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Il Locarno Film Festival consegna il Premio Utopia a Enrico Ghezzi

Enrico Ghezzi ha reso realtà l’utopia e Locarno lo ha premiato con un riconoscimento ad essa intitolato: non ha mai cercato la scorciatoia del successo, è diventato un’icona in tutta Europa, un’immagine quasi warholiana che ha trasceso i confini catodici e geografici

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Il Locarno Film Festival si arricchisce di un nuovo riconoscimento: il premio dell’Utopia, consegnato Giovedì pomeriggio alle 18.30 al GranRex a Enrico Ghezzi. Il premio è volto a rendere omaggio a intellettuali e artisti che con il loro prezioso operato hanno reso realizzabile una grande utopia legata all’universo del cinema. A seguire della consegna la proiezione de “La macchina dello spazio“.

Enrico Ghezzi ha reso realtà l’utopia e Locarno lo ha premiato con un riconoscimento ad essa intitolato: non ha mai cercato la scorciatoia del successo, è diventato un’icona in tutta Europa, un’immagine quasi warholiana che ha trasceso i confini catodici e geografici. Enrico Ghezzi è La macchina dello spazio, un’Armageddon di 80 minuti proiettato al Festival, sintesi e antitesi, come sempre, di un corto circuito costante di punti di vista, che vanno da Stanlio e Ollio a Ozu.

Fuori orario. Fuori sync. Fuori da ogni schema. Fuori, sempre, come tutti gli outsider. E un po’ fuori, perché la follia, un pizzico, è dei geni. Enrico Ghezzi è stato tanto, e lo è ancora. Occupando il palinsesto notturno di una rete pubblica ha cresciuto generazioni insonni di cinefili, diventando l’università del cinema di molti futuri critici e cesellando il gusto dello spettatore in un’epoca in cui il cinema mainstream cannibalizzava il mondo e arene e festival si erano dimenticati di autori e onde artistiche, creative e politiche. È stato sguardo al futuro, nella tv, con format rivoluzionari, è memoria storica e dell’immaginario per il grande schermo sul piccolo. Direttore di festival internazionali, speaker radiofonico, cofondatore di una rivista fondamentale e fondante per il genere come Il Falcone Maltese, a volte attore e pure protagonista di un cartone animato (Hello Ghezzy!), filosofo, cultore ossessivo di Fuori Orario – cose (mai) viste e dell’uso parossistico della parentesi come matrioska semantica, regista raffinato e sghembo, saggista (ma anche prefattore generoso) prolifico, è una colonna del cinema, non solo della critica.

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