martone e distribuito da Medusa Film e Vision Distribuition. Scritto assieme ad Anna Pavignano, compagna storica di Troisi, il film uscirà nelle sale proprio il 19 febbraio 2023. Sarà un documentario composto da documenti inediti, interviste ai colleghi che lo hanno conosciuto e anche agli amici che lo hanno frequentato nella vita privata.

Massimo Troisi (1953-1994)
Le doti comiche di Massimo Troisi spiccavano già quando era componente de La smorfia. Il trio cabarettistico, composto da Troisi, Lello Arena ed Enzo Decaro, si formò a San Giorgio a Cremano nel 1970, e lentamente – ma con costanza – giunse alla fine degli anni Settanta in Rai. Nel 1978 debuttò nel programma comico Non Stop, e i suoi sketch, a volte assurdi come quelli dei Monty Python, sono a tutt’oggi i più noti, per nulla invecchiati.
In queste irresistibili scenette, di vera arte teatrale, Troisi primeggia, vestendo gli usuali panni dell’ingenuo, mentre Arena e Decaro fanno da – ottime – spalle, che sanno reggere i tempi comici dell’attore partenopeo.
Deciso di mettersi alla prova, e mostrare di essere molto più di un semplice cabarettista, passa alla regia cinematografica con Ricomincio da tre (1981). Scritto assieme alla Pavignano, questo esordio ebbe un grosso successo di pubblico (15 miliardi di lire) e vinse ben quattro Nastri d’Argento e due David di Donatello.
Al suo fianco si conferma Lello Arena. Ma la scena comica indimenticabile è quella in cui Gaetano consiglia al complessato Robertino (Renato Scarpa) di fuggire dalla possessiva mamma e uscire per andare a toccare le femmine. La colonna sonora è firmata da Pino Daniele, uno dei suoi più grandi amici e colleghi.
L’enorme successo di pubblico e critica conferma a Troisi che la regia gli si addice, e quindi da quel momento porterà avanti, con alterni risultati, questo ruolo, esprimendosi in maniera sempre più ricercata e meno comica.
Seguiranno il televisivo Morto Troisi, viva Troisi! (1982); Scusate il ritardo (1983); Non ci resta che piangere (1984), co-diretto e co-interpretato assieme a Roberto Benigni; Le vie del signore sono finite (1987) e Pensavo fosse amore e invece era un calesse (1991); Il postino (1994), che, sebbene accreditato a Radford, è stato anche in parte supervisionato da Troisi.
Meno fortunata, sebbene variegata, è stata la sua carriera di solo attore diretto da altri registi. Degni di menzione sono i ruoli che gli ha offerto Ettore Scola in Splendor (1989), Che ora è (1989) e Il viaggio di Capitan Fracassa (1990), in cui nei primi due recita al fianco di Marcello Mastroianni. Tra i film che gli vennero proposti, ci fu anche Mortacci (1989) di Sergio Citti, in cui avrebbe interpretato l’attore cane, ruolo poi impersonato da Malcom McDowell. Un aneddoto rivela che Troisi rinunciò al ruolo per scaramanzia, essendo la storia ambientata in un cimitero.
Massimo Troisi ha anche lasciato un piccolo segno nella musica, componendo alcuni testi o cantato per Pino Daniele. In Sotto ‘o sole (1991) canta in Saglie saglie e ha composto le liriche di ‘O ssaje comme fa ‘o core. Mentre in Che Dio ti benedica (1993) è co-autore di T’aggia vedè morta.

Le dichiarazioni di Giampaolo Letta e Massimiliano Orfei
Nel presentare questo documentario, Letta, Vice Presidente e Amministratore Delegato Medusa Film dichiara:
“L’incontro di due napoletani di rango, Massimo Troisi e Mario Martone, con l’aiuto della sceneggiatrice e compagna di Troisi, Anna Pavignano, darà vita a un film emozionante e di alto profilo. Medusa Film e il gruppo Mediaset hanno creduto subito in questo progetto cinematografico che attraverso contenuti e testimonianze inedite traccerà un ritratto originale dell’attore napoletano per rendere ancora più universale la sua popolarità non solo per il pubblico che lo ha visto e conosciuto ma anche per le nuove generazioni.”
Ugualmente orgoglioso Orfei, Amministratore Delegato Vision Distribution:
“Siamo felici e orgogliosi di portare al cinema la storia di Massimo Troisi, raccontata da un grande autore come Mario Martone. I ricordi preziosi di Anna Pavignano renderanno questo film un’esperienza unica per lo spettatore. Insieme a Indiana e Medusa cercheremo di garantire a questo prestigioso progetto la distribuzione migliore, celebrando uno dei più grandi artisti che il nostro paese abbia mai avuto.”
