The Devil’s deal non è solo ciò che coinvolge il protagonista della vicenda diretta da Lee Won-tae, ma è anche quello che inevitabilmente è costretto a compiere lo spettatore nell’approccio alla visione. Un complesso intreccio di nomi, personaggi, strategie e fazioni. E anche un continuo sotterfugio con segreti e doppi giochi ben celati. Questo il film scelto per la quarta serata del Korea Film Fest 2022.
La trama di The Devil’s deal
Busan, anni 90. Hae-woong, candidato membro dell’assemblea, viene escluso dalla corsa perché è diventato una spina nel fianco di un pezzo grosso locale, Soon-tae. Perseguitato dagli strozzini, a causa di un debito, decide di reagire sporcandosi le mani, rubando informazioni del governo su un piano di sviluppo urbano e associandosi a loschi criminali locali. (Fonte Korea Film Fest)
Intrighi e sottotrame
Requisito fondamentale per la visione di The Devil’s deal: stare attenti a ogni singola parola e azione. Le continue macchinazioni ordite dai personaggi non permettono di distrarsi neanche un attimo. E, al tempo stesso, non si riesce nemmeno a tifare per uno piuttosto che per un altro. Se all’inizio proviamo empatia per Hae-woong, perché apparentemente indifeso rispetto agli altri personaggi che si impongono fisicamente, col passare del tempo si comprende quanto in realtà sia anche lui costretto ad assomigliare ai cattivi. La corruzione e la sete di potere iniziano ad allettarlo e farlo agire di conseguenza. Da uomo comune in cerca di successo, confidando in una scalata sociale nel mondo della politica, Hae-woong si trasforma in una persona priva di morale e pronta a tutto pur di raggiungere il suo scopo.
I personaggi di The Devil’s Deal
Non sappiamo niente più dello stretto necessario sui protagonisti della vicenda. Nessun particolare background che li renda più umani. Anche questa è una delle caratteristiche al centro di The Devil’s Deal. Del candidato Hae-woong ci viene mostrata la famiglia, in maniera indiretta. Non conosciamo il reale motivo per vui è perseguitato dagli strozzini. Possiamo solo fare ipotesi e supposizioni. E questo ci spinge a non comprendere del tutto le sue azioni. I legami, più o meno volontariamente, con usurai e pezzi grossi, non nascono dal nulla. Nonostante questo, non ci vengono spiegati per creare un’ulteriore complicazione e difficoltà nella fitta rete di misteri.
Chi è il diavolo in The Devil’s deal?
Alla fine è proprio questa la domanda che lo spettatore si pone. Ci sono un buono e un cattivo? Chi è davvero il diavolo in questa vicenda? L’impostazione e la struttura della narrazione fanno sì che il pubblico sia concorde nel ritenere Hae-woong il protagonista buono, colui che, costretto da cause di forza maggiore, deve necessariamente agire nel modo in cui agisce. Non può fare altrimenti, è obbligato a un vero e proprio patto col diavolo. Ma è davvero così? O tutte le sue macchinazioni, che sottolinea più volte durante la vicenda, sono il frutto di qualcosa di più grande?
Forse con due visioni…
Tutto si può dire su The Devil’s deal tranne che sia un film semplice. Lee Won-tae realizza un lungometraggio complesso dove l’intreccio è il fulcro di tutto. Non sono i personaggi, né i generi e nemmeno la tematica i tratti caratteristici del film. Ma piuttosto una scrittura attenta e precisa che non lascia niente al caso. A questa va naturalmente sommata anche una più che buona abilità con la macchina da presa che, tra cambi di colore e attenzione ai primissimi piani (soprattutto agli sguardi), riesce a mediare con la complessità del racconto. Una complessità che, forse, per un pubblico impreparato può essere quasi letale!